Rancore




Recensione di Giuliana Pollastro


Autore: Gianrico Carofiglio

Editore: Einaudi

Collana:  Einaudi Stile libero big

Genere: Giallo

Pagine: 238

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Come è morto, davvero, Vittorio Leonardi? Perché Penelope Spada ha dovuto lasciare la magistratura? Un’investigazione su un delitto e nei meandri della coscienza. Un folgorante romanzo sulla colpa e sulla redenzione.

«Cosa vogliono le vittime dei reati? Le persone ingiuriate dal crimine, quelle che hanno perso i propri cari o la propria dignità? La punizione dei colpevoli? Certo, anche questo. Ma la punizione – la vendetta piú o meno regolata dalle leggi – è in gran parte un’illusione ottica. Ciò che le vittime vogliono davvero è la verità. L’unica cosa che nel lungo periodo è capace di guarire le ferite, di placare il dolore»

Un barone universitario ricco e potente muore all’improvviso; cause naturali, certifica il medico. La figlia però non ci crede e si rivolge a Penelope Spada, ex Pm con un mistero alle spalle e un presente di quieta disperazione. L’indagine, che sulle prime appare senza prospettive, diventa una drammatica resa dei conti con il passato, un appuntamento col destino e con l’inattesa possibilità di cambiarlo. Nelle pieghe di una narrazione tesa fino all’ultima pagina, Gianrico Carofiglio ci consegna un’avventura umana che va ben oltre gli stilemi del genere; e un personaggio epico, dolente, magnifico

Recensione

Avevo già fatto conoscenza con questo nuovo personaggio di Carofiglio.

Nel primo libro Penelope era un personaggio fumoso, emergevano di lei solo alcune caratteristiche superficiali e quelle essenziali erano poco approfondite.

In questa seconda avventura Penelope Spada, ex magistrato, emerge e si fa conoscere molto di più.

Il caso che Penelope si trova ad affrontare è complicato. Deve indagare su una morte, presumibilmente, naturale accaduta due anni prima.

Grazie a questa indagine però riuscirà anche a sciogliere una serie di nodi del passato e trovare un po’ di serenità nel presente.

La storia è narrata in modo accurato, si alternano racconti nel presente e flashback del passato, legati all’indagine, ma anche alla vita privata della protagonista.

Pian piano parallelamente all’indagine si svela il personaggio di Penelope, le sue debolezze, le sue contraddizioni, ma anche i suoi punti di forza.

Un personaggio enigmatico che adora fare attività fisica, mangiare sano, ma allo stesso tempo si lascia andare al vizio del fumo e all’alcool senza  battere ciglio.

Carofiglio come sempre è una garanzia, la fluidità, la semplicità della scrittura ti trasporta alla fine del libro in un baleno. Frasi breve ma ricce di significato e spessore. Come in tutti i suoi libri il protagonista va alla scoperta dell’animo umano mettendone in luce punti di forza e di debolezza.

Si dice che non ci sia un due senza tre, speriamo solo non dover aspettare molto.

Gianrico Carofiglio


Classe 1961. Nato a Bari, è stato a lungo un pubblico ministero, specializzato in indagini sulla criminalità organizzata. Nel 2007 è nominato consulente della commissione parlamentare antimafia e dal 2008 al 2013 è senatore della Repubblica per il Partito Democratico. Esordisce nella narrativa nel 2002 con Testimone inconsapevole (Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”, Premio Rhegium Julii, Premio Città di Cuneo, Premio Città di Chiavari), creando il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri, protagonista dei romanzi Ad occhi chiusi (2003, Premio Lido di Camaiore, Premio delle Biblioteche di Roma e “Miglior noir internazionale dell’anno 2007” in Germania secondo una giuria di librai e giornalisti), Ragionevoli dubbi (2006, Premio Fregene e Premio Viadana 2007, Premio Tropea 2008), Le perfezioni provvisorie (2010, Premio Selezione Campiello), La regola dell’equilibrio (2014) e La misura del tempo (2019, finalista Premio Strega 2020).

 

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