Coco Chanel




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Annarita Briganti

Editore: Cairo

Genere: biografia

Pagine: 160

Anno di pubblicazione: 7 gennaio 2021

Sinossi. La storia di ogni grande donna è la storia delle sue guerre. Quelle di Coco Chanel sono state almeno quattro: due conflitti mondiali, le battaglie sindacali degli anni Venti e Trenta, e la guerra contro i suoi fantasmi. Questa, la più cruenta di tutte, comincia con l’abbandono da parte del padre, prosegue con l’infanzia lontana dalla famiglia, «esiliata » in un convento di suore – che però, conquistato il benessere, sosterrà economicamente – e poi con la perdita di un grande amore, il più grande, e con la rinuncia a una casa vera e propria per trasferirsi al Ritz, dove il fermento quotidiano di un albergo spera possa tenere a bada il silenzio, la solitudine che da sempre l’assediano. Regina del jet-set intellettuale nella Parigi d’oro degli artisti, creatrice di uno stile immortale, diva delle sfilate internazionali, frequentatrice delle stanze del potere, amata da musicisti, poeti, aristocratici, forse in realtà Chanel ebbe due unici amici veri: le forbici d’argento che portava al collo, e i suoi libri. In una narrazione che all’intensità della ricerca unisce una concezione viva della memoria quale dimensione non del passato, ma del presente, Annarita Briganti conduce il lettore in un vero e proprio incontro con una donna che a mezzo secolo dalla scomparsa appartiene ancora, e pienamente, al nostro tempo. Nel suo racconto, i luoghi attraversati e i sentimenti vissuti fanno brillare gli eventi storici di luce propria, restituendoci la persona Chanel al di là dell’icona, le sue verità oltre le leggende e le polemiche, la sua forza oggi che, come mai prima, ne avvertiamo il bisogno.

Recensione

A 50 anni dalla morte dell’icona della moda, di colei che ha sovvertito tutte le regole di abbigliamento che imprigionavano da sempre le donne sia fisicamente (in vestiti in cui non potevano quasi muoversi), sia psicologicamente (e socialmente) in modelli di sottomissione e debolezza, esce il quinto libro di Annarita Briganti “Coco Chanel. Una donna del nostro tempo” per Cairo editore.

Come non sorridere al caso (caso?) che ha scelto il 5 come numero anche per la nostra autrice? 5 come uno dei numeri fortunati di Coco Chanel, a cui ha intitolato addirittura un profumo che quest’anno compie un secolo ed è stato il profumo più venduto di sempre, divenuto icona tanto quanto la sua creatrice (come non ricordare la celebre frase di Marilyn Monroe).

Ma chi era Coco Chanel? Chi era la stilista, la creatrice, la capitana d’industria? Chi era la donna, chi era Gabrielle Bonheur Coco Chanel? In una delle frasi che Briganti ha messo in epigrafe, forse, il succo della sua persona e del suo mito: “La gente crede che io abbia trovato tutte le porte aperte, ma la verità è che le ho spinte”.

Nata in un ospizio per poveri, orfana di madre, abbandonata dal padre, cresciuta dalle suore in un orfanotrofio, non si può certo dire che fosse nata sotto una buona stella. Ma Coco Chanel con tutta la caparbietà, genialità, forza che ha sempre avuto è riuscita a sovvertire il destino avverso della partenza e diventare lei stessa una stella che ha brillato in tutto il mondo. E tuttora la sua fama brilla senza accennare a estinguersi a 50 anni dalla sua morte.

Diversi biografi hanno tentato, anche quando era ancora in vita, di scrivere di lei, che però era eternamente insoddisfatta, e ad ogni modo troppo spesso è stata raccontata attraverso gli uomini che ha avuto: una prospettiva che decisamente non rende merito a chi per tutta la vita ha puntato ad emancipare le donne dalla presenza incombente del maschile, mettendo loro i pantaloni, addosso e nella vita, indipendenti per mezzo del lavoro.

Cosa fa di diverso Annarita Briganti, dunque, in questo libro?

La mia, la nostra Chanel per la prima volta non è raccontata / classificata in base ai suoi uomini,che pure ci sono nel libro, ma per i traguardi che ha raggiunto, per le rivoluzioni che ha fatto, per la vita pubblica e privata che ha vissuto, mettendo lei al centro della scena”.

Molta la ricerca effettuata, d’archivio, sul campo, libri, giornali, tv, tre le lingue affrontate, italiano francese inglese, per un nuovo racconto di Coco che ci regala diversi episodi inediti, ci restituisce immagini conosciute e amate, ci racconta i luoghi e i personaggi (molti dei quali assai famosi) da lei frequentati, ci regala la donna e la “stella”, non solo i suoi successi, ma anche le sue solitudini, i suoi bisogni, le sue fragilità.

Un ritratto estremamente vero, senza sconti, ma che ottiene di avvicinare forse ancora di più Coco Chanel al lettore, che può riconoscere l’umanità della donna pur nella sua eccezionalità.

La moda passa. Lo stile resta”, diceva Coco Chanel

Le persone nascono, vivono, muoiono, passano. Ma ciò che di grande avranno saputo creare, le relazioni che avranno saputo costruire, resteranno, sembra dire la nostra autrice che ci dona questo libro come “bolla contro i cattivi pensieri”, dice, “Per sognare, per la bellezza, dentro soprattutto,per ritrovare l’amore, per il riscatto sociale, per i libri e per la Cultura, che ci salveranno, sempre”.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Annarita Briganti


è giornalista culturale per Repubblica e Donna Moderna, scrittrice, traduttrice. Per Cairo sono usciti i suoi tre romanzi: “Non chiedermi come sei nata (2014, vincitore del Premio Comoinrosa Opera Prima, poi divenuto uno spettacolo teatrale scritto dall’ autrice), “L‘amore è una favola (2015) e “Quello che non sappiamo (2018). Sempre per Cairo è uscito il suo primo saggio “Alda merini. L‘eroina del caos (2019, tra i vincitori del Premio Internazionale di letteratura Città di Como per la Saggistica, diventato anche uno spettacolo teatrale).

 

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