Intervista a Isabel Allende




A tu per tu con l’autore


E’ difficile contenere l’emozione nel nostro “A tu per tu” di oggi, perché abbiamo avuto l’onore di incontrare un mito della letteratura contemporanea, una donna che a 75 anni continua a far vibrare le corde dei nostri cuori, a toccare il punto più recondito delle nostre anime, pur seminando elementi dei nostri amati gialli nei suoi unici romanzi. Per noi è stato un regalo insperato questa breve ma profonda intervista, Isabel Allende è una donna e una scrittrice formidabile. Credo che pochi autori come Isabel Allende abbiano dato delle donne un’immagine così vera, completa e complicata. Fuori da ogni stereotipo, le protagoniste dei suoi romanzi sono donne appassionate, indubbiamente forti, ma di quella forza che è tanto più potente in quanto  non nega ne si lascia spaventare dalle debolezze e dalle contraddizioni che ha e che mostra.

I think that few authors such as Isabel Allende, described women so truly and completely in all their complexity. Out of any stereotype, the main characters of your novels are passionate women, undoubtedly strong, but with a kind of strenght  that is so much powerful because doesn’t deny weaknesses or contradictions and doesn’t fear to admit and show them.

Tempo fa, ha dichiarato  in un’ intervista che “Le protagoniste dei miei libri non le invento, mi guardo intorno e le vedo dappertutto. Le conosco bene” , e credo molto ci sia di lei stessa in ognuna di loro.., le chiedo, nel tratteggiare i caratteri maschili con tale profondità e sensibilità, (colgo lo spunto da una frase tratta da “D’amore e ombra” che tanto mi è rimasta impressa: – Gustavo mi ha attesa per tutta la vita. Mi sposerò con lui. – Non ci credo – sussurrò Francisco. In questo Non ci credo, sussurrato, non urlato, non imposto, non  prevaricante, trovo che lei Isabel abbia dato una delle immagini più belle mai state date di un uomo, in quanto in quel sussurro c’è tutto: amore, passione, rispetto) quanto è osservazione e  quanto  proiezione di ciò che noi donne vorremmo trovare in loro?  

Mi risulta più facile scrivere di donne che di uomini, perché sono una donna ed ho lavorato per e con le donne durante tutta la mia vita . Inoltre sono molto legata a mia madre, che adesso ha 97 anni, perciò so come è  una donna molto più anziana di me. Ma come giornalista e scrittrice, ho sviluppato  orecchie buone per ascoltare  ed occhi buoni per osservare. Solitamente, nel creare un protagonista maschile, mi baso su un  modello di uomo. Lo osservo da vicino e cerco di immedesimarmi entrando  nel profondo del suo sentire emotivo, così come farei con un personaggio femminile. E’ molto più realistico che inventare una sorta di eroe che si addica alle mie aspettative romantiche riguardo agli uomini e che probabilmente sarebbe più vicino ad una caricatura che ad una persona reale.
Al pari delle donne, gli uomini sono contradditori, complicati, e spesso non sono realmente cosi sicuri di se stessi come vogliono far credere agli altri. Mi focalizzo sulle loro fragilità, che sono ciò  che li rende, di fatto,  accattivanti.

Some time ago  you declare during an interview that “I don’t invent the women protagonists  of my novels, I look around and I see them everywhere. I know them well” , and I believe much of yourself is in them.., I would like to ask you, in drawning with such a depth and sensibility the male characters,  (and I refer to a quote that so much impress me, by reading “Of love and shadows: Gustavo has waited  for me all his life. I am going to marry him. I don’t believe it, – whispered Francisco. Through  this reply, I don’t believe it, whispered, not screamed, not imposed, not of prevarication, I think you,  Isabel, would have given us one of the most beautiful images of  ever,  referred to a man. As in that whisper there is all: love, passion, respect) how much derives from observation and how much is the projection of what, we, women, would like to find in a man?

It’s easier for me to write about women than men, because I am one and have worked for and with women all my life. Also, I am very close to my mother, who is now 97 years old, so I know how it is to be a much older woman than myself. But as a journalist and a writer I have developed a good hear to listen and a good eye to observe. I usually look for a human model when creating a male protagonist. I watch my model closely and try to get into the bottom of his feelings, just as I would do with a female character. That’s much safer than inventing a sort of hero that fits my romantic expectations about men and who would probably be closer to a caricature than to a real person. Like women, men are also contradictory, complex, and often they are not really as sure of themselves as they want others to believe. I focus on their vulnerabilities, which is what makes them endearing.

