La direttrice d’orchestra




Recensione di Matteo Maggio


Autore: Maria Peters

Traduzione: Antonio De Sortis

Editore: Longanesi – La gaja scienza

Genere: Narrativa

Pagine: 274

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Tutti la chiamano Willy, ma lei si chiama Antonia come ha voluto la donna che l’ha messa al mondo e subito abbandonata in un istituto di Rotterdam, in Olanda. Siamo agli inizi del Novecento e la famiglia che l’ha adottata si trasferisce negli Stati Uniti in cerca di fortuna. A New York, Antonia viene indirizzata giovanissima alla carriera sicura di dattilografa da una madre adottiva assai poco amorevole. Ma le sue mani, che battono rapide sulla tastiera, nascondono ben altre doti. Perché nella Terra delle grandi opportunità, anche Antonia ha un sogno da realizzare: diventare una direttrice d’orchestra. E quando lascia l’ufficio, corre al suo secondo lavoro di maschera in una sala da concerti, per pagarsi le lezioni di pianoforte. Nel 1926, dopo un durissimo esame di selezione, Antonia viene ammessa (unica donna) al più maschile dei corsi di una maschilissima istituzione: la classe di direzione d’orchestra al Conservatorio della città. E sarà solo l’inizio di un percorso solcato da innumerevoli ostacoli e pregiudizi. L’incontro fortuito con il rampollo di una famiglia di aristocratici non le sarà d’aiuto, ma le dischiuderà le vette e gli abissi dell’amore. Quando però perde il lavoro e la madre la caccia di casa, si trova davanti a una scelta molto difficile. Partire per l’Europa e dedicarsi completamente alla carriera musicale, o restare negli Stati Uniti insieme all’uomo che ama? In un viaggio fra Vecchio e Nuovo Mondo, nel pieno fermento di un’epoca dove tutto sembrava possibile, seguiamo la vita avventurosa di Antonia fra mille peripezie. E ci emozioniamo davanti al coraggio e alla dedizione, alle lotte e alla caparbietà di una donna che rappresenta un vivido (e attualissimo) esempio anche a un secolo di distanza.

Recensione

La direttrice d’orchestra è un romanzo tratto da una storia vera. La storia di Antonia Brico, una ragazza olandese che ha una fortissima passione per la musica classica e che è decisa a tutti i costi a diventare una direttrice d’orchestra. Il problema è che siamo negli anni 20 e la cosa è considerata decisamente fuori luogo. Una direttrice donna a quei tempi non era contemplata tant’è che nel campo della musica esisteva un poco qualificabile “lady pianist” per definire tutte quelle donne che si esibivano al pianoforte.

Antonia però è più che decisa ad andare oltre qualsiasi muro, complice il suo carattere molto forte in parte forgiato dalla famiglia adottiva che si può considerare tutto fuorché amorevole e comprensiva. 

Oltre a fare i conti con una serie di personaggi maschilisti ed ottusi, la protagonista dovrà scontrarsi anche con se stessa dopo aver conosciuto Frank, rampollo di una ricca famiglia e produttore di concerti.

E’ un amore corrisposto ma che avrà vita breve dato che Antonia ha deciso quale strada percorrere. Una strada che la porterà in Europa per risalire alle radici della sua famiglia biologica e sviluppare quella passione che è diventata la sua ragione di vita.

Ma il vecchio continente non sarà diverso da New York. Sulla sua strada troverà diffidenza e scontrosità finché un giorno non avrà un’illuminazione che finalmente la porterà ad essere la prima direttrice d’orchestra donna.

La Peters sviluppa molto bene il racconto facendo parlare in prima persona i protagonisti e ben mischia il romanzo con la storia vera.

Siamo negli anni 20 del 1900 ma purtroppo il tema della discriminazione (non solo femminile) è ancora presente anche negli anni 20 del 2000.

Questo romanzo sarebbe da inserire in un’ipotetica biblioteca d’insegnamento per tutte quelle persone che ancora credono che ci sia una razza superiore.

 

 

Maria Peters


è una produttrice, regista e sceneggiatrice olandese. Oltre al romanzo La direttrice d’orchestra, la vita di Antonia Brico le ha ispirato la sceneggiatura e la regia del film The Conductor (2018)

 

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