Il gioco della devozione




Recensione di Priscilla D’Angelo


Autore: S.R. Masters

Traduzione: Doriana Comerlati

Editore: Garzanti

Genere: Thriller

Pagine: 416

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. L’unico rumore è lo scoppiettare del fuoco e il respiro del mare. Adeline, Rupesh, Steve, Jen e Will sono intorno al falò intenti a fare un gioco. Un gioco, chiamato «La devozione», in cui si giurano amicizia eterna, come solo a quindici anni è possibile. Fino a quando Will non mette tutti alla prova chiedendo se resterebbero suoi amici anche se diventasse un serial killer, descrivendo il modus operandi in cui ucciderebbe le sue vittime. Un silenzio pieno di parole gela l’aria. Ma poi una risata smorza l’atmosfera. Si tratta solo del solito burlone. Eppure, quindici anni dopo, due persone vengono uccise proprio nel modo in cui lo aveva immaginato Will. E quest’ultimo sembra essere scomparso nel nulla. Solo Adeline, Rupesh, Jen e Steve sanno quello che è successo quella sera d’estate, quali scenari sono stati predetti. Solo loro possono unire gli indizi e avanzare un’accusa. Un’accusa contro un loro amico. Fino a che limite si può essere fedeli ad un legame? Fino a che punto un gioco innocente rimane tale? Fino a dove può spingersi la fantasia senza intaccare la realtà? La soluzione è nelle loro mani. Ma devono fare in fretta perché un nuovo gioco è cominciato. Un gioco molto più pericoloso in cui non ci sono regole.

Recensione

Cosa farai tra sedici anni?

Tutto ormai si avviava alla fine: la notte, l’estate, il fuoco attorno al quale noi cinque eravamo seduti. Anche se affermavamo di essere affascinati dai misteri dell’età adulta, in segreto avremmo desiderato che la vita continuasse così per sempre.”.

Chi di noi lettori, infatti, non ha mai considerato l’adolescenza come uno specchio dell’anima? 

Chi di noi temeva la fase adulta, dove i problemi e le pressioni sarebbero stati all’ordine del giorno? 

1997 

Ci troviamo a Blythe, un paesino costituito da un grappolo di case ai lati di un’unica via principale che conduceva a posti migliori, un pub, una pensilina dell’autobus e nient’altro. 

Per i cinque amici Will, Steve, Rupesh, Jen e Adeline rappresentava un paese dormitorio, un luogo fuori dal mondo per nascondersi dal mondo: ed è proprio per tale isolamento che decisero di formare un club. 

Anche se trascorrevano tutte le giornate estive assieme, in particolar modo alla fattoria abbandonata di Steve per guardare film, la loro complicità e solidarietà erano sempre compromesse. 

Alcune incomprensioni amorose, difficoltà familiari, amore/odio verso un vicino con un cane rognoso, fecero oscillare l’amicizia da un’unione solida ad un continuo fronteggiarsi per invidia o dispotismo. 

Per ricreare l’armonia di gruppo, Steve inventò un gioco, denominato “la devozione”: a turno ciascuno di loro impersona Mr. Enigma, lasciando degli indizi per gli altri (ad esempio: “vai nel posto in cui qualcuno ha commesso un reato”); tali indizi avrebbero condotto a Mr. Enigma; colui o colei che avrebbe totalizzato un punto inferiore sarebbe stato bandito dal gruppo. 

Un gioco nient’altro che facile, anche perché la posta del gioco era alta. 

A fine devozione, per darsi un addio prima dell’inizio delle loro nuove vite collegiali, giocarono a “come ti vedi tra sedici anni”. 

Will, il meno amato del gruppo, esordisce dicendo di diventare un serial killer, descrivendo minuziosamente il modus operandi delle sue ipotetiche tre vittime. 

Gli amici rimasero sinceramente colpiti ma non lo presero sul serio. Si sa, a quindici anni si raccontano un sacco di storielle fantasiose per far colpo…

2005

Steve, Jane, Adeline e Rupesh si incontrano a Blythe per un ritrovo. 

Dato che Will era assente, si raccontarono degli ultimi istanti passati trascorsi insieme e di quella specie di confessione del loro amico. 

Jane cercò informazioni in merito su internet e quello che vide fece allarmare il gruppo: due presunte suicide nell’esatto posto e nell’esatto modo descritto da Will. 

Scovare la verità, penetrarla e strapparla per ricomporre il puzzle non è facile, e talvolta può risultare fatale. 

Infatti, dopo poco tempo compare un biglietto rivolto al gruppo, con nuove regole di un gioco che somiglia molto alla devozione del 1997 ma con una posta in gioco davvero particolare…

Mi aspettavo un racconto simile a “Stand by me” e a “IT” di Stephen King, con protagonisti dei ragazzini alla ricerca di sé stessi e di un assassino (umano e non). 

Qui ci troviamo di fronte ad una storia che scava e individua le qualità più profonde dell’amicizia. Conosciamo l’amicizia come un valore indicibile ma a volte può ritorcersi contro, a volte può essere pericolosa, a volte può portare a conseguenze fatali.

Il gioco della devozione fa molto riflettere su tale tematica, oltre ad entusiasmare il lettore alla ricerca del colpevole dei delitti.

 

 

S.R. Masters


S.R. Masters ha studiato filosofia a Cambridge e scritto diversi racconti, grazie ai quali ha vinto il prestigioso Writer’s Award.

 

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