Cultura orale e civiltà…




Cultura orale e civiltà della scrittura da Omero a Platone

Recensione di Francesca Petroni


Autore: Eric A. Havelock

Editore: Laterza

Pagine: 370

Genere: Saggistica

Anno di pubblicazione: ​Prima edizione del 1983

 

 

 

 

Sinossi. Tra la cultura greca arcaica e della prima età classica e quella successiva intercorre un vero abisso. Fino a Platone, la poesia trasmessa oralmente era stata il veicolo di diffusione di tutto il sapere scientifico, giuridico, storico, religioso, filosofico. Poesia orale e cultura erano una cosa sola. Alla fine del V secolo la crisi politica e spirituale conseguente agli sconvolgimenti prodotti dalla guerra del Peloponneso creò le condizioni per un radicale mutamento. Proprio da una situazione di incertezza e instabilità scaturì, per reazione, l’esigenza di un sapere fondato su più solide basi, ordinato criticamente e sistematicamente, un sapere impossibile a trasmettersi se non per il tramite della scrittura. Havelock ha rinnovato la nostra conoscenza della cultura greca, ricostruendone gli effettivi canali di trasmissione – la tradizione orale prima, quella scritta dopo – nel vivo del contesto storico e sociale in cui operarono​.

 

 

Recensione

Un grande classico che, da oltre mezzo secolo, sazia le menti affamate di cultura greca. Il titolo originale “Preface to Plato”, rivela il cardine dell’indagine di Havelock.

Si parte, infatti, dalla Repubblica di Platone per ricostruire modo e mezzi comunicativi dell’antica grecia a partire da Omero.

Un lettura che ci accompagna fra gli strali di Platone contro la poesia e i poeti che, fino a quel momento, hanno monopolizzato la cultura, influenzando le menti degli uomini con i loro canti e le loro melodie attraenti.

 

“Qui c’è qualche mistero, qualche enigma storico, che non può essere risolto con la sola finzione che non esista, ossia che Platone non possa voler dire quello che dice.”

 

“La Repubblica”, per Havelock, ha un titolo che non rispecchia il suo contenuto, rivelandosi ben lontana dall’essere un saggio di politica utopistica. Anzi, è un duro attacco al sistema (nel reale senso rivoluzionario del termine).

Quante volte accusiamo i media moderni di essere fautori “lavaggio delle menti”? Quanto ci sentiamo influenzati dai social con messaggi non sempre (o quasi mai) edificanti?

Ebbene, nell’antica grecia, i media erano i poeti. Il cantore epico trasmetteva alla comunità contenuti giuridici, religiosi e addirittura scientifici e tecnici.

Havelock, in questo splendido saggio, dipinge un quadro chiaro: l’epos omerico era una vera e propria Wikipedia nella quale tutta la conoscenza e saggezza della cultura greca era organizzata e resa accessibile.

Nell’antica poesia greca non c’è la tipica connotazione moderna di arte creativa, ma si parla, piuttosto, di arte imitativa (destinata alla fruizione “di massa”), in netto contrasto con il pensiero razionale che Platone si avviava a definire nelle sue basi.

La filosofia vera e propria, così fertile di contenuti per la nostra cultura, per molti autorevoli studiosi inizia da qui.

 

“Phil- indica un impulso psichico, una tendenza, una sete, un desiderio che tutto consuma.”

 

I presocratici avevano aperto la strada cercando sintassi e strumenti necessari per portare avanti i primi approcci del pensiero verso l’astrazione. Si erano resi consapevoli delle facoltà mentali utili per questo scopo ma, come ci ricorda Havelock, “non sempre sapevano quel che facevano”.

Attraverso Platone è il genio di Socrate a scoprire cosa stava accadendo, definendone le conseguenze psicologiche e linguistiche.

 

“L’Europa vive ancora nella loro ombre, usando il loro linguaggio, accettando le loro dicotomie e obbedendo alla loro disciplina dell’astratto come principale veicolo dell’educazione superiore.”

 

Questo testo è scorrevole, ma anche estremamente approfondito nelle argomentazioni.

E’ consigliato (leggi: lettura imprescindibile) a chi vuole immergersi in profondità nella cultura greca attraverso l’interpretazione di un grandissimo esperto in materia.

 

 

 

Eric Alfred Havelock


Eric Alfred Havelock fu un filologo e storico dell’antichità classica inglese naturalizzato statunitense (​Londra​ 1903 – ​New York​ 1988). Insegnò latino e greco alla Harvard University (1947-63) e presiedette il dipartimento di studi classici alla Yale University fino al 1971, anno in cui si ritirò.
I suoi interessi spaziano dalla critica letteraria alla storia del pensiero e del costume, in ambito sia greco sia latino. Tra le opere: Lyric genius of Catullus(1939); The liberal temper in greek politics (1957); Preface to Plato (1963; trad. it. Cultura orale e civiltà della scrittura. Da Omero a Platone, 1973); The Greek concept of justice (1978).