Ancora pochi passi




Recensione di Enrico Fasano


Autore: Gabriele Farina

Editore: Buendia Books

Genere: Narrativa Horror italiana

Pagine: 46

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Quattro inquietanti personaggi si ritrovano al cospetto di una donna dal portamento elegante e austero in una casa opprimente e decadente. Ognuno di loro racconterà una storia, e ogni storia finirà per intrecciarsi alle altre in un vortice di sangue e tensione. Quale mistero nasconde quella dimora sinistra? Chi è quella figura imponente, sempre in ascolto nell’ombra e da cui emana un potere arcano e assoluto? Non tutto è ciò che sembra.

Recensione

Il racconto è per sua natura una narrazione breve e concisa che tenta di condensare al suo interno tutto ciò che rende una lettura appetibile a chi ne tiene fra le mani le sue poche pagine.

Ecco perché scriverli è così complesso, nonostante si possa pensare il contrario. Il compito dell’autore è arduo: deve essere in grado di catturarti e in pochi paragrafi introdurti uno o più personaggi, rivelartene la storia e piazzarti il colpo di scena (e di grazia) finale.

Darne un’opinione è altrettanto complicato perché si rischia di svelare troppo ed essere additato come “spoileratore” ma di “Ancora pochi passi” si potrebbe parlare per ore, come a crearne una sorta di appendice o addirittura una nuova storia che inizia proprio lì dove il libro di Farina finisce.

L’ambientazione è già tutta un programma: una dimora che da l’idea di essere sconfinata, con i suoi mille orpelli alle facciate e immense camere distribuite in un dedalo di corridoi lunghissimi. E’ qui che vive una figura oscura simile ad uno stregone e una donna che ha tutta l’aria di essere la sua inserviente, dal portamento elegante e che riceve un solo ordine: quello di convocare quattro personalità altrettanto misteriose.

Non ne conosceremo i nomi ma solamente la loro attività. Il loro compito è quello di uccidere per un fine più alto voluto dal loro Signore. Li conosceremo attraverso gli occhi delle loro vittime, sfortunati esseri umani con un destino già segnato da tempo. Sono quattro brevissimi racconti nel racconto.

Un’esperienza di morte descritta dalle loro stesse voci, che si raccontano come in un flashback e in modo quasi divertito, come se fosse la normalità. Non mancano attimi di piccola ilarità quando i quattro si punzecchiano con battute di spirito per rendere ridicolo il “concorrente”.

La narrazione è talmente realistica da farti voltare per assicurarti di non essere osservato, è un elemento che tiene altissima la tensione nel lettore.

La scrittura di Gabriele Farina sembra quella di altri tempi ma riesce a mescolare vecchi e nuovi stili in un ottimo racconto di poche pagine. E’ molto più attuale di quanto si possa pensare leggendone solo la trama. Non esiste un eroe della storia e nemmeno un lieto fine, anzi il finale è ancora peggio, è un abisso inesplorato dove trova piena ispirazione l’oscuro Signore che fino a quel momento era rimasto in secondo piano.

E’ una storia che penetra sottopelle, ti scorre nelle vene come adrenalina per risvegliarti dal sonno in cui eri intrappolato ma solo per renderti conscio che sei sull’orlo della voragine in cui inevitabilmente precipiterai. Si riesce a provare un solo sentimento: il terrore.

A cura di Enrico Fasano

metanfetalibri.blogspot.com

 

Gabriele Farina


Gabriele Farina, nato a Torino nell’anno in cui il Texas ripristinava la pena capitale, è laureato in Storia del Cinema, è tra i fondatori di Quotidiano Piemontese, ha ideato la Biblioteca Condivisa di Mirafiori Sud e nel 2007 inventò, con un colpo di genio rimasto ineguagliato, Videomarta. Blogger dal 2005, si occupa di cinema e letteratura e organizza con Pupi Oggiano il Torino d’Argento Tour Locations. Ha condotto in radio La corazzata Cotionkin. Scrive su siti, giornali, riviste, quaderni e se capita anche sui muri. Con Buendia Books ha pubblicato Ancora pochi passi, novelization dell’omonimo film di Pupi Oggiano.

 

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