I superstiti del Télémaque




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Georges Simenon

Traduzione: Simona Mambrini

Editore: Adelphi

Genere: giallo

Pagine: 187

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. «Pierre è tutto forza, muscoli, salute. Char­les è il cervello della famiglia!» diceva la gente. Tant’è che se Pierre aveva preso il brevetto di capitano era stato solo grazie all’aiuto di Charles. Dei gemelli Canut, tutti preferivano Pierre, «Pierre che vive­va appieno la vita, Pierre che era bello, che era forte, Pierre che sorrideva sereno scrutando l’orizzonte e ispirava una fidu­cia immediata, un’immediata simpatia!».

Mentre Charles, che era debole di petto e non poteva lavorare sui pescherecci come la maggior parte degli uomini di Fécamp, rimaneva nell’ombra del fratello. Per di più, era uno che «temeva di offendere le persone, di dar loro un dispiacere» – uno che non faceva altro che scusarsi. Eppure, il giorno in cui Pierre viene arrestato con l’accusa di aver ucciso l’ultimo dei super­stiti del naufragio in cui il padre, trent’an­ni prima, aveva perso la vita in circostanze mai chiarite (si sospetta un caso di antro­pofagia), Charles decide di «sbarazzarsi di se stesso, di quel Canut timido e dimes­so» che è sempre stato e di dimostrare a tutti di che cosa è capace: sarà lui a smascherare il vero assassino e a salvare il fra­tello!

Recensione

Pierre e Charles Canut sono due gemelli trentenni e vivono a Fécamp, una piccola cittadina portuale francese. Charles è impiegato alle ferrovie e Pierre è capitano di un peschereccio. Il primo è introverso, più portato allo studio, debole di salute, l’altro robusto, pieno di vita, amato da tutti. La sorte li ha voluti simili di aspetto eppure diversi nel carattere, l’uno timido e l’altro spavaldo.

Ma i due ruoli si invertono all’improvviso quando Pierre viene arrestato con l’accusa di omicidio. Il movente sarebbe vecchio di tre decenni e riguarderebbe un naufragio in cui morì, in circostanze mai chiarite, proprio il padre dei due gemelli. Février, l’ultimo superstite del terribile evento, viene ritrovato con la gola tagliata nella sua villa a Fécamp. Charles, sicuro dell’innocenza del fratello, decide di indagare per scoprire il vero colpevole e, sia pure per pochi giorni, ribalterà i ruoli consolidati.

“È difficile stabilire con precisione il momento in cui una città si sveglia. Fu una questione di un attimo. Sulle banchine cominciarono a circolare i vagoni, la stazione risuonò del fischio dei treni, le auto presero a strombazzare agli angoli delle strade e tutt’a un tratto si vide la sagoma nera del Centaure che si insinuava tra le briccole.”

Basta una semplice descrizione come questa per entrare in un’atmosfera ricca di sensazioni.

Leggere Simenon è come fare un tuffo nell’acqua limpida. Le parole sgorgano leggere e precise costruendo situazioni, ambienti, dialoghi con un’innata freschezza. Sembra di muoversi con l’autore per la piccola cittadina di provincia, annusando l’aria che sa di mare e di pesce, ascoltando i rumori noti del porto, le voci che si sovrappongono di venditori, marinai, semplici curiosi.

Assieme a lui seguiamo il concatenarsi dei fatti che passo dopo passo portano all’inesorabile scoperta del colpevole. Anche la fisionomia dei personaggi, tanto esteriore che interiore, è ben delineata e li fa apparire verosimili, quasi familiari.

Chi non ha incontrato Pierre e Charles nella propria vita?

Due fratelli che vivono vite opposte, una nell’ombra e l’altra sempre sotto i riflettori?

E non ci ricorda forse qualcuno il burbero Jules il proprietario del locale dove si ritrovano tutti i marinai al ritorno dalle lunghe sessioni di pesca?

Tutti i personaggi hanno una solida consistenza, la madre dei due fratelli che ha perso la ragione per il dolore alla morte del marito, l’armatore Pissart sempre preoccupato per i suoi affari, Paumelle il giovane perdigiorno e sbruffone… Ciascuno dei protagonisti del romanzo possiede una caratteristica nota, che ci rende sicuri di averlo incrociato almeno una volta nella nostra vita.

Questo credo che significhi essere uno scrittore: saper raccontare senza presunzione, intrattenere senza annoiare, dare vita a un mondo possibile dove riuscire a far trascorrere qualche ora piacevole ai lettori.

Assolutamente da leggere.

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

 

Georges Simenon


Romanziere francese di origine belga. La sua vastissima produzione (circa 500 romanzi) occupa un posto di primo piano nella narrativa europea. Grande importanza ha poi all’interno del genere poliziesco, grazie soprattutto al celebre personaggio del commissario Maigret.

 

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