Intervista a Maria Elisa Aloisi




A tu per tu con l’autore


 

Ciao Maria Elisa, grazie per aver accettato il nostro invito. Complimenti, sei tra i cinque finalisti al Premio Alberto Tedeschi 2021 con Il canto della falena. Sei la prima in elenco, essendo i nomi riportati in ordine alfabetico, ma a me piace pensare a una forma di galanteria: sei l’unica donna in finale. Sei anche la più giovane.

Che effetto ti fa tutto questo? Quando hai premuto il tasto “invio” per spedire il tuo dattiloscritto al premio Tedeschi, ti ha sfiorato il pensiero di poter far parte della rosa dei cinque finalisti?

Ho premuto il tasto invio dopo un lungo rito scaramantico che non vi posso raccontare… e con lo stato d’animo, più o meno, di chi compra un biglietto della lotteria. Sono un’ottimista però, quindi la speranza l’ho tenuta in tasca lo stesso.

Non sei nuova ai concorsi e neanche a piazzarti tra i piani alti. Il tuo romanzo d’esordio, Fiutando il vento, ha vinto il premio letterario Il borgo italiano nel 2019 nella sezione inediti e il Premio Tettuccio 2020 per gli editi. Io l’ho letto e lo adoro. È un giallo, un romanzo storico e anche un fantasy. Conoscendo i tuoi standard, sono molto curiosa di sapere che genere di giallo è Il canto della falena.

Si tratta di un giallo giudiziario. Al di là della mia formazione da avvocato penalista, sono stata sempre attratta dal connubio tra diritto e letteratura, sotto un duplice aspetto: quello più sostanziale, di contenuto, dal “pound of flesh” de Il mercante di Venezia di Shakespeare a Delitto e castigo e I fratelli Karamazov di Dostoevskij; ma anche sotto il profilo squisitamente ermeneutico perché, se ci pensiamo, il metodo interpretativo di un testo nei due ambiti è profondamente diverso ed eterogeneo. 

Dov’è Elisa ne Il canto della falena? Quando scrivi ti identifichi in uno dei tuoi personaggi o metti qualcosa di te in ognuno?

Sì e no. Mi capita spesso di prendere spunto da esperienze personali o da persone che frequento. A questo punto, prima di iniziare a scrivere, i personaggi me li porto un po’ a spasso: prendiamo un caffè al bar, facciamo una passeggiata sull’Etna o in riva al mare e loro, a poco a poco, acquisiscono una loro personalità, si impongono nella storia, si comportano in modi che non avevo previsto e che a volte mi costringono a rivedere tutto.

Sei un avvocato penalista. Immagino che possa essere un vantaggio se vuoi scrivere un romanzo giallo. La tua vita quotidiana è una continua fonte di ispirazione? Se lo è, sappi che ti invidio da morire.

Sì lo è, ed è inevitabile. Il processo penale, oltre ad essere un gioco delle parti, è anche un inesauribile mix di farsa e tragedia. In aula, perfino durante il processo più complesso, quando la tensione è altissima, alcuni testimoni sono capaci di dire le cose più assurde ed esilaranti. Se non mi credi, dai un’occhiata a un gruppo Facebook che si chiama Stupidarium Iuris.

(Rido) Lo farò senz’altro. Senti, quanto ha influito il tuo percorso di studi e l’ambiente familiare nella nascita della Elisa scrittrice?

Tantissimo e fin dalla scuola elementare. Ti basti sapere che mia madre, che è un’insegnate di latino e greco e con la quale condivido la passione per la scrittura, mi insegnò l’analisi logica in un modo del tutto stravagante. Mi diceva: «Facciamo finta che è un’indagine di omicidio, d’accordo?» ed io: «Sì, mamma». E allora proseguiva: «Dobbiamo trovare il soggetto, fai finta che è l’assassino, ok? Forza, acciuffiamo l’assassino di questa frase, qual è il soggetto?».  E così via, guarda, ti dico solo che il complemento d’agente non si faceva beccare mai! A questo punto dovrei dirti: «Bel tipo! Mi sarebbe tanto piaciuto conoscerla» ma non posso, perché io tua mamma la conosco davvero e so quanto è tosta.

Ultima domanda: sei in finale al premio più importante per il giallo italiano. Di che colore è il tuo futuro? Vedi un giallo fisso o c’è spazio per altre sfumature?

Più che altro, da quando ho letto il mio nome nella cinquina, vedo arcobaleno. A parte questo, ho ultimato da poco la prima stesura di un romanzo di narrativa per ragazzi. L’idea è nata all’interno del Laboratorio degli Scrittori Pigri di Barbara Fiorio (GSSP FuR _ Fare Un Romanzo) e adesso inizierò la fase di revisione con Sarah Savioli. La protagonista de Il canto della falena però inizia a reclamare attenzione, perciò questa estate faremo un giro alle isole Eolie: è lì che vorrei ambientare la sua prossima avventura.

Elisa, ti ringrazio per il tuo tempo.

Un grosso in bocca al lupo dalla redazione di Thrillernord!

Claudia Cocuzza