Anime senza nome




Recensione di Laura Salvadori


Autori: Michael Hjorth e Hans Rosenfeldt

Traduttore: Laura Cangemi

Genere: Thriller

Pagine: 599

Editore: Einaudi

Anno pubblicazione: 2017

SINOSSI

Sei corpi sepolti tra le montagne e mai reclamati. Una vicenda conclusasi tra le nevi della Svezia ma partita da molto lontano. Al cinico, spiazzante psicologo Sebastian Bergman e alla Omicidi di Stoccolma il compito di sbrogliarla. Nella regione dello Jämtland, due turiste scoprono per caso una tomba fra i ghiacci. Sono ben sei i corpi sepolti: quattro adulti, due bambini. La polizia locale chiede aiuto alla sede centrale, e la Omicidi di Stoccolma si trasferisce in montagna. Anche Sebastian Bergman partecipa all’indagine, sebbene lassù per uno psicologo non ci sia granché da fare: l’identificazione delle vittime richiede molto lavoro, e la scoperta di altri resti non fa che allungare i tempi. Per Bergman sarà l’occasione per stringere i rapporti con la figlia Vanja, anch’essa detective, prima che sia troppo tardi. Ma mentre la polizia sembra persa in un labirinto di congetture qualcuno molto in alto cerca di depistare l’indagine ufficiale.

RECENSIONE

Un romanzo davvero ben congegnato e ottimamente scritto, che catturerà gli amanti del thriller nordico e indurrà il lettore che si avvicina al genere ad appassionarvisi: la trama intrigante, i personaggi ben delineati, la presenza di più vicende che corrono parallele, sono elementi che ne decreteranno l’indiscusso successo, destinato a replicare quello dei precedenti romanzi con protagonista Sebastian Bergman.

Gli autori non si affidano, in modo alquanto audace, al fascino delle atmosfere nordiche, quale primo ingrediente della loro opera, e direi che possono permetterselo.

Il lettore rinuncerà senza particolari rimpianti alle descrizioni struggenti dei paesaggi nordici, delle buie giornate invernali, della implacabile neve, dalle mille sfumature e dai mille significati, a vantaggio di una scrittura semplice ma di grande effetto, facile, senza inutili fronzoli.

Il lettore non rimpiangerà niente di tutto questo, mentre, rapito, volerà tra le pagine, fino a dipanare le fila di questo imperdibile thriller.

Certo, è consigliabile dare un’occhiata anche ai precedenti capitoli della saga di Sebastian Bergman, ma non necessario; nel romanzo non mancano i rimandi al passato, che aiutano il lettore a conoscere i personaggi e i loro trascorsi.

Del protagonista capiamo subìto il carattere: “ ancora geniale, ancora egoista, irritante, tronfio e insopportabile sotto ogni aspetto, ma era come se dovesse sforzarsi un po’ per riuscire in quello che in passato gli veniva del tutto naturale. (…) Solo. Triste o comunque abbattuto”.

Sebastian, originale profiler e psicologo della squadra omicidi di Stoccolma, è tuttavia un uomo tormentato, dal passato oscuro, distrutto dalla perdita della giovane moglie e della figlioletta in circostanze tragiche. È un uomo fragile sotto molti aspetti, che nasconde le sue debolezze sotto una corazza di cinismo, che placa il suo tormento attraverso le avventure frenetiche di una sola notte.

In questo romanzo tuttavia il duro psicologo scopre un lato nuovo, grazie alla vicinanza della figlia Vanja, che desidera conquistare, aggiungendo un altro ingrediente al suo poliedrico personaggio.

Non meno importanti sono i colleghi di Sebastian, coprotagonisti a tutti gli effetti del romanzo, ognuno con la propria storia, che è raccontata con dovizia di particolari. Il lato psicologico di questi attori secondari non è mai tralasciato, anzi, costituisce un valore aggiunto per il lettore, che segue con interesse anche le vicende interiori dei colleghi di Sebastian.

Un romanzo della squadra, dunque, in cui talvolta chi legge perde le tracce di Sebastian per seguire quelle di Ursula, di Torke, di Vanja, Billy e Jennifer.

Non mi resta che invitarvi alla lettura.

Accanto alla vicenda dei cadaveri senza nome, troverete anche la storia di Shibeka, una donna afgana che ci introduce nei costumi del suo paese, così lontani dai nostri, e ci porterà nel cuore di un mistero che solo alla fine troverà i suoi incastri in un puzzle che posso davvero definire geniale.

Michael Hjort, Hans Rosenfeldt


M. Hjort – H. Rosenfeldt – Hans Rosenfeldt è un drammaturgo, attore e anchorman televisivo. Per Einaudi ha pubblicato Oscuri segreti (2011) e Il Discepolo (2013). Michael Hjorth è uno dei fondatori e proprietari della società di produzione Tre Vanner, specializzata in film per il grande e piccolo schermo.

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