Intervista a Annalisa Stancanelli




A tu per tu con l’autore


 

Quali sono le sensazioni e le emozioni che poi riversa nella scrittura visto che lei vive nel territorio della Magna Grecia? Quanta influenza ha avuto il luogo dove vive nel giallo che ha pubblicato?

Mistero Siciliano è il frutto della mia vita, del mio bagaglio di emozioni e di conoscenze. Vivo a Siracusa e respiro la storia, la bellezza, il mito. Da sempre sin da piccola sono stata appassionata di storia e archeologia, mitologia e letteratura. Per me come studentessa prima, come docente poi, ogni occasione era buona per visitare le meraviglie della città, in special modo le vestigia greche e romane. Mi sono sempre emozionata di fronte alla magnificenza del Teatro Greco, al mistero dell’Orecchio di Dionisio, all’inquietante ombrosità delle latomie. Dal 2005 in poi ho iniziato a scrivere sul quotidiano “La Sicilia” curando intere pagine sulla storia antica, moderna e contemporanea della città, sulla letteratura e Vittorini, sull’arte e Caravaggio e soprattutto su Archimede di cui ho scritto moltissimo interessandomi alla sua vita e alla sua influenza su Leonardo e Galileo ad esempio. Ecco perché il titolo “Mistero siciliano. Per la tomba si Archimede si può uccidere” : l’esistenza e il destino del matematico sono stati profondamente legati alla storia della città che ha contribuito a proteggere per mesi dall’attacco dei romani con le sue invenzioni.Vivere a Siracusa significa stare in mezzo a un libro parlante, in ogni luogo che visiti c’è una storia o un mito da narrare per non parlare della favolosa isola di Ortigia e dei musei. Mistero siciliano è tutto questo, uno scrigno di racconti, “Le Mille e una notte” di Siracusa.

Quanto è importante leggere e avere passione per determinati argomenti per poi scrivere un libro? Per avere anche una scrittura di facile comprensione e per saper con la stessa catturare il lettore come riesce a fare lei?

La parola chiave è passione. C’è sempre qualcosa da scoprire, su Siracusa, o su altri argomenti che in questo momento mi interessano. Che sia Archimede o Caravaggio, Leonardo da Vinci o la storia della fortezza Eurialo. Io sono curiosissima e quando trovo una storia non mi fermo; devo sapere tutto. E allora scavo come un archeologo, mi documento, compro libri, faccio ricerche fino a quando so tutto, o almeno tutto quello che è possibile trovare sul tema. E poi inizio a raccontare e vedo la curiosità e l’interesse negli occhi di chi mi ascolta; a quel punto tutte le curiosità, le storie, i misteri, gli enigmi che incontro diventano narrazione. La scrittura di facile comprensione è per me naturale, data l’esperienza di docente, e quindi la necessità di arrivare ad una narrazione chiara è prioritaria quando mi metto al computer ma l’abilità di “avvincere” il lettore la sto raffinando anno dopo anno grazie anche agli editor con cui lavoro.

La scelta del protagonista storico ricade su Archimede solo perché amava Siracusa e viveva lì o anche per presentare la meravigliosa città suddetta con i suoi interessanti reperti storici? Quanto è importante la conoscenza della storia per arricchire il proprio bagaglio culturale?

