Il collezionista di bambini




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Stuart Macbride

Editore: Newton Compton

Traduzione: Tino Lamberti

Serie: Logan McRae #1

Genere: Thriller

Pagine: 416 p., R

Anno di pubblicazione: 2010

Sinossi. La città è gettata nel panico da una catena di orrendi omicidi di bambini. I giornali parlano di un serial killer pedofilo, mettendo in discussione le capacità investigative delle forze dell’ordine e demolendo il senso di sicurezza dei cittadini. Tutto ha inizio in una tipica giornata scozzese: piove (come sempre ad Aberdeen) e, malgrado il suo orario di lavoro sia finito da un pezzo, il sergente McRae è impegnato con altri esperti a ricostruire la scena del delitto. In un sacco di plastica giace il corpo del piccolo David Reid (quattro anni non ancora compiuti); una domanda inquietante tormenta il cervello del protagonista: “E adesso, come racconterò tutto questo alla madre?”. David Reid è solo il primo delle piccole vittime del serial killer pedofilo, nella caccia all’uomo più pericolosa che Logan abbia mai affrontato. Il collezionista di bambini è un thriller coraggioso, che esplora uno dei temi più delicati e sconvolgenti della nostra società, una delle paure più forti e diffuse degli ultimi tempi: la pedofilia. La violenza con cui il protagonista deve fare i conti, la crudeltà dei carnefici e il terrore delle vittime sono descritti con uno stile penetrante, capace di scuotere il lettore fino al midollo.

Recensione

Come con tanti altri nell’ultimo periodo, anche questo è un autore che mi è stato consigliato per molto tempo e meno male che finalmente ho ascoltato questo suggerimento.

Stuart Macbride con il suo stile veloce, scorrevole e ricco di immagini, mi ha letteralmente tenuta incollata alla storia. La sua scrittura respinge e colpisce violentemente ma allo stesso tempo attira, richiama e incuriosisce. L’ho trovata delicata ma allo stesso tempo affilata e tagliente come una spada, tanto da avermi suscitato brividi profondi. È riuscita a smuovere alcuni dei miei sensi in un modo che mai avrei pensato, fino a portarmi a vivere un’esperienza sensoriale che io definisco senza precedenti, dato che stiamo comunque parlando di un libro. Immagini, rumori e odori si sono materializzati e mi sono rimasti impressi fino alla fine.

Mi sono stupita da sola per come sono entrata così velocemente nella storia. Di norma quando sono indecisa sul libro da affrontare ne inizio più di uno e solitamente, i primi due capitoli mi fanno capire se era ciò di cui avevo voglia in quel momento.

Beh, questo, se devo essere sincera non è che parta morbido anzi, la dura e cruda realtà delle parole già dalle prime righe ti gela e trafigge immediatamente, ma al contempo, il modo in cui è stato scritto, la scelta dei vocaboli, dei tempi, delle pause, ebbene io non sono più riuscita a togliermi di dosso quelle frasi e ho dovuto proseguirne la lettura, in modo avido e senza respiro.

È un libro che al di là del tema affrontato che provoca fastidio e orrore, mi ha accalappiata per il modo in cui l’autore l’ha proposto. Leggero senza essere superficiale, forte ed estremamente esauriente nei fatti ma con quelle scappatoie che ti portano a riprendere il ritmo regolare del respiro, prima di rivenire catapultato a capofitto nelle brutture causate dalla mano dell’uomo.

Logan è un personaggio interessante. Rimasto fuori dai giochi per più di un anno a seguito di un ferimento in servizio che ha rischiato di ucciderlo, come Lazzaro però, è resuscitato dal regno dei morti e adesso, nel momento in cui gradualmente avrebbe dovuto riprendere servizio dopo la lunga malattia e per altro non ancora rimessosi del tutto, data la gravità della ferita, si ritroverà invece di fronte ad un turno interminabile. Sì, perché quando ci sono di mezzo bambini neanche un minuto va sprecato e, neppure un uomo va risparmiato.

