Educazione Americana




Recensione di Alessio Balzaretti


Autore: Fabrizio Gatti

Editore: La nave di Teseo

Genere: Romanzo

Pagine: 496

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. “Educazione americana” racconta la vera storia di una squadra clandestina della CIA, al servizio del governo degli Stati Uniti per condizionare le democrazie in Europa: sono sbirri in borghese dalla doppia e tripla vita, fanatici del crimine o semplici mercenari in cerca di emozioni. Hanno ucciso, finanziato partiti, favorito stragi. Se un solo istante delle loro vite avesse imboccato una strada diversa, il mondo come lo conosciamo non sarebbe esistito. Dalla Francia a Israele, dal Belgio all’Italia. L’elenco delle loro operazioni attraversa trent’anni di delitti. Interferiscono nella rivoluzione giudiziaria che con l’inchiesta Mani pulite ha cambiato la storia del nostro paese, ma non impediscono i successivi attentati della mafia. Rubano codici di comunicazione della Russia di Putin, con un’operazione internazionale in cui un agente americano viene ucciso a Roma, e il suo corpo abbandonato nel Tevere. A Bruxelles partecipano all’omicidio di Gerald Bull, il progettista canadese del Super Cannone di Saddam Hussein. A Parigi buttano nella Senna un giovane passante, Brahim Bouarram. La loro attività comprende il furto di segreti bancari in Svizzera, il sequestro di imam islamisti, tra cui Abu Omar a Milano, le trattative per il rilascio degli ostaggi rapiti nel deserto del Sahara. E, ai giorni nostri, il traffico di informazioni finanziarie e industriali, sottratte quotidianamente dai computer di ignari ministri, manager e imprenditori. In un romanzo in cui tutto è reale, Fabrizio Gatti ricostruisce la storia segreta che i documenti non possono raccontare.

Recensione

Educazione Americana è un dossier, una confessione, la testimonianza della spia più realistica che abbia mai letto.

Quello di Simone Pace è un viaggio che attraversa gli ultimi trent’anni di storia italiana e non solo, in cui le sue azioni, che hanno influito in molti degli eventi più importanti della scena politica internazionale, non sono da etichettare come gesti eroici o missioni spettacolari di un patriota o di un uomo che per dedizione ha messo in gioco la sua vita per salvare il mondo.

Simone Pace ha obbedito a degli ordini, molte volte senza sapere quale fine celassero e le cui conseguenze avevano effetti collaterali poco rilevanti. Gli operativi come lui si sono nutriti per anni dell’adrenalina che porta con se il far parte di un’organizzazione segreta e la CIA li ha addestrati sul campo a diventare fantasmi, a non fare domande e soprattutto a guardarsi sempre le spalle.

Fabrizio Gatti disegna personaggi realistici, anti eroi che sgretolano lo stereotipo di 007 fascinosi e disincantati, circondati di belle donne sdraiati a prendere il sole su uno yacht al largo di Montecarlo in attesa di nuove avventure.

Patrick, Enrique, Martin e gli altri controllori, sono uomini comuni che fingono di vivere vite normali ma che muovono pedine come Simone sapendo di metterli davanti a rischi incalcolabili, dove la morte sarebbe un sollievo e l’essere scoperti una dannazione eterna.

L’autore lascia trasparire un’empatia quasi inaspettata tra chi ordina e chi esegue. Abbracci fraterni, emozionanti strette di mano e pacche sulle spalle cariche di affetto, gesti dal gusto agro dolce di chi sa di non potersi sottrarre più a quella sorta di dipendenza fisica dall’educazione americana di Washington.

Questo romanzo è un spy story dai ritmi lenti ma imprevedibili, come onde del mare che viaggiano sinuose e apparentemente innocue per chilometri fino a trovare uno scoglio dove si infrangono a velocità impressionante, rivelandoci che ogni singola goccia d’acqua può diventare un muro di cemento capace di distruggere, colpo dopo colpo, qualsiasi cosa lungo suo cammino.

Lo scopo dell’autore sembra essere quello di dimostrare che la storia, così come ci viene raccontata, può essere presa per buona ma può anche essere, senza ombra di dubbio, ricostruita sulla base dieventi a noi totalmente sconosciuti.

Sono convinto che Gatti abbia fatto un lavoro di studio storico, per incastrare tutte le vicende, che ha superato, in termini di ore, il tempo impiegato alla stesura di questo romanzo.

La lettura è scorrevole e ricercata ma richiede attenzione e una certa conoscenza, tuttavia, senza farsi spaventare anche da circostanze storiche un po’ dimenticate, è stimolante rinfrescarsi la memoria su quanto successo nel mondo negli ultimi anni.

Il finale drammaticamente romantico tra Simone e Latifa ci riporta al romanzo puro, a quell’amore impossibile che ha poco di realistico ma che ti colpisce come un vero pungo allo stomaco.

Fabrizio Gatti


Scrive per il settimanale L’Espresso, dove lavora dal 2004 come inviato, e vive a Roma. Sono famose le sue inchieste da infiltrato sulle rotte dell’immigrazione irregolare dall’Africa all’Europa, sul caporalato nell’agricoltura e nell’edilizia, sulle scarse condizioni igieniche negli ospedali e sulla corruzione negli appalti pubblici. Molti suoi articoli sono stati tradotti in tutto il mondo. Dal 1987 al 1990 ha scritto per Il Giornale di Indro Montanelli e dal 1991 al 2004 per il Corriere della Sera. Ha anche attraversato quattro volte il deserto del Sahara sui camion con centinaia di migranti in viaggio dal Niger verso la Libia e si è infiltrato in una organizzazione di trafficanti di uomini in Nord Africa, diventando l’autista di uno dei gangster. È stato recuperato in mare, rinchiuso nel centro di detenzione sull’isola di Lampedusa come immigrato irregolare iracheno, con il finto nome di Bilal Ibrahim el Habib. Sempre per svolgere una delle sue inchieste da infiltrato, si è fatto ingaggiare come schiavo, con altri lavoratori stranieri, dai caporali che controllano la raccolta di pomodori in Puglia. Gatti ha raccontato la sua esperienza di giornalista sotto copertura in numerose inchieste pubblicate da L’Espresso e nei libri Bilal – Viaggiare, lavorare, morire da clandestini (Rizzoli, 2007 – vincitore del premio Tiziano Terzani), diario di quattro anni vissuti da infiltrato tra il deserto del Sahara, Lampedusa e le campagne dove l’industria alimentare compra prodotti a prezzi da fame; e Gli anni della peste (Rizzoli, 2013), romanzo-verità sul primo collaboratore di giustizia tradito dallo Stato nel momento in cui l’Italia scende a patti con la mafia. Ha anche pubblicato Viki che voleva andare a scuola (Rizzoli, 2003), testo di lettura adottato in numerose scuole e L’Eco della frottola (Rizzoli, 2010), vincitore del Premio letteratura ragazzi Elsa Morante.

 

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