Il club dei cantanti morti




Recensione di Velia Speranza


Autore: Susanna Raule

Editore: Fanucci Editore

Genere: Giallo

Pagine: 272

Anno di pubblicazione: 2019

 

 

 

 

 

 

Sinossi. Jimmy Razor è appena morto nella sua lussuosa villa di Los Angeles, strafatto e solo. Era giovane, era dannato, era forse l’ultima rockstar a vivere all’altezza del mito. Nessuno sa come sia potuto accadere e questo è un problema. In primis al Club dei cantanti morti, che deve decidere se accoglierlo o meno tra i suoi iscritti. Per il presidente, John Lennon, la cosa rappresenta una grana gigantesca. Cobain e Morrison sono fieramente contro, Janis Joplin è possibilista, Sid Vicious vuole solo bere qualcosa. La morte di Jimmy crea problemi anche ai ragazzi della Morte, il più alto ordine di funzionari della Trista mietitrice, per cui la sua dipartita immotivata è un’onta professionale da lavare al più presto. Crea problemi a Weasley Pennington e Nastasia Scott-Greene, inglesi titolati e ficcanaso, assunti dal club per far luce sulla sua morte. Ma specialmente crea problemi al detective Jack Wyte della polizia di Los Angeles, che si trova per le mani un caso ad alta esposizione mediatica. E Jack è stanco, beve troppo, fuma come una ciminiera e vorrebbe imparare a fregarsene di tutto, però non ci riesce. Questa volta, poi, è tutto spaventoso, irritante e strano, a partire da Dare, la misteriosa ragazza vestita di scuro, che compare dall’ombra e svanisce nel buio. La prima a capire che la casa di Jimmy, la villa in cui è morto inspiegabilmente, ha qualcosa di sbagliato. O almeno che un pezzo di cemento, per quanto lussuoso, non dovrebbe dare l’impressione di leccarsi i baffi, no?

 

 

 

Recensione

Come si fa a trasformare un semplice poliziesco in un’opera accattivante e fuori dal coro? Aggiungendovi il paranormale, ovviamente.

Susanna Raule compie un passo coraggioso con Il club dei cantanti morti, attirando istintivamente i lettori già alle prime righe di trama.

I due generi di narrazione (giallo e paranormale) inizialmente sembrano cozzare tra di loro, viaggiando su binari differenti che non sono destinati ad incontrarsi. Da un lato, infatti, c’è Jack Wyte, lo stereotipato poliziotto americano a cui piace infrangere le regole e bere whisky e la cui vita al di fuori dal lavoro è un vero disastro.

Wyte viene assegnato al caso di Jimmy Razor, il cantante rock idolo dei ragazzi con i dreadlock ed i pantaloni di pelle che viene trovato morto nella sua abitazione. Nulla di troppo complicato, in apparenza. Si è a Los Angeles e Razor è il classico cantante maledetto, vita sfrenata, eccessi e droga. Eppure, nessuno riesce a capire come sia morto.
Dall’altro lato, ci sono Sonia e Monday.

La prima è una sedicenne qualunque di una qualunque cittadina, senza alcun segno distintivo al di fuori del fatto di vivere con sua zia, la fattucchiera della città. Ha appena sedici anni, ma è già disillusa, senza alcuna prospettiva, fino a quando, per un errore, si ritrova a far parte dell’aldilà. Monday, invece, è uno dei servitori della Morte (ma guai a chiamarla così, a lei non piace) che prende Sonia come sua assistente per insegnarle il “mestiere”. Ed è un lavoro complicato quello che loro svolgono, così assurdo e talmente regolato da spezzare l’incredulità.

A creare un primo ponte fra i versanti ci pensano due aristocratici inglesi dai nomi pomposi tanto quanto i loro modi. Weasley Pennington e Nastasia Scott-Green vivono in antichi castelli, circondati da maggiordomi e danno per scontato che ogni cosa si pieghi alle loro volontà. Annoiati e disinteressati come solo dei nobili inglesi possono essere, sono anche coloro che conoscono perfettamente il mondo ultraterreno e le regole dell’aldilà. Per questo, vengono ingaggiati per scoprire la verità sulla morte di Razor, fulcro di un gioco lungo secoli.

Per quanto questi tre aspetti possano apparire scoordinati fra di loro, la capacità della Raule è proprio quella di mescolarli così bene da renderli alla fine indistricabili. La “magia” è compiuta in modo semplice, ma efficace, alternando le narrazioni dei personaggi all’interno di uno stesso capitolo, in modo tale da garantire ad ognuno di loro il giusto spazio d’azione e la giusta importanza. In fondo, non sono molti gli attori a muoversi sulla scena, com’è giusto che sia, così da lasciare al lettore il tempo necessario per comprende il mondo creato dalla scrittrice.
E poi, al di sopra dell’intera narrazione, c’è il club dei cantanti morti.

Il nome è esplicativo di per sé ed è sufficiente a solleticare la cultura e l’interesse musicale di molte persone. Perché cosa c’è di meglio di vedersi spuntare, quale presidente di questo facoltoso club, proprio John Lennon? Il mito che viene ricalcato è ovviamente quello del club 27, ma qui viene amplificato fino a comprendere cantanti come Sam Cooke, Ian Curtis e Sid Vicious. Vederli apparire tutti insieme (anche se solo per finzione) è un sogno, una visione onirica da cui non si riesce a staccare gli occhi. Anche perché,

Susanna Raule non li presenta come gli dei dell’olimpo musicale, lontani ed intoccabili, ma come persone, con i loro sensi di colpa e le loro debolezze, che litigano fra di loro sulla definizione di musica e di generi.

La musica è, anzi, il vero elemento portante del romanzo. Lo permea fin dall’inizio e più si prosegue, più la sensazione permane e si intensifica. Vera e propria sfida è non leggere canticchiando i versi delle canzoni presenti all’inizio di ogni capitolo, una ghiotta tentazione a cui non c’è alcun motivo di resistere.

 

 

 

Susanna Raule


Susanna Raule è nata a La Spezia nel 1981. Psicologa e psicoterapeuta, dal 2005 scrive anche sceneggiature di fumetti per vari editori, tanto da vincere nello stesso anno il premio Lucca Project Contest con Ford Ravenstock-Specialista in suicidi, per i disegni di Armando Rossi. Nel 2010 ha vinto il concorso IoScrittore, promosso dal Gruppo Editoriale Mauri Spagno.l con il romanzo “L’ombra del commissario Sensi”. Sul suo sito ufficiale sono presenti vari racconti in formato ebook gratuito, alcuni dei quali hanno per protagonista il personaggio dei suoi libri, il commissario Sensi.

 

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