Doppia identità




Recensione di Elvio Mac


Autore: Brian Freeman

Traduzione: Gioia Sartori

Editore: Piemme

Genere: Thriller

Pagine: 416

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Duluth, Minnesota. Un uomo muore in un incidente stradale causato da un cervo: i documenti che ha con sé sono falsi e nel bagagliaio viene ritrovata una pistola, ancora calda. La giornata del detective Stride è appena cominciata. Chi è quell’uomo? A chi ha sparato quella pistola da cui mancano due proiettili? Nel frattempo, la scomparsa di una studentessa di cinema conduce Stride a un set cinematografico che lo riguarda personalmente: a Duluth, infatti, stanno girando un film basato proprio su un vecchio caso di Stride, e l’attore che lo impersona, Dean Casperson, è una celebrità hollywoodiana. Sul set c’è perfino l’ultima vittima del serial killer di allora, la donna che Stride salvò da morte certa. Mentre le riprese continuano, il noto attore comincia a mostrare un lato oscuro che nessun tabloid aveva mai rivelato. Nel tentativo di scovare la verità sul suo alter ego, Stride scoprirà, con l’aiuto del poliziotto Cab Bolton, un legame tra Casperson e la morte di una quindicenne. Ma l’uomo è disposto a tutto pur di proteggere la sua reputazione.

Recensione

Sembra che il mondo di Hollywood faccia cazzotti con il mondo reale, quello di Duluth. La gente del cinema e di quell’ambiente, è abituata a prendersi troppe libertà e quasi sempre l’educazione e la gentilezza sono una finta facciata. Ma quando ci si scontra con il potere del denaro e della fama, si finisce comunque per perdere.

La doppia identità di cui si parla in questa storia, riguarda diversi personaggi coinvolti. Non c’è solo l’ambiguo protagonista del film che sta impersonando Stride, ma anche quello vero, che vede la sua vita passata al setaccio dai media a caccia di notizie. Stride è costretto a tornare con la memoria ai suoi errori del passato. Ripensa a come avrebbe dovuto comportarsi e mette in discussione sé stesso fino a capire che l’unico modo per andare avanti è quello di accettare gli sbagli fatti.

Un alter ego, (titolo originale) è un altro sé, una seconda personalità all’interno della stessa persona, con caratteristiche nettamente distinte dalla prima. In questa storia i personaggi, vivono nelle due dimensioni, ma alcuni sono deviati e fanno del male.

Brian Freeman è tra i miei autori preferiti, non solo perché risponde personalmente dal suo profilo Facebook cosa che ci tiene a precisare, ma soprattutto perché sa distinguersi per le sue capacità di scrittore. Sa gestire ottimamente la trama, collegarla con naturalezza a fatti e libri precedenti, è in grado di creare personaggi che restano impressi nella memoria, siano essi protagonisti o di contorno.

Non mi stupirei se per molti Maggie Bei sia il personaggio preferito in questa storia. Collega di Stride, eccentrica bellissima e minuta, con grande intuito e risorse, indipendente e con un sarcasmo spiazzante. Grazie a lei, avviene l’incontro tra i due personaggi più famosi creati dall’autore, ovveroJonathan Stride e Cab Bolton. I due detective nutrono sospetti sulla stessa persona e pur essendo a migliaia di km di distanza, l’aggancio avviene senza forzature con il perfetto tramite fatto da Maggie Bei.

Chi conosce il personaggio Stride, ritroverà tutte le certezze che aveva conosciuto dell’uomo incorruttibile e deciso, con i suoi tormenti e le sue fragilità. Chi invece ne farà la prima conoscenza, resterà affascinato dall’uomo antieroe, con il senso dell’onore, un grande ego e molto testardo. Tutte caratteristiche buone, ma a volte non divise in proporzioni perfette. Per quanto riguarda Cab Bolton e la sua originalità, sarebbe meglio averlo già conosciuto, in modo che risulti normale con le sue singolarità.

L’ambientazione è tipica del Minnesota con i suoi rigidi inverni, i paesaggi sono quasi sempre innevati e le difficoltà di muoversi e spostarsi in questi grandi spazi americani, fanno parte integrante della trama, rendendola cupa e lenta quanto basta. Ad un certo punto, alcuni eventi che sembravano indipendenti e risolti, si collegano tra loro mantenendo alto l’interesse del lettore.

Quando il protagonista dei libri di Freeman è Frost Easton, l’elemento sovrannaturale la fa da padrone, ma anche negli ultimi libri senza questo personaggio, Freeman ha voluto inserire piccole dosi di mistero e devo dire che è ben dosato senza mai eccedere.

La parte razionale è interpretata da Stride, mentre quella mentale da Cat e Serena. Cat è presentata come la ragazza fragile, da proteggere con il suo spirito coraggioso ma incosciente. Serena è quella che girando al largo dalla storia, con il suo punto di vista da lontano, ha sempre qualche intuizione risolutiva. Questa caratterizzazione netta dei personaggi, consente di farne conoscenze famigliari, senza escludere piccoli colpi di scena.

Cat diventa protagonista quando motivata da nobili propositi, si metterà nei guai e dovrà vedersela con i fantasmi del passato. Questa ragazza, entrata nella complicata vita di Serena e Jonathan, hagià avuto a che fare più volte con la morte ed ha affrontato la sofferenza sin da bambina. Lei non crede di essere speciale, ma Stride glielo ricorda quando serve e quando ha bisogno di ritrovare la strada smarrita.

Intuire il finale non è affatto semplice, si deve arrivare alle ultime pagine per avere tutte i chiarimenti delle vicende collegate. Cosa semplice, vista la fluidità della scrittura.

Mi è mancato un po’ Alfredo Colitto che solitamente è il traduttore di Freeman, il grado militare di Stride tradotto in Luogotenente e ripetuto per tutta la lunghezza del libro non si può proprio sentire, anche perché in tutti i capitoli precedenti è Tenente.

 

A cura di Elvio Mac
https://m.facebook.com

 

Brian Freeman


nato a Chicago nel 1963, è un autore amatissimo anche in Italia, dove ha avuto Giorgio Faletti fra i suoi principali ammiratori. È uno dei maggiori autori americani di thriller, in Italia ha publlicato Immoral (Piemme, 2006), che ha vinto il Macavity Award come miglior opera prima, Il veleno del sangue (Piemme, 2013), vincitore degli International Thriller Awards, La ragazza di pietra (2014), Ai morti non dire addio (2016) e La donna che cancellava i ricordi (Piemme, 2017), che inaugura una nuova serie, con un nuovo protagonista, il tormentato detective Easton. Ha scritto anche: Il giorno più buio (Piemme, 2018), La verità sbagliata (Piemme, 2019) e Doppia identità (Piemme, 2020).

 

Acquista su Amazon.it: