Intervista a Mariel Sandrolini




A tu per tu con l’autore


Incontriamo Mariel Sandrolini, famosa autrice noir bolognese , in occasione della presentazione del suo ultimo libro “BURLESQUE E DELITTI” ( Edizioni Golem), nella stupenda cornice della libreria Ambasciatori di Bologna, accompagnati dalle note del pianista Stefano Balboni.

Come e quando è nata la sua passione per la scrittura e per il noir?

Sin da bambina ho sempre amato leggere, tanto da preferire i libri ai giocattoli. In terza media partecipai con un tema ad un concorso indetto dal Ministero dell’Istruzione e vinsi. Anche se sapevo di essere brava ne rimasi sorpresa e ,mai avrei pensato che nella vita sarei arrivata ad editare diciannove libri! Negli anni successivi ho frequentato il collegio, le magistrali e mi sono diplomata in pianoforte. Di quegli anni dico sempre che mi sono alimentata a pane e Scerbanenco. Mi piacevano i gialli, ma divagavo anche su altri generi popolari tra le ragazze di quegli anni, che avevano una visione ancora molto romantica della vita e sognavano il principe azzurro. Iniziai in quel periodo a scrivere poesie e novelle per alcuni giornali femminili. Poi, il lavoro, il matrimonio ed i figli hanno assorbito le mie energie e non mi hanno permesso di fare quello che avrei voluto fare. Nel 2005, con la pensione, ci fu la svolta. Mi sono ripresa i miei spazi ed ho ricominciato a scrivere. Il primo libro, un’autobiografia in cui raccontavo gli anni del collegio, lo misi nel cassetto per un po’, finchè le amiche mi convinsero a mandarlo a qualche editore. Ero scettica, ma poi iniziarono ad arrivare delle proposte. Nella frenesia del momento, accettai la prima proposta editoriale, anche se, in seguito, me ne pentii. Nel 2009 scrissi “Le scelte di Erica”, un libro che, dopo l’esperienza deludente con il primo editore, decisi di autopubblicare e che si rivelò un best seller. Di questo libro, di cui sono state fatte tantissime ristampe, si interessarono diversi editori che si avvicendarono nel tempo a causa di traversie finanziarie. Oggi il libro è esaurito, ma sta prendendo forma il progetto di ripubblicarlo nuovamente.
Al genere noir, che è sempre stato la mia passione, approdai in un secondo tempo, perché avevo una sorta di timore nell’affrontare, alla mia età, il confronto con gli altri scrittori del vivace ambiente bolognese, che peraltro erano tutti maschi. Vinto il timore, scrissi il primo giallo e fu un successo. Poi venne il secondo, che riprendeva il finale aperto del primo libro. Forte dei risultati positivi ottenuti dai primi due capitoli della saga dell’allora Ispettore Marra, che avevo scelto di ambientare a Torino, decisi, con un escamotage, di portare la storia a Bologna, nella mia città. Questo trasferimento coincise anche con un cambio di editore. Passai alla casa editrice Golem con cui si è da subito creata grande sintonia. Con loro ho editato gli ultimi quattro romanzi della serie del Commissario Marra.

Il commissario Mario Marra, protagonista di quelli che, ad oggi sono sei romanzi, è un uomo semplice ed autentico, lontano anni luce dai soliti stereotipi del poliziotto supereroe della letteratura crime anglosassone. Come è nato questo personaggio e, a chi si è ispirata per costruirlo?

Avevo già l’idea di scrivere una serie di romanzi. Il mio protagonista nacque in una notte d’estate con il sottofondo di Chopin, uno dei miei autori musicali preferiti. All’inizio Marra è stato un po’ il mio alter ego. Aveva la timidezza che mi caratterizzava in quel periodo in cui , per esempio, ancora faticavo a parlare in pubblico alle presentazioni. Poi, una sera, proprio ad una presentazione, conobbi una signora di Forlì, sposata con un commissario. Approfondendo la conoscenza, decisi che Marra doveva somigliare a questo poliziotto.

I suoi romanzi sono molto coinvolgenti e si leggono d’un fiato. Come fa a mantenere sempre così alto il livello di tensione?

Beh, perché mi immedesimo nel lettore. Per cui cerco sempre di raccontare gli eventi che portano alla soluzione del caso, mantenendo la suspence.

Nei suoi ultimi quattro libri, la città di Bologna è sempre in primissimo piano. Ambientare le sue storie qui è stata una semplice scelta d’amore verso la propria terra o ci sono altre motivazioni? Ho notato che i luoghi che fanno da sfondo alle avventure del commissario Marra non sono mai scelti a caso, ma raccontano essi stessi una storia, legata al passato o alla cronaca nera di Bologna.

Io sono Bolognese, ho abitato in centro per quarant’anni. Conosco benissimo la città e mi documento molto attentamente quando affronto la stesura di un libro. Cerco sempre spunti dalla cronaca ed i luoghi in cui ambiento la narrazione non sono mai casuali. Per esempio alla chiusa del Battiferro, location dell’omonimo romanzo, venne realmente rinvenuto il teschio di cui parlo nel libro.

Personalmente, per come è strutturata, trovo che la saga del commissario Marra si presti molto bene ad un adattamento televisivo. Ci ha mai pensato?

Questo è un brutto argomento e parlarne mi fa ancora stare male. La trattativa c’è stata, ma purtroppo ho avuto a che fare con personaggi poco seri e la cosa non ha avuto seguito.

(Mariel, a questo punto chiede di rispondere al suo editore Giancarlo Caselli, di Golem)

Sicuramente la serie si presterebbe. Tutti però sappiamo quanto sia difficile oggi, anche dal punto di vista economico, avviare produzioni del genere, che comportano tempi di realizzazione molto lunghi. Chissà…magari in futuro potrebbe accadere. Non poniamo limiti alla provvidenza.

Dietro ad ogni scrittore c’è anche un lettore. Quali sono gli autori che l’hanno ispirata o che comunque hanno avuto un ruolo importante nella sua formazione?

Sicuramente Giorgio Scerbanenco, sin dai tempi del collegio. Era uno dei pochi autori noir che avevamo a disposizione in quel periodo. La sua impronta è abbastanza evidente nei primi due romanzi della serie del Commissario Marra.

Mariel Sandrolini

Laura Piva

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