I vivi e i morti




Recensione di Clementina di Branco


Autore: Andrea Gentile

Editore: minimum fax

Pagine: 469

Genere: narrativa

Anno di pubblicazione: 2018

RECENSIONE

Masserie di Cristo, Femminamorta, Taverna Soffocata, Torre di Nebbia e monte Capraro sono i luoghi di una geografia reale che nel romanzo I vivi e i morti assumono connotati fiabeschi, quasi horror. Il romanzo di Gentile è una imponente opera dove a essere raccontata è la storia di una collettività che, procedendo nella lettura, diventa l’umanità tutta. Il romanzo, liberato dagli schemi della narrazione tradizionale, sceglie un tempo sospeso in cui trova libera espressione l’intimità dei singoli personaggi, con le loro riflessioni e i loro dialoghi. In questo modo l’autore porta alla luce segreti inconfessabili e crudeltà inaudite.

Sono molti i misteri che avvolgono le vite degli abitanti di Masserie di Cristo. Prima scompare una giovane donna, Assuntina, poi un padre viene ucciso dalla propria figlia; seguono omicidi, arresti e torture. Ma i fatti, in questo romanzo, non sono poi così importanti. Significativa è invece l’indagine profonda degli animi umani attraverso una lingua ricca, minuziosa e, appunto, crudele.

In questo luogo, dove i vivi e i morti si incontrano e si confondono, anche il lettore percorre le strade buie e scende insieme ai personaggi in prigioni profondissime dove si consuma lo spettacolo della morte. Tutto in questo romanzo è spettacolo. Quando l’autore illumina un personaggio, questi, dal suo palco, ha la possibilità di narrarsi e così la storia, sempre la stessa, si racconta ancora a se stessa, ancora e sempre nuova. E tra tutti gli spettacoli, ovviamente, non può mancare la guerra.

Il romanzo racconta un mondo rurale fatto di superstizione e leggende. Sono luoghi osceni che si regolano su leggi violente dove gli uomini sono pedine di un dio-cervo la cui volontà rimane fino alla fine imperscrutabile. Gli uomini sono essi stessi materia per la morte e la rinascita di quel mondo.

Andrea Gentile


Andrea Gentile è nato a Isernia nel 1985. È un giornalista e scrittore. Nel 2012 vince il premio Il gigante delle Langhe con il romanzo per ragazzi Volevo nascere vento (Mondadori, 2012). Sempre nel 2012 pubblica L’impero familiare delle tenebre future (il Saggiatore) e nel 2014 Volevo tutto. La vita nuova (Rizzoli). Del 2018, I vivi e i morti (minimum fax).