La biblioteca di mezzanotte




Recensione di Francesca Marchesani


Autore: Matt Haig

Editore: E/O

Traduzione: Paola Novarese

Genere: Narrativa

Pagine: 329

Anno di pubblicazione: Novembre 2020

Sinossi.

«E se potessi tornare indietro e cancellare i tuoi rimpianti, cosa faresti in modo diverso?».

Fra la vita e la morte esiste una biblioteca. Quando Nora Seed fa il suo ingresso nella Biblioteca di mezzanotte, le viene offerta l’occasione di rimediare agli errori commessi. Fino a quel momento, la sua vita è stata un susseguirsi di infelicità e scelte sbagliate. Le sembra di aver deluso le aspettative di tutti, comprese le proprie. Ma le cose stanno per cambiare. Come sarebbe andata la vita di Nora se avesse preso decisioni diverse? I libri sugli scaffali della Biblioteca di mezzanotte hanno il potere di mostrarglielo, proiettando Nora in una versione alternativa della realtà. Insieme all’aiuto di una vecchia amica, può finalmente cancellare ogni suo singolo rimpianto, nel tentativo di costruire la vita perfetta che ha sempre desiderato. Ma le cose non vanno sempre secondo i piani, e presto le sue nuove scelte metteranno in pericolo la sua incolumità e quella della biblioteca. Prima che scada il tempo, Nora deve trovare una risposta alla domanda di tutte le domande: come si può vivere al meglio la propria vita?

Recensione

Di Matt Haig avevo letto durante il primo lockdown “ Ragioni per continuare a vivere”,  una sorta di chiacchierata con un amico. Uno che non ha paura di dire le cose come stanno. Appena ho saputo dell’esistenza de “La biblioteca di mezzanotte” ho fatto di tutto per leggerlo, pur sapendo che mi avrebbe messo di fronte a uno specchio.

E, come ripeto sempre, per fortuna ora sono in un periodo in cui posso leggere cose introspettive e profonde senza dover sprofondare in un baratro di depressione. Ma, andiamo con ordine. La nostra protagonista è Nora Seed.

Nora è depressa, nella sua esistenza non c’è una cosa che le vada bene. Perde il lavoro, le muore il gatto, scappa all’altare, i suoi genitori sono morti e suo fratello non le rivolge la parola. Ha almeno un motivo per continuare a vivere? All’apparenza non sembrerebbe. Decide di farla finita ed è proprio quando è in bilico fra la vita e la morte che scopre la biblioteca di mezzanotte. Lì ci sono infiniti scaffali di libri, tutti uguali da fuori, tutti diversi dentro, alcuni più spessi, altri più sottili.

Ognuno racconta di una vita che potrebbe aver vissuto se solo avesse fatto scelte diverse. Come nel film “Sliding doors”, chi non si è mai chiesto: cosa sarebbe successo se? Se fossi andata all’università, se non avessi preso quel treno, se non avessi mai lasciato quel ragazzo, se mi fossi trasferita all’estero e così per ogni piccolo bivio che ci si presenta davanti.

Così Nora si ritrova a vivere un’infinita gamma di vite, ognuna diversa ma mai nessuna abbastanza felice o degna di essere vissuta. Perché torna sempre indietro a sceglierne un’altra alla biblioteca?

Perché troveremo sempre qualcosa che non va in quello che abbia davanti. Perché pensare che fuori ci sia qualcosa di più bello che ci attende è un modo più semplice per fuggire alla realtà. È come dire “non è colpa mia se ho fallito, è che ho fatto delle scelte sbagliate”. E invece Haig, in maniera magistrale e diretta come suo solito, ci pone davanti a questa verità, noi siamo una persona sola e abbiamo una vita a disposizione.

Le strade che possiamo prendere però sono sempre infinite, il segreto è vivere invece di lamentarsi di non riuscire a vivere. Smetterla di guardare il mondo da fuori per paura di fallire, non riuscire a portare a termine mai niente perché non è come ce lo eravamo immaginato. Nora ci insegna che nessuna vita è perfetta, neanche quella in cui diventa una rockstar famosa o dove ha una figlia che ama alla follia.

È impossibile pensare di vivere una vita in uno stato di perenne felicità, non può esistere felicità senza tristezza. Come non potrebbe esistere la luce senza il buio, credere che invece  ci sia possibilità di essere sempre contenti non fa altro che generare infelicità e false aspettative.

Noi stessi siamo la nostra biblioteca, la vita in sé è una possibilità continua, siamo noi il nostro infinito. L’unico modo di cancellare le righe del libro dei rimpianti è semplicemente uno: chiuderlo e continuare a vivere.

Matt Haig


Scrittore e giornalista, collabora con le più importanti testate del Regno Unito. Di lui dicono:«Ci sono due teorie: l’editore ci fa credere che sia un umano che vive nel nord dell’Inghilterra, ma è poco probabile. È più facile che sia giusta la voce che corre nella comunità dei Labrador, che si tratti di uno di loro che scrive sotto pseudonimo e che attualmente sia alloggiato in un canile speciale procurato dall’editore. Un’altra teoria circolante è che Matt Haig sia uno Springer spaniel…» Oltre a Il Club dei Padri Estinti (Einaudi, 2008), Haig è autore, tra gli altri, di Il patto dei Labrador (Einaudi, 2009), La famiglia Radley (Einaudi, 2010), Gli umani (Einaudi, 2014), Ragioni per continuare a vivere (E/O, 2020) e La biblioteca di mezzanotte (E/O, 2020). Alcuni suoi scritti sono delle reinterpretazioni in chiave moderna dei drammi shakesperiani. Ha scritto anche libri per bambini, tra cui la Foresta d’ombra (De Agostini, 2009) e Un bambino chiamato Natale (Salani 2016).