La casa delle spie




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Daniel Silva

Traduttore: Giovanni Zucca

Editore: Harper Collins Italia S.p.A.

Genere: Thriller

Pagine: 521p., Rilegato

Anno di pubblicazione: 2018

SINOSSI

La mente dell’Isis, l’inafferrabile Saladino, è ancora libero. Non solo, ha capito che Natalie è in realtà un agente infiltrato e lo ha tradito… ma come?

Gabriel Allon sta cercando di risolvere questo rompicapo quando i terroristi, quattro mesi dopo aver portato a termine il più sanguinoso attacco su suolo americano dall’11 settembre, seminano morte anche nel cuore di Londra. È un attentato audace, pianificato con cura e nella massima segretezza, ma con un unico, sottile filo sciolto.

Ed è proprio quel filo che conduce Gabriel Allon e il suo team nel sud della Francia, fino a Jean-Luc Martel e alla sua compagna, Olivia Watson.

Stella della moda inglese, la bellissima Olivia finge di ignorare che la vera fonte dell’immensa ricchezza di Martel è la droga. E lui, da parte sua, chiude un occhio sul fatto che il vero obiettivo dell’uomo con cui è in affari è la distruzione dell’Occidente.

Eppure proprio loro potrebbero rivelarsi la chiave per arrivare finalmente all’inafferrabile Saladino e vincere la guerra globale contro il terrore.

Con il suo stile inconfondibile e raffinato, Daniel Silva conduce il lettore in una folle corsa contro il tempo che si snoda dagli eleganti locali di Saint-Tropez alle suggestive spiagge di Casablanca, fino a una casa nel cuore del Marocco dove Gabriel Allon spera di catturare il terrorista più pericoloso del mondo.

“Avrebbe salutato i suoi figli nell’oscurità, e nell’oscurità sarebbe tornato da loro. Li avrebbe protetti dal male. E un giorno, forse, loro in cambio avrebbero ricordato la carezza della sua mano a mezzanotte.”

(Dar al-Jawasis – La casa delle spie)

RECENSIONE

Una telefonata nel cuore della notte fra Londra e Israele che appare l’unica possibilità per poter finalmente porre la parola fine a questa storia, rimasta aperta con la fuga di Saladino qualche mese prima.

È in questo modo che Gabriel Allon, il principe del fuoco, l’angelo della vendetta, il figlio prescelto da Ari Shamron, che nel frattempo ha preso il posto che gli spettava come capo del servizio di Intelligence dello Stato di Israele, viene nuovamente coinvolto in questa faccenda e avrà la possibilità di chiudere i conti con il passato neanche tanto lontano.

La storia che si era interrotta nel libro precedente (La vedova nera – 2017), ripartirà da qui dove troveremo molti attori (israeliani, inglesi, francesi e americani), tutti con un unico scopo: porre fine alla vicenda senza commettere ulteriori sbagli, poiché ne andrebbe della vita di molti altri innocenti.

Sarà necessario un lavoro di strategia, abilità e quello che si definisce il classico tocco da maestro, perché l’obiettivo primario sarà sì, individuare Saladino, ma il suo nome non sarà ovviamente rintracciabile sulle pagine gialle.

Sarà un lavoro di strategia, pazienza e astuzia.

Il lettore si ritroverà a spaziare fra il sud della Francia, Israele, Londra, Marsiglia, Corsica e Marocco: lusso sfrenato, feste sfarzose e abitudini stravaganti. Un palcoscenico che per un attimo potrebbe far scordare il vero motivo di tutto ciò, ma che in verità si rivelerà essere l’unica possibilità per concludere la missione in modo positivo.

Rispetto alla “Vedova nera” in cui il tema principale era il tentativo di riuscire a intrufolare un agente in una cellula terroristica dell’Isis dopo un durissimo allenamento e una preparazione fisica e mentale massacranti, ho trovato questo libro sicuramente molto più veloce e a tratti anche più leggero e divertente, oserei dire frizzante. Qui ritroviamo Natalie (l’agente infiltrata che ha avuto modo di conoscere Saladino) e tutto il resto della squadra, oltre ad un ritorno, un personaggio controverso, già trovato in altre circostanze, attualmente in servizio per l’MI6.

Questo è e rimane un thriller ad alta tensione, anche se al suo interno per alcuni tratti potrebbe trarre in inganno e richiamarci alla memoria una commedia. In realtà, Gabriel Allon è un agente del Mossad molto esperto e dal carattere deciso, che in caso di necessità non avrebbe alcun tipo di problema a uccidere.

La pantomima messa in atto per avvicinare come una mosca sul miele l’unico personaggio che potrebbe essere in grado di guidare tutti a casa del vero mostro del terrore però dovrà essere talmente assurda da risultare credibile. Ovviamente la descrizione di Saint-Tropez e dei dintorni renderà il quadro molto fresco e regalerà una certa classe.

L’esito di tutta questa operazione dovrete scoprirlo da soli, posso solo dirvi che vivrete la lettura con suspence fin quasi alla fine; chi ama le storie di questo tipo non ne rimarrà deluso e aspetterà con ansia il prossimo libro di Silva.

Daniel Silva


Daniel Silva è nato nel Michigan. Si è laureato alla Fresno State University e iniziò anche un corso di specializzazione in relazioni internazionali alla San Francisco State University, lasciandolo però incompleto quando gli offrirono un posto di giornalista. Di famiglia cattolica si è convertito all’ebraismo in età adulta. Silva ha iniziato la sua carriera di scrittore come giornalista in un impiego temporaneo presso la United Press International nel 1984.

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