Il gioco




Recensione di Clementina Di Branco


“Il gioco” è uno dei cinque candidati al “Premio Strega”

 

Autore: Carlo D’Amicis

Editore: Mondadori

Genere: romanzo

Pagine: 394

Anno di pubblicazione: 2018

RECENSIONE

Disprezzo, desiderio, crudeltà, eros, ma anche amicizia e una sottile forma di amore attraversano il nuovo romanzo di Carlo D’Amicis, Il gioco, candidato al Premio Strega.

Il gioco in questione è quello erotico, sapientemente costruito dai tre protagonisti che a turno si svelano nei tre capitoli che costituiscono l’opera, ognuno una lunga intervista, rispettivamente al bull (Leonardo) alla sweet (Eva) e al cuckold (Giorgio, il Presidente) che volge rapidamente a confessione. I tre personaggi si presentano nel loro ruolo, indossando la loro maschera: il bull è l’amante seriale, la sweet la Signora (la Lady nel romanzo) ma anche la schiava, il cuckold il cornuto, impotente che dal suo stato trova piacere. Sono maschere perfette che però nel corso del romanzo/dialogo lentamente cadono facendo sì che, attraverso le loro storie, l’autore sveli l’umanità dei suoi personaggi.

L’argomento è fin troppo “osceno”: un marito impotente che offre la sua donna, la quale si offre a sua volta, a uomini diversi, al bull, in particolare, per poter godere guardandola. Eppure le cose non sono semplici come appaiono e quella che sembra una pura perversione si rivela essere un attraente e ingannevole richiamo. Il gioco, infatti, non è puro piacere. Nelle intenzioni dei giocatori esso è il tentativo di costruzione di una civitas umana dove poter vivere l’erotismo nel suo aspetto filantropico.

L’eros come liberazione e libertà, potenza creatrice e distruttrice, che i personaggi dominano e subiscono in un universo in cui i confini tra volontà e imposizione non sono mai troppo netti.

Con le dovute differenze temporali e culturali, questo romanzo richiama alla memoria un grande classico della letteratura, Les liaisons dangereuses di De Laclos. Come nel romanzo settecentesco, i nostri protagonisti raccontano le loro licenziose esperienze per poi scoprire la loro emotività. Come nel romanzo settecentesco domina la lucidità sentimentale e linguistica. Proprio l’attenta scrittura di D’Amicis sostiene il racconto, espressiva e controllata allo stesso tempo, in grado di condurre il lettore tra le tortuose e oscure strade del desiderio.

L’intervistatore avrebbe voluto scrivere un romanzo sul piacere. Ma il piacere si accompagna al dolore e solo alla fine si rende conto che il suo originario progetto gli è sfuggito di mano.

I tre personaggi hanno raccontato le loro storie come se non aspettassero altro.

Perché?

Vengono in mente le parole, le prime parole del bull:

“il racconto è dolore, ma anche il silenzio è dolore…”.

Da qui nasce questo romanzo.

Carlo D’Amicis


Carlo D’Amicis, tarantino, vive e lavora a Roma ed è redattore e conduttore del programma radiofonico Fahrenheit, in onda su radio 3. È anche scrittore. I suoi ultimi romanzi sono: Escluso il cane (2006), La guerra dei cafoni (2008), La battuta perfetta (2010), Quando eravamo prede (2014), tutti pubblicati da minimum fax. Nel 2017 da La guerra dei cafoni è stato tratto l’omonimo film diretto da Davide Barletti e Lorenzo Conte.