La donna che morì due volte




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Leif GW Persson

Traduzione: Katia De Marco

Editore: Marsilio

Genere: thriller

Pagine: 496

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Un pomeriggio di luglio, il piccolo Edvin, undici anni, suona alla porta del commissario Bäckström, suo vicino di casa. Durante un’escursione con il gruppo scout, invece dei funghi che stava cercando, ha trovato un teschio con un foro di pallottola ben visibile sulla tempia. Bäckström mette immediatamente in moto la sua squadra di indagine, ma i primi riscontri riservano una sorpresa: la loro vittima risulta morta in Thailandia nello tsunami del dicembre 2004. A questo punto, la domanda diventa di ordine quasi filosofico: si può morire due volte? Dopo un’indagine più complicata del solito, ancora una volta Bäckström, poliziotto grassottello, furbo, avido e tremendamente maschilista, dimostrerà comunque di avere gran fiuto.

Recensione

Questo romanzo, che richiama alla mente il celeberrimo capolavoro di Hitchcock (per quanto lì si parli di vita e non di morte), si svolge intorno a unassioma fondamentale della nostra vita: nessuno può morire due volte.

Non si può mettere in discussione questa affermazione, eppure una giovane donna orientale è morta due volte, una delle quali sicuramente per mano di un assassino, scaltro e calcolatore, che ha nascosto per anni il suo cadavere.

Non si può morire due volte, eppure tutto indica che questo è ciò che è accaduto.

Davanti a un tale rompicapo si può solo capitolare, si può solamente cadere vittime della curiosità, del desiderio irrefrenabile di partorire ipotesi e illazioni, ed ecco che il lettore macina, senza sforzo alcuno, pagine e pagine di questo romanzo davvero ben congeniato. Il tema del “doppio” che tanto caro fu a Hitchcock torna ad avviluppare con forti spire il nostro immaginario, affascinandoci morbosamente.

Il lettore non è solo in questa partita, ma in buona compagnia: ne “La donna che morì due volte” c’è una squadra di scaltri poliziotti pronta a scavare indietro nel tempo per arrivare alla verità.

Verità che quando arriva è un fulmine a ciel sereno.

Il finale è inaspettato, un vero colpo di scenache presuppone, da parte dell’autore, grande acume e una buona tecnica narrativa, capace di manipolare il lettore, che crede a ciò che l’autore vuol fargli credere, fino alle ultime pagine.

Re incontrastato del romanzo è Evert Bäckström, poliziotto fuori dalle righe, un antieroe dal fiuto sopraffino che a prima vista suscita un’antipatia istintiva.

Bäckström se ne frega di piacere al pubblico e fa sfoggio dei suoi vizi senza alcun ritegno: forte bevitore, inguaribilmente pigro e abitudinario, donnaiolo, fruitore seriale di sesso a pagamento, corrotto fino al midollo, scansafatiche e fin troppo sicuro di sé e delle sue intuizioni, che dispensa agli altri come se fossero verità inconfutabili.

Bäckström non ha bisogno di piacere al pubblico, ma il pubblico lo ama ugualmente, forse proprio perché non si nasconde dietro nessuna maschera stereotipata.

In fondo, in un thriller, conta l’intuizione; essere empatici è solo un accessorio, a volte inutile.

E di intuizione Bäckström ne ha da vendere!

Tutta la sua squadra, in realtà, non manca di originalità! Personaggi così ben caratterizzati sembrano prendere vita e ti si appiccicano addosso con i loro odori, le loro facce, i loro accenti, come se fossero vicini di casa un po’ strambi.

L’ambientazionenordica” completa il quadro del romanzo. Una Svezia che a tratti si toglie di dosso la sua impeccabilità e mostra qualche incrinatura, una Svezia dalla natura selvaggia, che rinuncia tuttavia a farsi descrivere nella sua bellezza, che nel romanzo è dimenticata, forse per lasciare spazio al mistero.

Unica pecca, il ritmo a volte un po’ lento; la narrazione a volte sembra arenarsi, si ha l’impressione che manchi un po’ di incisività e di sintesi. Forse, ma è solo una mia opinione, il romanzo potrebbe essere sfoltito un po’, tralasciando alcuni punti in cui la trama si fa un po’ troppo prolissa. La lettura, secondo me, ne trarrebbe vantaggio.

Comunque, questo non vi scoraggi! Il romanzo si lascia leggere senza sforzo, poiché tocca le corde della nostra innata curiosità ed è così avvolto dal mistero e da protagonisti davvero in gamba che non può che affascinarvi.

E poiché si sa che quando un mistero chiama il lettore risponde, drizzate le orecchie e non lasciatevi sfuggire questo romanzo!

Leif GW Persson


Leif GW Persson, noto professore di criminologia e profiler, insegna alla Scuola nazionale di polizia a Stoccolma ed è stato consulente del ministero di Giustizia e dei Servizi segreti svedesi. I suoi polizieschi hanno ricevuto tutti i premi più importanti destinati alla narrativa di genere, dal prestigioso “Glass Key” al Premio dell’Accademia svedese del poliziesco. Tra le sue opere ricordiamo “tra la nostalgia dell’estate e il gelo dell’inverno”, “un altro tempo un’altra vita”, “in caduta libera come in un sogno”, “anatomia di un’indagine”, “uccidete il drago”, “la vera storia del naso di pinocchio”, “presunto terrorista”, tutti presenti nel catalogo Marsilio.

Acquista su Amazon.it: