Intervista a Davide Pappalardo




A tu per tu con l’autore


 

Innanzitutto complimenti per Che fine ha fatto Sandra Poggi, un giallo davvero ben scritto. Come è nata la storia? O meglio, l’idea per il caso affidato a Libero Russo?

Grazie mille! Intanto ti dico che me la sono spassata a scrivere questa storia e penso che un po’ del mio divertimento trapeli dalle pagine del romanzo. L’idea è nata dalla voglia di narrare un racconto particolare. Immagini diverse si mescolavano nella mia testa come oggetti trasportati in alto da un terribile uragano. C’era la ragazza, c’era poi la vicenda di Libero Russo da narrare, volevo inserire ancora gli anni ’70 e alcune delle grosse problematiche dell’epoca. Le idee rischiavano di essere sballottate dappertutto e così ho deciso di fare ordine mettendo in primo piano la storia della ragazza e i tormenti di Libero.

La Sicilia, tua terra d’origine, è ricorrente nel libro, anche Libero ha origini sicule. Anche tu come lui sei così legato alla tua terra e ai ricordi legati ad essa? Cosa ami di più della Sicilia?

Sono legatissimo alla Sicilia ma sto benone anche a Bologna, mia città di adozione e tra i luoghi in cui ho ambientato il romanzo. Della Sicilia, a parte gli affetti, mi mancano e mi piacciono due elementi fortissimi: l’Etna e il mare. Essendo nato alle falde del vulcano ho sempre avuto l’Etna come faro e come punto di riferimento. A volte, pur trovandomi altrove, lontano mille miglia, mi viene quasi voglia di cercare la montagna, come la chiamiamo noi, per non sentirmi spaurito.

Libero Russo è un personaggio nel vero senso della parola, è stato cacciato dalla polizia, lavora come investigatore privato, è uno squattrinato ma ha i suoi sani principi. Come è nato il personaggio? Ti sei ispirato a qualcuno?

Il personaggio è nato con Buonasera (signorina), il mio secondo romanzo. E’ nato di getto senza riferimenti a persone realmente esistite. Ho scritto l’impianto di Buonasera (signorina) in quattro giorni di scrittura furibonda sulla base della costruzione del protagonista. Evidentemente il personaggio covava già dentro di me da tempo e in effetti le sue radici sono rintracciabili in altri personaggi descritti in alcuni racconti pubblicati nel 2015 nella raccolta La Versione di Mitridate.

Nel libro si nota una tua grande passione per la musica, dati i numerosi riferimenti musicali. Libero ama Fred Buscaglione, tu hai i suoi stessi gusti o hai interessi più ampi?

In realtà non ritengo di essere un grande appassionato di musica. Intendiamoci, la musica mi piace molto ma la ascolto in maniera disordinata e senza costanza. Ogni tanto la passione riesplode. Ultimamente ho acquistato un giradischi e cominciato a collezionare vinili e salto tranquillamente dal jazz al rock classico, passando attraverso i cantautori italiani La tanta musica nei miei libri forse nasce da una critica che ho fatto mia. Dopo il primo romanzo, Milano Pastis, un mio conoscente mi disse che era bello ma mancava di musica. Da lì ho cominciato a infarcire i miei scritti di musica e di ritmo.

Quali autori hanno influito maggiormente nel tuo percorso di scrittore e quali apprezzi maggiormente nel panorama odierno?

Diversi e di differente genere. Per restare al noir sicuramente Izzo, Scerbanenco, Manchette, Crumley, Hammett, Chandler. Tra i viventi mi piace citare Ellroy ma mi fermo qui, l’elenco sarebbe sterminato.

Conosci il genere thrillernordico? Apprezzi qualche autore in particolare?

Certo e apprezzo il genere. In particolare mi piace la scrittura di Nesbo. Secca, senza fronzoli e che va dritta al bersaglio. Una scrittura per immagini, semplice e maledettamente funzi

Davide Pappalardo

Ilaria Bagnati

 

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