I delitti di Monteverde





Recensione di Stefania Ceteroni


Autore: Adele Colgada

Editore: Giunti

Genere: giallo

Pagine: 228

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Dopo anni trascorsi a editare libri gialli, Gerarda Greco, 58 anni compiuti da un mese e felicemente pre-pensionata, vuole solo leggere ciò che le va e fare lunghe passeggiate nel suo nuovo quartiere a Roma: Monteverde. Ha ereditato la casa di zia Ginetta e con essa un condominio di anziani e variopinti vicini: c’è la signora Angelucci, ex attrice di fotoromanzi impeccabile e azzimata a qualsiasi ora del giorno, la Sanfilippo, ex insegnante in pensione con la mania di collezionare carte e le anziane signorine Meloni, sempre troppo occupate a impicciarsi dei fatti degli altri. Gerarda non è destinata però ad annoiarsi… a movimentare le sue giornate, prima la scoperta del brutale omicidio di un’artista locale, Adelaide Grazzini, avvenuto nel 1958, e poi il ritrovamento del corpo della bislacca Sanfilippo con la testa spaccata. A indagare arriva il commissario Laguardia, quarantenne lucano trasandato ma acuto, che capisce ben presto di aver bisogno di un complice all’interno del condominio – e chi meglio di una delle inquiline? Gerarda accetta – più o meno di buon grado – il suo nuovo ruolo di spia, svolgendo indagini parallele sui due delitti di Monteverde. Perché il caso Grazzini non è mai stato risolto? E se fosse in qualche modo collegato alla morte della signora Sanfilippo? Tra una telefonata della Ciminiera, il suo ex capo nonché ex amante che cerca di convincerla a tornare a lavorare per la casa editrice, gli incontri segreti con Laguardia nelle serre dell’Orto Botanico e le chiacchierate/interrogatorio con i condomini, la verità verrà piano piano a galla e con essa insospettabili moventi, intricate relazioni e passioni mai sopite. Un giallo sofisticato che con ironia strizza l’occhio al mondo dell’editoria e dei libri.

Recensione

Gerarda Greco è una protagonista molto singolare. Non è un’investigatrice, non è un commissario ma ha un acume ed una capacità di fissare i dettagli che la accomunano sia alla prima che alla seconda figura. Non ama i rapporti umani, Gerarda. E quando è arrivato il momento di starsene per conto suo, chiudere i ponti con il lavoro in casa editrice (dove si è sempre occupata di libri gialli come editor), vivere serenamente nell’appartamento che ha ereditato in un tranquillo condomio… bhè, ecco che le carte si scompigliano.

Gerarda scopre di vivere in un condominio che proprio tranquillo non è e di essere attorniata da un manipolo di vicini alquanto pittoreschi. E quando si imbatte non in uno ma in due morti misteriose, una delle quali risalente ad anni prima, comprende subito che dovrà rinviare a data da destinarsi la sua tranquilla vita da pensionata.

Ciò che più mi ha colpito nel racconto è stato il fatto che non si corre dietro alle indagini come avviene in altri gialli, carichi di tensione e di colpi di scena. Qui il lettore, a me almeno è capitato così, si sente immerso nella vita di un condominio che sembra uguale a tanti altri, con vicini particolari, dalle abitudini particolari, con chi non si fa i fatti propri, con chi si abbraccia sul pianerottolo… E si fa anche quattro risate nel trovare una certa somiglianza con il suo, di vicino, quello strano, o con quella vecchietta dall’aria sospettosa che sta al piano terra.

E poi l’ironia. Gerarda è un personaggio ironico e pungente. Le descrizioni che offre al lettore nel parlare dei suoi vicini sono davvero divertenti e catalizzano l’attenzione. Ho apprezzato molto questo aspetto,  che permette alla storia di uscire dai canoni del giallo tradizionale puntando sulla personalità della protagonista e dando una dimensione particolare a tutti gli altri personaggi, non solo ai fini delle due morti rispetto alle quali si sta indagando.

Perché se è vero come è vero che su quella più recente si sono mosse le forze dell’ordine, con il commissario Laguardia che affida a Gerarda il compito di essere i suoi occhi e le sue orecchie sul posto, è anche vero che l’acume di Gerarda la porta a tornare sulle tracce di un vecchio omicidio mai risolto e finito nel dimenticatoio, del quale le forze dell’ordine non si occupano più da tempo.

E a tal proposito fare qualche domanda in giro, così, giusto per saziare la sua curiosità, a chi può far male?

A nessuno, giusto?

Però magari possono emergere dettagli all’epoca dimenticati…

E’ un giallo che consiglio a tutti, anche ai più giovani o a chi volesse avvicinarsi a questo genere senza essere catapultato immediatamente in meccanismi contorti o ragionamenti criptici. La storia di Gerarda e delle sue indagini è molto lineare, semplice ma allo stesso tempo intrigante e sottile. Con qualche sorpresa che arriva senza preavviso, in modo naturale ma non per questo meno eclatante.

A cura di Stefania Ceteroni

https://libri-stefania.blogspot.com

 

Adele Colgada


Adele Colgada è il nome di penna di Stefania Fabri e Giulia Caminito. Adele scrive di tutto e adora soprattutto leggere gialli. Grazie al suo acume, mantiene un atteggiamento di diffidenza nei confronti della realtà per cui ragiona anche su eventi all’apparenza del tutto insignificanti. Desidera che le sue storie non siano troppo cupe ma animate da una certa sagacia e dalla consapevolezza che gli esseri umani vadano descritti senza fare nessuno sconto. Questo, per Adele, è il primo romanzo.

 

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