Intervista a Viveca Sten




A tu per tu con l’autore


 

Sono molte le domande che vorrei porre ad un’autrice ormai affermata e creatrice di personaggi indimenticabili, come l’ispettore Thomas Andreasson, che alla fine di ogni romanzo dispiace lasciare. Sembra quasi strano non poter andare a trovarli nella vita quotidiana, tanto sono vividi e familiari. Quanto ha influito, se lo ha fatto, il successo con il suo modo di scrivere?

Grazie per le belle parole circa la serie di omicidi di Sandhamn. Mi riempie il cuore di gioia sentire che Tomas, Nora e gli altri personaggi siano risultati così vivi e realistici per lei e, si spera, anche per altri lettori. Sono davvero felice di questo successo, non solo in Svezia ma anche a livello internazionale, cosa che non mi aspettavo. Ha sicuramente contribuito a motivare il mio continuare a scrivere e mi ha anche dato il coraggio di abbandonare il mio lavoro a tempo pieno come avvocato. Oggi sono in grado di concentrarmi al 100% sulla mia scrittura e in particolare sulla serie di omicidi di Sandhamn.

Alcuni autori danno forma alle proprie “creature” in luoghi isolati, lontano da tutti o tutto. Qualcuno scrive con maggior intensità durante i viaggi in treno. C’è chi ascolta musica in sottofondo… non molto distante da noi lettori, in fin dei conti. Anche lei segue dei piccoli rituali o hai dei luoghi particolari in cui scrivere più serenamente?

Fortunatamente, posso lavorare assolutamente ovunque. A bordo di un volo, su un treno o seduta in un bar… Detto questo, preferisco di gran lunga scrivere nella nostra casa a Sandhamn, dove mi siedo al nostro tavolo da pranzo e guardo fuori, le case del Diciottesimo secolo circostanti.

Si nota, nei suo romanzi, una grande cura dei particolari. Le descrizioni dei luoghi è molto dettagliata tanto da far immergere completamente il lettore e desiderare di andarli a visitare il prima possibile. Che rapporto ha con la natura e con i luoghi della sua infanzia?

La mia famiglia ha avuto una residenza estiva a Sandhamn dal 1917, quando il mio bisnonno Oscar ha comprato la nostra casa di famiglia. Ho passato tutte le mie estati lì fin da quando ero piccola e Sandhamn è il mio posto preferito sulla terra. Quindi Sandhamn è anche l’ambientazione naturale per la maggior parte dei miei romanzi ed è stato anche l’ambientazione per la mia trilogia fantasy “Children of the skerries”, che scrivo insieme a mia figlia Camilla. Trascorrere la propria infanzia nell’arcipelago, così vicino alla natura, crea un legame permanente nei confronti dell’ambiente e della protezione del clima. Per me, questo si è tradotto nell’adoperarmi per la tutela e il benessere del Mar Baltico. Inoltre, amo anche le montagne svedesi e trascorro molto tempo sciando e camminando verso nord. Infatti, uno dei miei altri romanzi “The re-union”, anch’esso scritto insieme a mia figlia, si svolge lì.

In “ritorno all’isola” mi ha molto colpito il personaggio di Jeanette Thiels, una donna forte e decisa che da priorità al lavoro mettendo un po’ in secondo piano la famiglia e soprattutto la figlia, molto bisognosa di amore e di cure. Il loro rapporto quasi si fortifica dopo la scomparsa della donna. È sicuramente un lavoro importante, quello di Jeanette, su cui lei ha molto posto l’attenzione. Come è nato questo personaggio?

Invento i miei personaggi, perché non voglio offendere nessuno. Rispetto i miei vicini a Sandhamn e non userei mai nessuno di loro specificatamente (o chiunque altro) come modello per i miei personaggi. Tuttavia, ovviamente vedo e sento molto ed essendo un autore, è impossibile per me non usare i bocconcini che colgo dalle persone che incontro.

Da donna a donna, mi sono molto indignata per il comportamento del capo di Nora e del suo sentirsi in colpa per le attenzioni di lui, come se l’avesse provocato o “invitato” . Anche questo è un tema molto delicato ed è importante parlarne, dar voce in qualche modo a queste donne che si sentono sbagliate per motivi che esulano dal loro comportamento o dal loro modo di essere. Una bella denuncia sociale, senza leggere neanche troppo tra le righe. Un giallo che non è solo un giallo, insomma, cosa che mi è piaciuta molto. Crede che la letteratura possa cambiare un po’ le cose, nel suo piccolo? Io credo e spero di sì. 

Sì, come lei, penso che la letteratura possa essere una voce importante verso un cambiamento in positivo. Soprattutto dopo il “Me-too-movement”. Spero che le persone (uomini!) siano diventate più consapevoli dei comportamenti e degli approcci sessuali inappropriati. Come scrittrice, posso usare la mia scrittura per evidenziare i problemi che le donne devono affrontare ogni giorno. Grazie!

Viveca Sten

Sara Pisaneschi

 

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