Archimede è il mio personaggio. E’ stato protagonista di alcuni miei romanzi “Archimede e l’enigma della Sfinge” (Youcanprint) segnalato su “Tuttolibri” de “La Stampa e “Archimede deve morire” (Oakmond publishing) che costituisce il seguito del primo. Le mie precedenti storie e l’immagine del mio Archimede investigatore sono state inserite anche nelle enciclopedie online alla voce giallo storico. Archimede è il cuore di Siracusa ma è poco ricordato; anzi, nel mondo è più onorato che in Sicilia e in Italia. Vi sono premi, competizioni di livello internazionale in nome di Archimede. In Italia, in Sicilia e a Siracusa, la sua città, famosa nel mondo grazie a lui anche, non c’è nulla. Ecco perché Archimede anche in questo romanzo è al centro, perché voglio che si parli di Archimede, che i lettori sappiano quanto sia stato innovativo, geniale, nel suo tempo. In “Mistero siciliano” attraverso l’indagine archeologica di Marco Graziano e le letture colte di Morfeo ripassiamo tutto quello che dobbiamo sapere su Archimede, la sua vita, la sua presupposta morte  e le sue favolose invenzioni, macchine funzionanti ad acqua e a pressione, catapulte, armi belliche nuove, congegni incredibili come la “mano di ferro” o altre particolari armi da getto. La storia è meravigliosa ma bisogna saperla raccontare. Nel mio ultimo libro di saggistica ad esempio “Forse non tutti sanno che Caravaggio. La vita di un genio fra arte, avventura e mistero” (Newton Compton) ho narrato la vita di Caravaggio e la storia dei luoghi in cui visse (Milano, Caravaggio, Roma, Napoli, Malta, Siracusa, Messina) catturando moltissimi lettori che per la prima volta si accostavano a una biografia. Mi chiede se la storia è importante per la formazione culturale; certo! Noi siamo il frutto della nostra storia e conoscerla significa comprendere meglio se stessi, la propria società, il percorso compiuto da chi ci ha preceduto e godere di più delle meraviglie architettoniche, artistiche, monumentali di cui l’Italia è piena e di tutti i tesori custoditi nei Musei.

Nel romanzo Mistero siciliano incontriamo l’archeologo con la speranza di trovare la tomba del grande Archimede; il vice questore aggiunto Regazzoni turbato nell’animo da problemi personali e da quelli lavorativi per l’omicidio irrisolto della contessa; il Boss o Morfeo un mago del depistaggio invischiato in operazioni decisamente illecite e altri di contorno. A chi si è ispirata per creare questi personaggi interessanti e coinvolgenti che tengono gli occhi del lettore incollati alle pagine del libro?

I personaggi nascono dalle mie  passioni. Tra le mie letture “Diabolik” che mi ha ispirato per il crudele e implacabile “Morfeo”, un uomo pazzesco che colleziona non per bisogno ma per passione. I film di “Indiana Jones” hanno influito sulla costruzione delle avventure sotterranee di Marco Graziano che è davvero messo alla prova: essere responsabile di una scoperta storica in un momento in cui il suo “cuore” è straziato. Gabriele Regazzoni è invece un personaggio complicato che assomiglia moralmente a un mio amico inquirente ma risente nella caratterizzazione fisica dell’influenza che esercita su di me un attore di fiction (che vedrei molto bene nell’impersonare questo personaggio).  Voglio ricordare che i nomi sono stati scelti ad hoc, Marco per mio figlio, Gabriele per mio nipote (le nuove generazioni) e il soprannome Gab da un mio amico, un ballerino che farà strada. E Regazzoni, in particolare, non potrà star fermo a lungo perché l’omicidio della Contessa tornerà a bussare alla sua porta.

Si affeziona ai personaggi che crea? In Mistero siciliano quali sono i suoi personaggi preferiti e perché?

Tutti i personaggi sono nati da un faticoso processo di creazione: quello su cui ho lavorato di più con Fabrizio Carcano, direttore della Collana Giungla Gialla, è Morfeo. Abbiamo riscritto la parte di questo crudele trasformista- camaleonte umano- almeno tre volte. Io amo tutti i miei personaggi, soprattutto le donne, Arianna, Maya, Elisabetta e la piccola Marilù. Sono loro nell’intreccio a dare il via a momenti risolutivi della storia.

Marco Graziano continuerà la sua avventura in terra egiziana? Ci sarà un nuovo romanzo dove l’archeologo sarà protagonista e porterà il lettore, tra avventura e storia, a scoprire cose nuove?

Mi piacerebbe ma dipenderà dai lettori.  Io amo follemente l’Egitto e chi legge il thriller si accorge con facilità della mia immensa passione per i misteri egiziani, i corredi tombali, le procedure di mummificazione. Se “Mistero siciliano” avrà un seguito dipenderà dal favore che incontrerà presso il pubblico. L’idea c’è anche perché di Archimede non ho svelato proprio tutto…infatti……ma non posso dire di più per ora.

Grazie

Marianna Di Felice

Grazie per l’intervista

Annalisa Stancanelli 

 

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