Due cadaveri senza nome




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Karen Katchur

Editore: Newton Compton

Traduzione: Paolo Ippoliti

Genere: thriller

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. La piccola città di Portland, in Pennsylvania, è sconvolta dal ritrovamento di un corpo martoriato. La scena che si presenta agli investigatori è simile in modo inquietante a un caso rimasto irrisolto circa vent’anni prima: un’altra vittima, brutalmente assassinata, venne ritrovata nel fiume Delaware. Il detective Parker Reed è intenzionato a dimostrare l’esistenza di un collegamento tra i due omicidi e il coinvolgimento degli Scion, un gruppo di motociclisti del luogo che da sempre vive ai margini della legalità con il beneplacito della polizia locale. Ma la gente del posto è diffidente e maldisposta a collaborare con lui. Il passato entrerà in collisione con il presente quando Becca Kingsley, tornata a Portland a causa della malattia del padre, si ritroverà faccia a faccia con il suo primo amore. Parker è molto cambiato da allora, ma ha disperatamente bisogno di lei: avere dalla sua parte la figlia dell’ex capo della polizia, infatti, significa poter penetrare la fitta nube di omertà che circonda i due delitti. Ma, in una città in cui l’oscurità più feroce è in agguato in pieno giorno, fare luce sulla verità può essere molto pericoloso…

Recensione

Il fiume Delaware separa due città, Portland e Columbia, e due stati, Pennsylvania e New Jersey. Becca è una veterinaria e vive a Columbia assieme al compagno Matt, avvocato di successo, la cagna Romy e il gatto Lucky. Durante la sua ora di corsa mattutina lungo il fiume scorge una persona sulla riva opposta. È un uomo che conosce e che la riporta al mondo dell’infanzia vissuta a Portland, quando suo padre Clint era il capo della polizia locale.

I suoi si sono separati quando lei è andata al college, dopo anni di litigi e tradimenti. Becca non ha mai perdonato al padre le sue relazioni facili e non lo vede da anni. Clint è malato e prossimo alla morte chiede a Becca di tornare a salutarlo, per un ultimo tentativo di riappacificazione. Becca esita ma alla fine decide di seguire il cuore e stare vicino al genitore. In questo modo può allontanarsi da Matt e dai suoi tradimenti che le ricordano sempre di più gli atteggiamenti paterni. Il ritorno a Portland però coincide con il riaffiorare dal fiume di un cadavere.

Il corpo eviscerato ricorda stranamente un caso di vent’anni prima di cui si era occupato anche Clint. Del nuovo omicidio invece si occupa Parker, un amico di infanzia di Becca. Un amico che Becca avrebbe voluto fosse qualcosa di più… Mentre le condizioni del padre peggiorano, le indagini, ora come allora, portano a un clan di motociclisti, gli Scion, violenti e temuti dalla piccola comunità. Il capo di questi è John e prima di lui lo era stato il padre Russell, fratellastro di Clint. Becca dovrà affrontare una dura sfida con gli affetti del passato e ricordi che credeva di aver cancellato per sempre.

Il romanzo procede con un buon ritmo e la verità viene a galla lentamente, come la memoria che ritorna a tratti, sempre più vivida a chiarire misteri sepolti. I tratti psicologici dei personaggi sono tratteggiati con cura e realismo. Becca, giovane insicura dominata dal sentimento di amore e odio verso il padre, Matt e Clint, i classici uomini sicuri di sé e sempre pronti a pensare che a loro tutto sia perdonato, Parker deciso ed introverso ragazzo di provincia. Una buona parte della narrazione racconta le difficoltà dell’accompagnare una persona casa al distacco finale. Tutto il vissuto viene allo scoperto, nel bene e nel male.

Il detto e soprattutto il non detto si scontrano di fronte all’incapacità di cogliere il senso dell’ultimo atto che ci aspetta. Confusione, sgomento, affetto si mescolano a una sensazione di vuoto incombente, un vuoto che non si riesce a colmare. Le emozioni di Becca sono il filo conduttore della narrazione: i suoi rapporti difficili con il padre, la sua debolezza con Matt, il suo amore inconfessato per Parker, la sua passione per gli animali, la sua fiducia, nonostante tutto, in John, cattivo ma non troppo…

Un bel libro che unisce al giallo una buona dose di riflessioni sulle relazioni umane e sulla “tranquilla” esistenza nella provincia americana.

 

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

 

Karen Katchur


è un’autrice di thriller di successo, che ha avuto numerosi riconoscimenti di pubblico e critica. Si è laureata in diritto penale e i suoi studi hanno fornito l’ispirazione a molti dei suoi romanzi. Vive in Pennsylvania con il marito e i due figli.

 

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