Debole ma capace, intuitivo sul lavoro ma perennemente indeciso e confuso nel privato, il sergente Logan Mcrae quando si tratterà di portare alla luce tutto il sommerso, si rivelerà più che abile, nonostante il suo fisico non ancora all’altezza dei ritmi a cui sarà sottoposto, in più di un’occasione gli presenterà il conto.

Cinque bambini coinvolti, tre già morti, due scomparsi e il ticchettio di un orologio che non darà tregua, perché ogni singolo minuto potrebbe fare la differenza.

Giungere alla verità sarà veramente difficile, ma accettarla, qualunque essa sia, lo sarà anche di più.

Ho apprezzato le descrizioni talmente tanto da aver avuto la sensazione di essermi teletrasportatadal Friuli ad Aberdeen, così, senza fermate intermedie semplicemente leggendo.

La pioggia che cade incessante, fredda e tremendamente insistente, la sensazione di bagnato che rende i vestiti pesanti e insopportabili sul corpo, il fango che ti si appiccica addosso, e quell’umidità che ti entra nelle ossa facendoti aumentare la percezione del freddo, del disagio, del fastidio, del dolore.

Le temperature estremamente pungenti portate del vento del Mare del Nord agitato e arrabbiato quanto le squadre impegnate nelle indagini, il buio, l’inospitalità di una stagione che è essa stessa sgradevole in certi luoghi ma che in questo frangente, data la situazione che richiederebbe più calma, più controllo degli elementi per riuscire a trovare una traccia, un’indicazione per arrivare in fondo, invece diventa un altro nemico da affrontare e combattere,sapendo di non avere molte possibilità.

La spiaggia di Aberdeen era gelida e desolata. Il mare del nord infuriava, grigio e cupo, tra le folate di neve. Onde dal colore del granito, che s’infrangevano nel cemento del lungomare, con il loro fragore punteggiavano l’ululare della bufera, mandando spruzzi d’acqua sei, sette metri nell’aria, dove il vento la sbatteva contro le vetrine dei negozi della passeggiata.”

Ho trovato la scrittura di Macbride attiva e assolutamente viva, come se il lettore fosse diventato una figura necessaria per arrivare in fondo alle pagine, con il ruolo di guidare e supportare Logan nella ricerca di risposte.

Da Connellyana di vecchia data quale sono, non credevo che avrei trovato un altro autore capace di farmi restare saldamente attaccata ad un libro in questo modo, dove nonostante l’argomento crudo e che istintivamente provoca rifiuto, ho avvertito il richiamo dell’opera in modo fisico, quasi la necessità di completarlo fosse diventata la priorità, per poter dare ordine alle cose e pace alle vittime.

Ho avvertito una carica emotiva che mi ha sconvolta, quando alla fine le verità, TUTTE quante,emergeranno dalla neve e dal fango e prenderanno il sopravvento sulle condizioni atmosferiche così proibitive, che durante l’intera indagine si sono avvertite come la “colonna sonora” di questo romanzo, davanti alla consapevolezza che non sempre arrivare ad una soluzione sia la cosa preferibile. Una risposta infatti, ci sarà, per tutti.

Spesso, la verità può rivelarsi una lama a doppio taglio.

Un altro caso risolto. Un’altra vita rovinata.”

Solo leggendo il libro potrete capire, e io ovviamente confido che lo farete presto.

Buona lettura!

Stuart Macbride


È lo scrittore scozzese numero 1 nel Regno Unito ed è tradotto in tutto il mondo. La Newton Compton ha pubblicato i thriller Il collezionista di bambini (Premio Barry come miglior romanzo d’esordio), Il cacciatore di ossa, La porta dell’inferno, La casa delle anime morte, Il collezionista di occhi, Sangue nero, La stanza delle torture, Vicino al cadavere, Scomparso e Il cadavere nel bosco, con protagonista Logan McRae; Cartoline dall’inferno e Omicidi quasi perfetti, che seguono le indagini del detective Ash Henderson; Apparenti suicidi; Il ponte dei cadaveri. MacBride ha ricevuto il prestigioso premio CWA Dagger in the Library e l’ITV Crime Thriller come rivelazione dell’anno.

 

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