Il profumo




Recensione di Massimo Ghigi


 Autore: Gian Luca Campagna

Editore: Historica

Pagine: n.d.

Genere: Thriller politico

Anno di pubblicazione: 2017

Sinossi. Buenos Aires, giugno 1978. In nome dell’orrore l’Argentina della junta militare si prepara al trionfo dei mondiali di calcio, gli oppositori vengono prelevati dalle case e fatti sparire nel nulla. Sono i desaparecidos. Buenos Aires, giugno 2018, scompaiono altri ragazzi. Josè Cavalcanti, investigatore privato che trasforma nell’ora di pranzo il suo pied à terre in un’alcova per gourmet, è ingaggiato da una sua ex fiamma per ritrovare il figlio adolescente desaparecido. Nella cornice di notti etiliche, ritmate da tanghi malinconici, tra ufficiali in pensione, spie sempre in azione, magistrati politicizzati, prostitute sotto mentite spoglie, dottori della morte pentiti, operai senza futuro, immigrati italiani nostalgici, Cavalcanti scoprirà che i ragazzini scomparsi sono parenti dei sostenitori della junta militare. Ma chi li ha rapiti e perché? Qual è la sorte che li attende? In sella al suo sidecar Ural, con l’aiuto-chef Cholo e i dogo Clan & Destino, Cavalcanti scoprirà una verità tragica e amara.

Recensione

Un noir davvero originale Il profumo dell’ultimo tango di Gian Luca Campagna! È un romanzo dalle due facce con un protagonista decisamente sui generis e con personaggi di contorno altrettanto sopra le righe.

Il protagonista Josè Cavalcanti, ma anche tutto il suo entourage, sono veramente memorabili!

Cavalcanti è un detective privato con un ufficio che diventa, al bisogno, ambiente di ristorazione, e un fedele braccio destro, Cholo, che passa da aiuto-chef a valido supporto nelle investigazioni; fanno parte della ‘banda’ anche due cani di razza Dogo argentino dai pittoreschi nomi di Clan & Destino, e un fidato amico procuratore di calcio che, quando supporta Josè nelle sue indagini, si atteggia a provetto 007.

Le avventure e le vicende di questo eterogeneo gruppo sono a tratti tragicomiche (memorabile il raid punitivo contro un losco allenatore di calcio di giovani talenti con, a ulteriore supporto, due sconclusionati ‘malati di mente’ in licenza dal manicomio!) tanto da ricordare quasi la strampalata famiglia del ciclo di Malaussène del bravissimo Daniel Pennac.

Dicevo prima, un romanzo dalle due facce, in cui comico e tragico si alternano, si sovrappongono, si sfidano quasi, in maniera assolutamente non forzata, anzi veramente ben calibrata e congeniale alla storia.

In questo racconto che ci riporta alle terribili vicende delle milizie al potere, delle repressioni e dei desaparecidos nell’Argentina del ’78, ancora una volta si hanno due facce della stessa medaglia, per altri aspetti, come la grande passione per il calcio – dove le gioie per una nazionale argentina che diventa campione del mondo, stridono terribilmente con situazioni grottesche in cui prigionieri della milizia, torturati, massacrati nel fisico e nella mente, si trovano a esultare con i propri aguzzini per un goal di Kempes.

Doppio registro narrativo anche per quanto riguarda il sesso… E ce n’è tanto in questo libro! Ancora una volta l’autore passa abilmente da situazioni di sesso giocoso e anche bello hard, a scenari dove il sesso è violenza, è imposto ed è sprezzante della dignità umana.

Questo noir di Gian Luca Campagna sta al noir ‘classico’ come i western ‘ridanciani’ di Enzo Barboni (aka E.B. Clucher) stavano al western ‘rigoroso’ del grande Sergio Leone; Il profumo dell’ultimo tango, così com’è, ha assolutamente una sua ragione d’essere e merita veramente rispetto e tanta considerazione.

Finale assolutamente degno dell’intero romanzo e del noir in generale, dove ancora una volta NON tutto è bene quel che finisce bene, anzi…

Alla prossima!

Gian Luca Campagna


Scrive e legge per evitare il processo di analfabetismo di ritorno. Così è diventato copy nel mondo seducente della comunicazione pubblicitaria, ghost writer nel mondo irreale della politica, giornalista nel mondo verosimile della cronaca, pur aspirando a diventare un romanziere nella vita reale. Usa l’ironia a robuste dosi e si tutela talvolta col sarcasmo, fischietta nei giorni pari i successi di Manu Chao e nei dispari quelli dei Babasonicos, diffida degli astemi, ama i cani, la vita. E i fianchi delle donne. Ha pubblicato il romanzo Molto prima del calcio di rigore (Draw Up, 2014) e il noir mediterraneo Finis terrae (Oltre, 2016), vincitore sezione emergenti Premio Romiti; ha curato la raccolta antologica noir Nero Mediterraneo (Omicron, 2017). Da undici anni organizza nella sua Latina il festival del giallo e del noir Giallolatino.

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