Nestor Burma e il mostro




A cura di Alberto Minnella 


Autore: Léo Malet

Editore: Fazi

Genere: giallo

Pagine: 184

Anno pubblicazione: 2018

Sinossi. È agosto e all’Agenzia Fiat Lux non si muove foglia. Nestor Burma si ritrova senza molto da fare: subisce l’agguerrita concorrenza di un ambizioso giornalista che, grazie alle sue inchieste, cerca di offuscare la sua fama e di rubargli il titolo di detective più geniale di Parigi. Così, quando un giovane gangster quindicenne, capo di una banda di adolescenti che in periferia ha monopolizzato la distribuzione dei quotidiani, si presenta alla Fiat Lux con la notizia della morte sospetta di due suoi sottoposti, Burma non si lascia sfuggire l’occasione. Dei due ragazzini, uno sembra essere morto di morte naturale, mentre l’altro – si scoprirà – è stato avvelenato con dei cioccolatini ripieni d’arsenico. Li aveva portati a casa il padre, Frédéric Tanneur, tassista ubriacone dal torbido passato, su cui cadono subito i sospetti. Ma con l’entrata in scena del medico incaricato di una delle autopsie e dell’affascinante mademoiselle Larcher, Burma dovrà fare attenzione a non confondere vendette tra malavitosi e delitti sentimentali, sconfiggendo la concorrenza per riconquistarsi il titolo di detective capace di «mettere ko il mistero».
Un Nestor Burma in gran forma, in questa nuova avventura scoppiettante e ritmata, divertente e ricca di suspense, che certo non lascerà delusi i fan.

Tappa Thrillernord: Le ambientazioni

(19 Novembre 2018)

Senza i suoi luoghi, la sua Parigi, Nestor Burma e tutti i romanzi di Léo Malet, non sarebbero gli stessi. Come tutti i grandi romanzieri, Malet è un abile pittore e fa della sua Parigi un personaggio a parte, in cui Burma è costretto a muoversi.
«Uscendo da casa dei Béquet, pensai che forse avrei potuto mostrarmi meno brutale e fui tormentato dai rimorsi. Non a lungo, ma abbastanza per togliermi la voglia di fare la terza tappa in zona. E poi avevo fame. Fuggii quindi in fretta da quei luoghi lugubri resi ancora più cupi dalla notte che scendeva. All’angolo di rue Flammarion, fermai un taxi vuoto. Mi portò al mio solito ristorante.»

XIX arrondissement

Il romanzo è un intenso viaggiare (e non a caso uno dei protagonisti della storia sarà Tranneur, un tassista) fra Saint-Ouen, nei pressi di Saint Denis e famosissimo oggi per il mercato delle pulci, il XVIII, dove ho personalmente trascorso tanti pomeriggi del mio unico anno a Parigi, e il XIX arrondissement, quartiere non molto distante da Saint-Ouen, dove abita il medico Philippe Blouvette-Targuy e probabilmente il coprotagonista dell’intero romanzo:

L’avenue Jean-Jaurès

«L’avenue Jean-Jaurès, al centro del quartiere delle fabbriche, aveva lo stesso aspetto lurido delle strade vicine sulle quali i fumi delle alte ciminiere depositavano il solito strato di sporcizia. Al 125, una casa a due piani si sforzava di mantenere un relativo biancore. Calcolai che questo doveva costare parecchio al proprietario, ma che dopo tutto doveva poterselo permettere, almeno a giudicare dalla lussuosa automobile – che fosse sua o di un praticante – parcheggiata davanti alla porta.»

I luoghi toccati da Malet non sono pochi e si fanno mappa di una città a volte impalpabile, altre densa e dolorosa come una ginocchiata sulle gengive; la proiezione di Nestor Burma sul mondo. Non mancano tappe nella buia rue Jacob, nel VI arrondissement, o in rue Nicolo nel XVI ed è un piacere prendere un taxi con il détective anarchico, alla ricerca della verità.

Léo Malet


Léo Malet, l’anarchico conservatore, come amava definirsi, è uno dei padri del romanzo noir francese.

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