Il boulevard delle ossa




Recensione di Giorgia Usai

Autore: Léo Malet

Traduttore: F. Angelini

Editore: Fazi

Collana: Darkside

Pagine: 170 p.

Anno edizione: 2017

È primavera, e all’agenzia d’investigazione Fiat Lux è un gran giorno: Nestor Burma e la sua assistente Hélène hanno appena vinto due milioni alla lotteria. Bisogna festeggiare, pipa in bocca e bicchiere in mano. Ma non si può mai stare tranquilli.
Suona il campanello e i festeggiamenti vengono interrotti da un uomo trafelato: è Goldy, un mercante di diamanti ebreo, e ha bisogno del loro aiuto. Le informazioni che fornisce sul caso sono piuttosto fumose, ma a quanto pare ci sono di mezzo la malavita cinese e un giro di prostituzione russa d’alto bordo. Abbastanza per incuriosire Burma, che si mette subito all’opera.
Questa volta l’indagine si svolgerà su strade del tutto nuove: da un bordello di Shanghai, a una Casa d’aste di rue Drouot, fino al tesoro della Corona imperiale russa, mentre si apriranno scenari sempre più inquietanti e spunteranno elementi sempre più strani, come uno scheletro con una gamba sola che sembra appartenere a un generale scomparso nel 1939 e un cadavere che forse non è tale fino in fondo.

Leggere le avventure di Nestor Burma è sempre un immenso piacere perché, pagina dopo pagina, ci si trova immersi in una magnifica Parigi d’altri tempi e in un’atmosfera che non è mai troppo tetra o angosciante, pur trattandosi di un giallo.

Anche in questo episodio, ritroviamo il pungente sense of humor dell’investigatore, stavolta affiancato da un’aiutante, Hélène, che si rivela essere una spalla di tutto rispetto.

La trama de “Il boulevard delle ossa” è davvero particolare e ricca di curiosi elementi che riescono a coinvolgere fin da subito il lettore. Seguiamo Burma nelle sue indagini in giro per il IX arrondissement e, insieme a lui, cerchiamo di risolvere un mistero che però, a sorpresa, ne nasconde un altro.

L’elemento vincente di questo libro è il ritmo serrato della narrazione: non ci sono tempi morti perché l’investigatore ci fornisce di continuo degli spunti di riflessione utili al fine della risoluzione del caso. Gli avvenimenti si susseguono, i dubbi aumentano, il desiderio di avere un quadro completo della vicenda si fa sempre più forte.

Il racconto è perfetto nella sua brevità, anche grazie allo stile asciutto e alla scrittura chiara di Léo Malet, che ha inoltre il merito di aver creato personaggi dal forte appeal.

Una lettura imperdibile per chi ha già avuto modo di conoscere Nestor Burma, per gli amanti del genere, e per tutti quelli che sono alla ricerca di un titolo appassionante.

Léo Malet


Léo Malet, l’anarchico conservatore, come amava definirsi, è uno dei padri del romanzo noir francese.

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