Anche nel suo ultimo romanzo, “Oltre l’Inverno”,  i personaggi sono il fulcro della storia: Lucia, Evelyn e Richard. Quali sono stati gli elementi fondamentali per la loro creazione? E quanto della sua esperienza di vita è stato ancora una volta necessario per delinearli?

I tre protagonisti del romanzo, hanno subito un trauma nel passato  ed i loro ricordi risentono del  fantasma di tali accadimenti. Essi cercano di far fronte a ciò in diversi modi: Richard conduce una piatta e tranquilla esistenza nella quale nulla accade, si protegge dalle sofferenze, e si potrebbe dire dalla vita stessa; Evelyn vive silenziosamente, invisibile, nascondendosi; Lucia viaggia e cerca di cominciare una nuova vita lontano dalla sua terra e dai recenti dispiaceri. Sono soli e tristi, vivono in un Inverno emozionale, ma nel momento in cui aprono i propri cuori assumendosi dei rischi, scoprono in loro stessi un’invincibile Estate che aspettava solo di emergere. Come i miei personaggi, io stessa mi trovavo in un Inverno emozionale quando ho iniziato a scrivere il libro. Avevo da poco divorziato da mio marito dopo 28 anni di matrimonio, il mio amato agente era morto, cosi come tre dei miei migliori amici ed il mio cane Olivia….. scrivere mi ha aiutata a riscoprire la mia propria Estate invincibile.

Even in  “In the midst of Winter”, your last novel, characters are the core of the story: Lucia, Evelyn and Richard. Which elements have been of the most importance in their creation?And how much of what you experienced during your life has been, once again, necessary to outline them?

The three protagonists of the novel have been traumatized in the past and their memories haunt them. They cope with the past in different ways: Richard has a little safe existence in which nothing happens, he is protected against suffering and therefore against life itself; Evelyn lives silent, invisible, in hiding; Lucía travels and tries to start a new life away from her country and the sorrows of recent years. They are all lonely and sad, living in an emotional winter, and by opening their hearts and taking risks, they discover an invincible summer waiting to emerge. Like my characters, I was also in an emotional winter when I started the book. I had recently divorced my husband after 28 years of marriage, my beloved agent died, three of my best friends died, my dog Olivia died… Writing helped me to rediscover my own invincible summer.

 “Oltre l’Inverno” appare come un giallo in cui si aprono elementi  classici del romanzo, come i toccanti racconti delle vicende dei protagonisti, il loro vissuto e i loro sentimenti. Era questa l’idea iniziale oppure è un risultato che si è andato man mano definendo durante la stesura? E, in tema di gialli, apprezza il thriller nordico? Un genere che come ambientazione e stile si contrappone al suo….

Non sono una grande fan di thriller e gialli, sebbene ne abbia scritto uno anni fa, “Il gioco di Ripper”. Volevo scrivere un libro incentrato sui miei tre protagonisti, non un giallo, ma avevo bisogno  del  corpo nel bagagliaio della macchina come causa motivante della loro avventura. Avevo originariamente  inserito il ritrovamento del corpo a pagina 20, ma mi sono resa conto che era ingannevole, perché il lettore si sarebbe a quel punto aspettato la tipica formula del giallo. Ho risolto il problema spostando il corpo a pagina 100, sperando, così facendo, che il lettore avesse nel mentre sviluppato un attaccamento ai personaggi e alle loro storie a prescindere dalla loro folle avventura. Solitamente non pianifico la struttura dei miei libri; non compilo neppure una vera e propria “scaletta”. Parto da un’idea e comincio a girarci attorno, alla cieca, finché piano piano la storia prende forma ed i personaggi prendono vita.

“In the midst of Winter” reveals itself as a mystery novel mixed up with classic novel elements, such as the moving tales of  characters ups and downs, their experiences and their feelings. Was it your original idea or plot  gradually did take this form during  the drafting? Furthermore, regarding crime novel,  do you appreciate Nordic Thriller? A genre that, as setting and style is opposite to your novels….

