Floridiana




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Emanuele Pettener

Editore: Arkadia Editore

Genere: narrativa

Pagine: 236

Pubblicazione: 13 maggio 2021

Sinossi. Boca Raton, Florida, marzo 2016. In una lucente mattina tropicale Thomas, dentista in pensione, lascia la moglie April. Ne è innamorato appassionatamente, ma avverte con amarezza che il suo sentimento non è corrisposto. Rifugiatosi in un motel, ci racconta la storia della sua vita, trascorsa in perpetua ed elettrica tensione fra due passioni: l’amore intenso per la famiglia e quello altrettanto feroce – e continuamente frustrato – per la scrittura. Convinto che la moglie lo tradisca con il suo vecchio rivale Juan, ex compagno di studi in un corso di Creative Writing e ora ginecologo di April, Tom si unisce a tre amici e a un gruppo di ragazzi americani per una vacanza-studio a Venezia. Qui, in compagnia di una giovane argentina, stregato dalla sensualità della città e della sua nuova amica, esplora sensazioni mai provate e vive inattese avventure, fino al risolversi del mistero del tradimento di April. Floridiana è una commedia sul desiderio, sull’essenza magica e ridicola della nostra esistenza, un romanzo comico e tragico al contempo, dove, fra una spiaggia di sabbia dorata e un labirinto di umide calli, ogni lettore può ritrovare un po’ di se stesso.

Recensione

Floridiana è il quarto romanzo di Emanuele Pettener, nato a Mestre (Venezia), ma ora cittadino americano e insegnante di Lingua e letteratura italiana a Boca Raton, poco più in là di Miami, alla Florida Atlantic University.

Un romanzo da cui esce un delizioso ritratto degli Stati Uniti contemporanei, attraverso pennellate di ironia, uno humor dissacrante, parecchi colpi di scena e, perché no?, un filo di erotismo spalmato un po’ dappertutto.

Thomas Giannini, il settantenne protagonista, si ritrova single, dopo 48 anni: inebriante, lo definisce, “un mix di leggerezza, ebbrezza, e terrore del vuoto”.

Ho lasciato mia moglie a settantun anni, dopo quarantotto di matrimonio, senza contare quelli di fidanzamento. Poh! Il gesto più coraggioso della mia esistenza. Amo mia moglie. Ma mia moglie non mi ama, non mi ha mai amato, almeno negli ultimi quarantott’anni, era giusto farglielo notare…”

L’incipit ci scaraventa subito nell’azione e nel vissuto di Tom, convinto che la moglie, fra l’altro, lo faccia pure cornuto, offrendoci un punto di vista squisitamente personale: lui la vede ancora a 69 anni come una donna di una bellezza strepitosa.

È da questo particolare che ci rendiamo conto di quale sia il tema di questo divertente romanzo: essere anziani non è necessariamente la morte di tutto, non lo è dei pensieri, dei sentimenti, non lo è nemmeno della sen- e ses-sualità. Essere anziani in Florida vuol dire desiderare, sognare ancora, ma anche fare, agire, non sentirsi finiti. Andare ad aperitivi in cerca di un brivido di libertà, nonostante poi si riveli abbastanza tristolino e molto meno stimolante di quanto avesse pensato, ma farlo se hai voglia di farlo, senza porsi particolari problemi.

E così seguiamo Tom lungo i suoi pensieri, fra accadimenti presenti e molti passati, fra la carriera, i figli, la moglie, il benessere, il lavoro indefesso come dentista portatore di lauti guadagni, mentre lui tuttavia sogna d’essere scrittore.

La scrittura, miraggio e altare supremo a cui sacrificare periodicamente aspirazioni, invidie, frustrazioni, molta fatica, molta ignavia, poco successo e diverse discussioni matrimoniali. Tom racconta di quando frequentava un corso di scrittura creativa: i compagni, le sottili gelosie, i dispetti, le invidie. In particolare nei confronti di tale Juan, prestante giovane dotato anche di talento di penna, su cui in più tarda età riverserà ulteriori gelosie e assurdi sospetti, quando diventerà il ginecologo della moglie April.

Di avventura in avventura lo ritroviamo infine a Venezia con una sgangherata compagnia di giovani e anziani, partecipanti ad un corso di italiano, per un viaggio studio, dove l’arguta ironia di Pettener si mescola a un’inattesa poesia nel descrivere la propria amata città.

Ne avevamo avuto già un assaggio della poesia dell’autore, nel descrivere le palme, il mare, il sole che brucia senza pietà. Ma è nella sua natia e amata Venezia che la sensualità, di cui invero gronda fin da subito il romanzo (spesso mitigata tuttavia dall’ironia), arriva al suo apice: fra calli, odori, luci e colori della favolosa città sull’acqua esplodono i sensi dell’anziano protagonista che, messo alla prova da un paio di accadimenti, scoprirà, forse, finalmente, “il senso della vita”, o perlomeno della propria.

Perché la vita, alla fin fine, non è semplice. Non lo è da giovani, non lo è da vecchi. Ma resta un’avventura stupenda tutta da vivere.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Emanuele Pettener


Emanuele Pettener è nato a Mestre. Insegna Lingua e Letteratura italiana ed è “writer in residence” alla Florida Atlantic University (Boca Raton, Florida), dove nel 2004 ha conseguito un Ph.D in Comparative Studies. Ha scritto numerosi articoli e racconti apparsi su riviste statunitensi e italiane. È autore dei romanzi È sabato. Mi hai lasciato e sono bellissimo (Corbo, 2009), Proust per bagnanti (Meligrana, 2013) e Arancio (Meligrana, 2014). Ha pubblicato il saggio Nel nome del padre del figlio e dell’umorismo. I romanzi di John Fante (Cesati, 2010) e, in inglese, la raccolta di brevi racconti A Season in Florida (Bordighera Press, 2014, traduzione di Thomas de Angelis). Ha curato il cinquantesimo numero della rivista “Nuova Prosa” (2009).

 

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