Il caso della bambina scomparso




Recensione di Mariasilvia Iovine


Autore: Unni Lindell

Traduttore: Lisa Raspanti

Editore: Newton Compton

Pagine: 448

Genere: Thriller

Anno di pubblicazione: 2017

Thona, sei anni, è scomparsa nel 2001: il suo è un cold case, chiuso per mancanza di prove e ora riaperto, nella speranza che le nuove tecnologie permettano alla polizia di trovare, finalmente, il colpevole. Un caso lineare, la possibilità di lavorare molto da casa, un compagno di indagini paziente e schivo: per Marian Dahle è l’occasione per tornare sul campo dopo mesi di riposo forzato a seguito di un incidente che le ha procurato cicatrici deturpanti al volto e al corpo. Tuttavia, durante le sue indagini, una serie di delitti efferati obbliga la polizia a dirottare tutte le risorse disponibili alla Sezione Omicidi, lasciando Marian sola con i fantasmi del suo passato e i pericoli di un caso semplice solo in apparenza…

Il caso della bambina scomparsa segue le due indagini, che il lettore intuisce essere collegate tra loro, ma che restano indipendenti fino all’ultima, drammatica rivelazione.

Glenn e Myrtel Haug, Annie Johansen e gli altri partecipano a una storia cupa, disperata: le vite di tutti, compresa quella di Marian Dahle, sono sfilacciate, solitarie, sospese in un limbo dal quale tentano di fuggire attraverso l’alcol, le droghe, il lavoro.

La coppia Cato Isaksen/Marian Dahle, nata tra le pagine de La trappola (Newton Compton, 2011), cede il posto alla sola Marian: sfigurata, la giovane donna ha trascorso molti mesi in solitudine e la sua sensibilità, tanto preziosa per il suo lavoro, diventa la breccia che rischia di sgretolarla.

Marian non è una persona piacevole: aggressiva, ostile, si aggira in una casa imponente e antica che, proiezione di lei stessa, rischia di intrappolarla nelle sue ossessioni.

Ma ne Il caso della bambina scomparsa avrà un’importanza chiave Birka, l’anziano cane, che fin dai primi capitoli mostra a Marian che si può e si deve lottare ancora, nonostante il dolore, la sofferenza e un destino che sembra già scritto.

Unni Lindell è autrice di un ottimo romanzo, per caratterizzazione dei personaggi, complessità della trama, realismo, stile, delicatezza nell’affrontare argomenti drammatici e, purtroppo, tragicamente attuali.

Spesso si dice che, nei thriller, “nessuno è davvero innocente”: in questo romanzo potremmo dire, invece, che “nessuno è davvero colpevole” e il confine tra bene e male, catarsi e ossessione, crudeltà e giustizia è davvero molto sottile…

Sullo sfondo, una Oslo matrigna, estranea, caotica, forse la vera responsabile di molti dei crimini commessi tra le sue strade.

Unni Lindell


Unni Lindell. Nata nel 1957, è tra le più celebri scrittrici norvegesi. È conosciuta soprattutto per i romanzi che hanno come protagonisti l’ispettore Cato Isaksen e la sua giovane collega Marian Dahle

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