Follia maggiore




Recensione di Patrizia Argenziano


Autore: Alessandro Robecchi

Editore: Sellerio editore Palermo

Genere: giallo

Pagine: 400

Anno di pubblicazione: 2018

Milano. Piove.

Per uno scippo, almeno in apparenza, Giulia Zerbi perde la vita. In molti la piangono, in molti si chiedono perché, in molti indagano per giustizia, altri indagano per amore.

La piange la figlia Sonia che con lei ha sempre condiviso tutto, compresa la sua passione più grande: la lirica. La piange e indaga Umberto Serrani, un ricco signore di una certa età, che ha conosciuto Giulia in tempi passati e che ne ha serbato il ricordo, e qualcosa in più, nel cuore.

Soffre Umberto per questa perdita e passa i minuti ad architettare come riscattare i vuoti, lasciati con il tempo, nella vita di lei. Indaga la strana coppia, Carlo Monterossi e Oscar Falcone, assoldati proprio da Umberto Serrani. Una coppia di investigatori per caso ma che sembra funzionare per la loro capacità di mettersi in gioco, di rapportarsi con gli altri, di infilarsi ovunque ma soprattutto di credere nella giustizia. E indaga anche la giustizia in persona, nei panni di un’altra coppia ben assortita, i sovrintendenti di polizia Ghezzi e Carella.

Si indaga nell’animo umano per scoprire ciò che, ai più, è nascosto, si indaga nelle vie di Milano alla ricerca di uno spiraglio di luce attraverso l’incessante pioggia di acqua che cancella e lascia prove, che si infiltra nelle ossa degli uomini e provoca quel senso di malinconia che abbraccia tutta la città.

“Se ne vanno verso la macchina di Carlo con passo spedito, perché piove ancora, pioverà per sempre, vivremo le nostre vite e ci chiameranno all’ultimo appello a rendere conto di tutte le cazzate che abbiamo fatto, e starà ancora piovendo, e questo a Milano si chiama novembre”.

La pioggia avvolge Milano come una coperta di Linus. La pioggia e Milano, sfondi e protagoniste insieme di questo romanzo, giallo, noir che descrive la Milano della gente comune, che fa la spesa, che fatica a tirare a fine mese, che vorrebbe essere ma non è. Descrive la Milano del ceto medio, dei piccoli ma grandi problemi quotidiani, la Milano lontana dalle vetrine scintillanti delle vie della moda. Descrive l’altra Milano, quella che corre e non passeggia, che arranca, che sogna, che vive. Descrive la Milano in cui niente è scontato e tutto è da guadagnare, più o meno legalmente.

La pioggia si intrufola fra le righe, cade più o meno battente ma non trascina con sé dubbi e paure anzi rafforza quel senso di malinconia che si appiccica addosso come una seconda pelle, che non fa respirare, che fa sprofondare di fronte a quell’assurda domanda: “meglio avere rimorsi o rimpianti?”. E, se fossero entrambi?

In questo libro non una storia sola ma tante storie che si incastrano alla perfezione e che, attraverso gli svariati personaggi, ci forniscono una visione piuttosto nitida di una situazione sociale che spesso opprime gli animi e spinge ad essere ciò che, in realtà, non siamo.

È la storia di Giulia che lascia un vuoto incolmabile. È la storia di Umberto che, conscio del trascorrere inesorabile del tempo e per sentire ancora accanto a sé la donna scomparsa, si prodiga per la felicità della figlia di lei, Sonia. È la storia di Sonia che, nel momento più triste della sua vita, si ritrova a toccare il cielo con un dito. È la storia di Carlo Monterossi che tenta di lasciarsi alle spalle la tv spazzatura che l’ha, ormai, nauseato, un Monterossi che sta cambiando e si riscopre. È la storia di Oscar che ama vederci chiaro e non lasciare questioni in sospeso. È la storia di Ghezzi e Carella, due uomini dediti al lavoro perché, nonostante la pioggia, le feste e la famiglia, giustizia deve essere fatta.

Non solo giallo ma anche amore, malinconia, nostalgia del passato, ironia, umorismo, si fondono in un tutt’uno dipingendo un quadro dei giorni nostri sulle note di un Dylan, sulle arie di un Rossini ma soprattutto sotto le gocce della pioggia.

Per me, il miglior libro dell’autore. Mi piace la sua Milano, come la “sente” e come la scrive.

A cura di Patrizia Argenziano

  instagram.com/patrizia.arge

Alessandro Robecchi


Alessandro Robecchi è stato editorialista de Il manifesto e una delle firme di Cuore. È tra gli autori degli spettacoli di Maurizio Crozza. È stato critico musicale per L’Unità e per Il Mucchio Selvaggio. In radio è stato direttore dei programmi di Radio Popolare, firmando per cinque anni la striscia satirica Piovono pietre (Premio Viareggio per la satira politica 2001). Ha fondato e diretto il mensile gratuito Urban. Attualmente scrive su Il Fatto Quotidiano, Pagina99 e Micromega. Ha scritto due libri: Manu Chao, musica y libertad (Sperling & Kupfer, 2001) tradotto in cinque lingue, e Piovono pietre. Cronache marziane da un paese assurdo (Laterza, 2011). Con questa casa editrice ha pubblicato Questa non è una canzone d’amore (2014), Dove sei stanotte (2015), Di rabbia e di vento (2016), Torto marcio (2017), Follia maggiore (2018) e I tempi nuovi (2019).