Il silenzio dell’acqua




Recensione di Giuliana Pollastro


Autore: Adriano Barone

Editore: Mondadori

Collana: Omnibus

Pagine: 226 p.

Genere: Giallo

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. “Odio i tribunali.” Così dice Andrea Baldini, vicequestore della piccola Castel Marciano, mentre attende l’inizio del processo per omicidio della giovane Grazia Livon. E soprattutto merito suo se la ragazza è finita dietro le sbarre, ma l’onda d’urto del terribile assassinio scuote ancora la cittadina friulana, che non si aspettava di avere nell’armadio scheletri tanto terribili, tra gelosie, rancori, tradimenti e relazioni illecite. Andrea non ha tutti i torti: è nelle aule di tribunale che viene giudicata la solidità delle prove, e il suo timore si rivela profetico perché Grazia apre l’udienza con una dichiarazione spontanea che minaccia di compromettere la lunga, sofferta indagine. La più furiosa di tutte è Luisa Ferrari, punta di diamante della squadra omicidi della Mobile di Trieste, poliziotto istintivo, tenace e intransigente, che Andrea nel corso dei mesi appena passati ha imparato a conoscere e apprezzare nonostante le loro differenze. Nelle affermazioni di Grazia, Luisa vede solo un tentativo di sottrarsi a una giusta condanna; Andrea, invece, non riesce a convincersi che la ragazza possa essere così diabolica. Scoprono presto che non c’è tempo per riflettere: una serie di incidenti, aggressioni e terribili delitti torna a sconvolgere Castel Marciano. Chi c’è dietro al nuovo incubo? Andrea e Luisa tornano a indagare con le consuete differenze di metodo, di temperamento, di filosofia di vita. Diviso tra il desiderio di restare un punto di riferimento saldo per la comunità e la paura di non essere all’altezza del proprio ruolo, Andrea affronta i vecchi fantasmi, senza ancora sapere che i volti del Male sono più sfuggenti e terribili di quanto lui creda. “Il silenzio dell’acqua. Il prezzo da pagare” è un thriller che riporta in scena i personaggi interpretati da Ambra Angiolini e Giorgio Pasotti nella serie TV Mediaset “Il silenzio dell’acqua”.

Recensione

Barone, ti fa venir voglia una volta chiuso il libro, di andare a recuperare subito la serie, rimpiangendo di non avere un sequel o un prequel letterario.

Libro ispirato dalla serie di successo in onda sulle reti Mediaset nello scorso autunno, in occasione della seconda stagione televisiva, Adriano Barone ne trae un bel giallo. Il romanzo si apre con l’avvio del processo a Grazia, unica accusata dell’assassinio della sua migliore amica Laura.

Nonostante si entri a gamba tesa in una storia che ha un precedente televisivo, il lettore che per la prima volta si affaccia in questa nuova storia, non si trova affatto spaesato, tutto, in modo fluido e lineare, viene spiegato in modo chiaro fin da subito.

Vengono narrati i fatti, le ambientazioni e i personaggi e il lettore, non trova alcun problema ad immergersi completamente fin da subito nella trama.

La narrazione è fluida, lineare e chiara; i personaggi sono strutturati bene e non aderiscono stereotipi ideali che potrebbero risultare banali. Il vicequestore Andrea Baldini, e la sua collega della Mobile di Trieste Luisa Ferrari, sono prima di tutte persone con paure, ansie e contraddizioni sempre pronti a mettersi in discussione, sia dal punto di vista professionale che personale.

La scelta di una narrazione dall’alto a tutto tondo rende la storia alla portata di tutti, anche chi è più avvezzo alle serie e meno ai libri, resta incollato alla storia fino alla fine.

Alla fine ci si rende conto che tutto ha il suo posto, tutto ha il suo senso e si arriva all’ultima pagina rimpiangendo di averlo già finito.

Adriano Barone


Autore dei graphic novel L’era dei Titani, Tipologie di un amore fantasma, Bugs-Gli insetti dentro di me e Warhol-L’intervista (da cui ha tratto anche una commedia teatrale) e dell’adattamento a fumetti del romanzo Uno indiviso di Alcide Pierantozzi, per cui ha vinto il Premio Boscarato 2014 nella categoria “Miglior sceneggiatore italiano”. È stato finalista al Premio MIMC della Kodansha e in coppia con Massimo Dall’Oglio (con lo pseudonimo Hagane Ishi) due volte tra i vincitori del concorso internazionale di manga SMA. Ha scritto la raccolta di racconti Carni (e)strane(e) e i romanzi Il ghigno di Arlecchino (finalista al Premio Italia come miglior romanzo fantasy) e Zentropia. Sceneggiatore di cartoni animati, corti e lungometraggi, attualmente sceneggia Nathan Never e Zagor per Sergio Bonelli Editore.

 

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