I am not a great fan of thrillers or crime novels, although I wrote one years ago, “Ripper”. I wanted to write a book focused on my three characters, not a crime novel, but I needed the body in the trunk of the car as an excuse for their adventure. I had the body on page 20 and I realized that it was misleading, because the readers would expect the typical formula of the crime genre. I solved the problem by moving the body to page 100, hoping that by then, the readers would have engaged with the characters and their stories more than with their crazy adventure. I don’t usually plan the structure of my books; I don’t even have a proper script. I start with an idea and start walking in circles, blindly, until slowly the story shapes up and the characters come to life.

Individuando nella sua vasta produzione due romanzi particolarmente amati, “La casa degli spiriti” e “L’amante giapponese”, tra i quali passano quasi trent’anni, vorremmo chiederle, arrivata all’esperienza di oggi, cosa cambierebbe nel primo e cosa invece riporterebbe dei suoi esordi di scrittrice nel secondo? Come è cambiata, se è cambiata, la concezione della passione e dell’amore?

Questa è una domanda difficile perché non ricordo neppure il mio primo romanzo. Lo ho scritto 35 anni fa e non lo ho più riletto da allora. All’epoca ebbe molto successo, in parte perché fu pubblicato nel pieno del boom della letteratura latino Americana, che ha impattato il mondo con molti straordinari romanzi. All’epoca di questo boom lo stile in voga era ridondante, barocco, esagerato, con elementi di realismo magico. Tutto ciò era presente nel mio libro. Ma il mondo e la letteratura sono cambiati. Io stessa sono cambiata. Probabilmente se scrivessi  “La casa degli spiriti” oggi non troverei nessuno interessato a pubblicarlo.
Dopo tre decenni di scrittura, ho guadagnato in esperienza , ma ho perso la libertà e l’innocenza  che avevo all’inizio. Desidererei scrivere oggi con la stessa spontaneità che avevo nel 1981, quando mi sedetti a scrivere quella lettera a mio nonno che divenne il mio primo libro.
Il concetto di passione e amore, in ogni caso, per me non è cambiato nei miei 75 anni di vita ben spesi. Sono ancora impulsiva, ottimista, romantica, sensuale e disposta a rischiare in amore, cosi come i miei personaggi. Le persone mi chiedono come è innamorarsi alla mia età….Beh, è esattamente identico ad innamorarsi a diciassette anni; la sola differenza è il senso di urgenza perché so che mi resta poco tempo. Per quanti anni potrò vivermi il mio nuovo amore? Cinque? Dieci? Non c’è tempo per piccolezze, gelosia, cattivo umore, piccole sciocche battaglie emotive, nulla di tutto ciò.  In amore, come in ogni altro aspetto della mia vita da anziana,  posso solo focalizzarmi su ciò che è essenziale. Il resto è irrilevante.

Selecting in your large production,two particularly beloved novels, such as “The house of the spirits” and “The japanese lover”, among which there are more than thirty years, we would like to ask you, with your today experience, what would you change in the first and what instead would you return to your beginnings as a writer to the second? How did change, if changed, the concept of passion and love?

This is a hard question because I don’t even remember my first novel. I wrote it 35 years ago and have not read it since. At the time it was very successful, partly because it was published when the Boom of Latin American Literature had impacted the world with many extraordinary novels. The style of the Boom was abundant, baroque, exaggerated, with elements of magical realism. All that was present in my novel. But the world and literature have changed. Also I have changed. Probably if I wrote The House of the Spirits today I would not find anybody interested in publishing it
After three decades of writing I have gained experience but I miss the freedom and innocence I had when I started. I wish I could write today with the same spontaneity of l981, when I sat down to write a letter to my grandfather that became my first novel.
The concepts of passion and love, however, have not changed for me in my 75 years of life well lived. I am still impulsive, optimistic, romantic, sensual and willing to take risks in love, as all my characters are. People ask me how is it to fall in love at my age… Well, its the same as falling in love at seventeen; the only difference is that there is a sense of urgency because I know that I have little time left. How many years will I enjoy my new love? Five? Ten?  There’s no time for pettiness, jealousy, bad temper, little stupid emotional games, nothing of the sort. In love, like in every other aspect of my old life, I can only focus on what is essential. The rest is irrelevant.

Isabel Allende

A cura di Simona Vallasciani, Manuela Fontenova, Sabrina De Bastiani

Traduzione di Sabrina De Bastiani

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