Il montacarichi




Recensione di Chiara Alaia


Autore: Frédéric Dard

Traduttore: Elena Cappellini

Editore: Rizzoli

Genere: Noir

Pagine: 140

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. “All’interno di un cortile parigino adibito a legatoria, un montacarichi conduce all’appartamento di Madame Dravet. A qualche strada da lì, una sera di Natale dei primi anni Sessanta, Albert Herbin, appena uscito di prigione, è solo al tavolo di un rinomato ristorante della città. Qui i suoi occhi incontrano la signora Dravet, che siede insieme alla figlia. La donna è bellissima. In maniera del tutto imprevedibile e altrettanto efficace, l’uomo riesce ad accompagnare a casa la donna, che infine lo invita per un ultimo bicchiere al secondo piano di questo stabile per metà abitazione, per metà fabbrica. L’attrazione tra i due sembra essere destinata a concludersi sul comodo divano del salotto di Madame, ma invece su quel divano giace disteso, assassinato, il marito della donna. Nelle ore che seguono, e fino all’alba, Albert si troverà avvinto a fatti concitati, legato al destino di Madame Dravet e al suo ruolo misterioso in questa conturbante vicenda.”

Recensione

Il montacarichi di Frédéric Dard è la prova che non c’è bisogno di un numero esagerato di personaggi o di trame complicate, per tenere il lettore incollato alle pagine di un romanzo. In questo breve e suggestivo noir, la narrazione si sviluppa attorno a due personaggi principali e nell’arco di una sola notte.

Non una notte qualsiasi, però, dato che Dard ambienta la vicenda durante la Vigilia di Natale. E sembra quasi di respirare l’atmosfera natalizia, man mano che ci si immerge nella lettura.

Di vedere le luci colorate delle decorazioni e la gente festosa. Un momento di gioia, per chi ha la fortuna di essere circondato dall’affetto di amici e parenti, ma pure la notte dell’anno in cui la malinconia e i fantasmi del passato tornano a tormentare con intensità maggiore chi è solo.

Come Albert Herbin, il protagonista del romanzo, appena uscito dal carcere di Marsiglia, dopo aver scontato la pena per l’omicidio della sua amante.

E come Madame Dravet, umiliata, ripudiata dal marito, che sta cenando insieme alla figlioletta Lucienne. Il loro incontro, in un rinomato ristorante – in cui Albert rimpiange di non aver mai portato la madre prima della sua morte – sembrerebbe preludere all’inizio di un’avventura romantica.

Se non fosse che, nel salire da Madame Dravet, i due rinvengono il cadavere del marito sul divano dell’appartamento. Il ritrovamento di Jerome, tuttavia, non basta ad allontanare Albert dalla sua femme fatale, la prima persona che, dopo tanti anni, gli ha regalato un briciolo di calore umano. Così, attraverso un susseguirsi serrato di eventi imprevedibili e inquietanti supposizioni, la storia arriva a poco a poco al suo tragico epilogo, ribaltando – come si conviene – le aspettative dei lettori.

La trama è avvincente e ben congegnata, i colpi di scena sono piazzati strategicamente al momento giusto, i dettagli curati. I dialoghi fanno sì che la lettura scorra veloce, senza annoiare. E, soprattutto, senza che ne sia intaccata la caratterizzazione dei personaggi, le loro molteplici sfaccettature e contraddizioni, che sono il vero punto di forza di questo garbato noir.

Frédéric Dard


Frédéric Dard (1921-200) è stato uno scrittore francese, famoso per i suoi numerosissimi romanzi noir, pubblicati lungo tutta la seconda metà del Novecento. La serie di libri polizieschi dedicata al commissario Sanantonio riscosse un eccezionale successo, e insieme ad altre opere dello scrittore arrivò a vendere, nel complesso, più di 290 milioni di copie. Nel 1957 Dard venne insignito del Grand prix de littérature policière, il più importante riconoscimento francese per il genere del giallo, per il suo romanzo Le Borreau pleure. Tra i suoi titoli pubblicati in Italia ricordiamo Mosca al naso per Sanà (E/O, 2013), Facce da funerale (E/O, 2015), Gli scellerati (Rizzoli, 2018) e Il montacarichi (Rizzoli, 2019).

 

 
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