Chi di spada ferisce




Recensione di Federica Gaspari


Autore: Giorgio Serafini Prosperi

Editore: NNEditore

Pagine: 304

Genere: poliziesco

Anno di pubblicazione: 2018

Dopo aver brillantemente risolto un caso difficile ed essere uscito da una tumultuosa storia d’amore, l’ex commissario Adriano Panatta ha bisogno di rimettersi in sesto. Ma una notizia di cronaca ascoltata alla radio sconvolge i buoni propositi. Un amico d’infanzia, Lorenzo Landolina, sacerdote impegnato nel sociale, è stato arrestato per un crimine mostruoso, imperdonabile, nei confronti di un ragazzino.

Adriano non può ammettere che l’amico sia colpevole, neanche quando le prove contro di lui si saldano una dopo l’altra. Ma una parte di sé è attraversata dal dubbio.

Quanto conosce davvero Lorenzo?

Cosa c’è dietro i suoi continui viaggi in Africa, l’impegno nelle periferie, i contatti con le alte gerarchie del Vaticano?

E che senso ha l’amicizia, se rimane fissata nel tempo come una foto sbiadita, troppo debole per resistere ai pregiudizi?

A due anni da Una perfetta geometria, Giorgio Serafini Prosperi torna nelle librerie italiane insieme alla sua originale creatura letteraria ricca di fragilità e incertezza. Il lettore, con poche parole, si ritrova al fianco di Adriano Panatta, poliziotto in balia di fortune alterne tra le vie di Roma. Al suo secondo caso su carta stampata, il protagonista è costretto a confrontarsi con una delle situazioni più complesse da affrontare nel suo mestiere: un caso che vede coinvolto non un suo semplice conoscente ma un grande amico della giovinezza, una figura con cui ha condiviso vacanze, sorrisi e scherzi. Le ombre sul passato e le memorie condivise tornano prepotentemente a galla

L’aspetto più affascinante di questa lettura dal buon ritmo, nonostante qualche lieve calo, è la continua ma non invadente contrapposizione tra il protagonista e il suo ben più illustre omonimo, il campione di tennis Adriano Panatta, un vincente che con il trionfo al Roland Garros nel 1976 è entrato nella storia di questo sport: l’esatto opposto dell’investigatore al centro delle vicende del libro. Il Panatta letterario è un antieroe sotto ogni aspetto, con il suo costante conflitto interiore, con i suoi rimorsi, i suoi problemi con il cibo e le donne e, soprattutto, i suoi dubbi. Adriano non ha tutte le risposte per trovare la verità ma sa porsi le giuste domande con cui mettere continuamente in discussione certezze e smontare pezzo dopo pezzo intrighi. Non è sicuro del successo ma, inconsciamente, sa come raggiungere il suo obiettivo.

Ciò che distingue Chi di spada ferisce da molti altri libri di questo genere, però, è la ricerca di un equilibrio – non sempre affidabile – tra diverse problematiche d’attualità, lasciando trasparire, nemmeno troppo velatamente, l’eredità degli eventi e dei fatti del passato.

Tutto si ripete instancabilmente: le truffe e gli inganni sembrano perni essenziali tra gli ingranaggi difettosi di una società incapace di imparare dai suoi errori.

Questo senso di ineffabile vulnerabilità si riflette nella storia e nel suo valido protagonista, rivolgendosi in prima persona al lettore, che troverà spunti di riflessione tutt’altro che banali.

Giorgio Serafini Prosperi


nasce a Roma e debutta come attore teatrale all’età di dieci anni. Da allora ha scritto per il teatro (Premio Flaiano 1991 e 2001), la televisione, il cinema. È regista teatrale e documentarista.

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