Intervista a Roberto Mercadini




A tu per tu con l’autore


 

Sul tuo canale YouTube affronti molti argomenti delicati e non è da meno quello sulla bomba atomica. Come ti è venuta l’ispirazione per scrivere questo racconto?

Tre anni prima avevo scritto un monologo su commissione: il tema era, appunto, la bomba atomica. Ne rimasi estremamente affascinato. Si trattava di una storia immensa, capace di mescolare temi molto diversi e di tenere insieme estremi opposti: è una storia di scienza, ma è anche una storia di guerra; ci sono intelligenza e idiozia; calcolo meticoloso e caos; cambiamenti epocali e vicende private. In quell’occasione avevo approfondito il tema quel tanto che bastava per costruire una narrazione di un’ora. Ma avevo pensato che c’era molto di più da raccontare: nella narrazione parlavo solo brevemente di Fermi, accennavo appena ad Hitler, non nominavo Oppenheimer. Il fatto è che ero molto soddisfatto di quel monologo. Il problema era il tempo ristretto di un lavoro teatrale. Avevo bisogno di una forma di espressione che mi permettesse una narrazione più lunga e articolata: un libro. Così quando Rizzoli mi ha chiesto su cosa volessi scrivere il prossimo libro, non ho avuto dubbi.

Dei protagonisti citati nel libro c’è qualcuno che ammiri in particolare?

Fra i veri protagonisti della storia credo che non ci sia nessuno da ammirare; non ci sono “eroi” nel senso convenzionale del termine. Credo che la forza di quella storia sia proprio il fatto che non ci siano “buoni”. È una storia dove ognuno ha le sue colpe, ma nessuno ha tutta la colpa; ognuno ha le sue ragioni, ma nessuno ha ragione del tutto. Proprio come nella tragedia greca.
C’è, forse, l’eccezione di Wittgenstein, che è descritto sostanzialmente come un modello positivo. Ma solo all’inizio del libro è fra i protagonisti, poi diventa una sorta di “commentatore” che osserva la storia dall’esterno.

Ti sei immedesimato in qualcuno di loro? Se sì, come ti saresti comportato al loro posto?

Il personaggio che mi ha coinvolto di più emotivamente è Robert Oppenheimer; credo anche che sia il più riuscito del libro. Oppenheimer vive una condizione particolarissima, essendo contemporaneamente il cuore del progetto della bomba atomica e un corpo estraneo finito lì per errore. Viene lodato dal Presidente in persona mentre i servizi segreti sospettano di lui e lo considerano un pericoloso traditore. È un personaggio in cui, durante questa storia, successo e fallimento, gloria e rovina si intrecciano in modo inestricabile.
Ma non ho idea di cosa avrei fatto al suo posto. Non sappiamo davvero come ci comporteremo in una certa situazione fino a quando non vi ci troviamo. Credo che sia così, anche se spesso fantastichiamo del bellissimo comportamento che avremmo tenuto o delle bellissime cose che avremmo detto al posto di qualcun altro. E la situazione in cui si è trovato Robert Oppenheimer è davvero troppo lontano da quelle che ho vissuto io finora per azzardare una risposta.

Quanto è durata la ricerca delle fonti e delle citazioni?

È durata diversi mesi. Fra il giorno in cui la casa editrice ha approvato la mia proposta di scrivere un libro su questo tema e il giorno in cui ho consegnato il testo è passato un anno. Credo di avere speso questo tempo più documentandomi che scrivendo.

Hai in programma qualche altro libro su temi scottanti?

Sto scrivendo un libro su Leonardo e Michelangelo. Solitamente li celebriamo separatamente come geni inarrivabili. A me sembra straordinariamente interessante anche il fatto che si siano conosciuti, ma non si siano capiti; anzi, potremmo dire che non si sono proprio piaciuti. Erano due persone estremamente diverse. È quasi incredibile quanto fossero diversi, soprattutto pensando che erano coevi, conterranei e “colleghi” (anche se il termine per loro due sembra irrimediabilmente riduttivo). Erano veramente gli antipodi, i complementari. Mi interessa intrecciare una narrazione in cui evidenzio questa estrema diversità. Per me significa, fra le altre cose, che il talento può assumere diverse forme; che si possono raggiungere vette altissime tramite strade divergenti, anche nello stesso campo….

Roberto Mercadini

A cura di Matteo Maggio

 

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