La figlia del boia




del boia e il diavolo di Bamberga

Recensione di Alessandra Ciancaleoni


Autore: Oliver Pötzsch

Traduttori: Metella Paterlini e Roberta Scarabelli

Editore: Neri pozza

Genere: Romanzo storico

Pagine: 640

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Baviera, 1668. Jakob Kuisl, il boia di Schongau, è in viaggio con la sua famiglia verso Bamberga, per presenziare alle nozze del fratello Bartholomäus e fare visita al figlio Georg, che sotto l’ala dello zio sta compiendo l’apprendistato per imparare il mestiere di boia. Nella foresta piove a dirotto e una fila di carri e barrocci diretti alla città vescovile ostruisce la strada. Dinanzi a un guado del fiume Regnitz, carrettieri e contadini, riuniti in semicerchio, osservano qualcosa. Incuriosita, Magdalena, la figlia del boia, si fa largo tra la folla: nella melma lambita dall’acqua affiora il braccio destro mozzato di un uomo. Qualcuno mormora che nella foresta di Hauptsmoor si aggira un mostro, una creatura dalle sembianze demoniache venuta direttamente dall’inferno. Raggiunta Bamberga, la famiglia Kuisl resta sbigottita dallo stato di abbandono e degrado in cui versa la città: gli edifici, soprattutto quelli patrizi, hanno le finestre sprangate da assi, ad alcuni manca la porta e dove un tempo c’erano magnifici vetri soffiati ora si spalancano buchi neri. Arrivati a casa di Bartholomäus, Jakob Kuisl apprende dal fratello che un clima di inquisizione grava sulla città, due donne sono sparite di recente senza lasciare traccia e il vecchio Schwarzkontz non è più tornato da un viaggio a Norimberga. Dopo il ritrovamento di un braccio mozzato e di una gamba rosicchiata dai topi alla deriva sul fiume Regnitz, il panico regna. Gli abitanti di Bamberga credono che sia opera del demonio, soprattutto da quando una creatura irsuta è stata vista aggirarsi di notte tra i vicoli. Jakob Kuisl si rifiuta di credere a una simile superstizione e, insieme alla figlia, decide di indagare sul caso; un caso curiosamente legato alle abitazioni in rovina, testimoni silenziose di un crimine violento, forse il più violento che quelle contrade abbiano mai visto: il processo alle streghe di Bamberga.

Recensione

Oliver Pötzsch è il mago del romanzo storico.

La storia si apre con i resti di un uomo dilaniato nella foresta vicino a Bamberga, nel quale si imbatte sfortunatamente la famiglia Kuisl.

La suddetta infatti tramanda un lavoro molto particolare di generazione in generazione, quello del Boia, un lavoro poco piacevole ma nel quale purtroppo qualcuno deve sporcarsi le mani.

Il romanzo è ricco di dettagli della ambientazione, infatti descrive molto approfonditamente la foresta e la città di Bamberga, nella quale arrivano i Kuisl.

Inizialmente la città sembra come qualsiasi altra, anche se si percepisce una sensazione di inquietudine, fino a quando la famiglia non inizia a notare che la maggior parte delle case sono state abbandonate per via della guerra, ma non solo.

Iniziano a scomparire sempre più abitanti della città di qualsiasi rango ed età e si ritrovano sempre più pezzi di resti umani invece dei cadaveri.

A questo punto il popolo comincia a rivivere l’incubo di quarant’anni prima, nel processo alle streghe dove sono state bruciate più di 300 persone.

Cosa sarà la creatura che fa a brandelli il popolo??

E soprattutto chi sarà la prossima vittima??

 

 

 Oliver Pötzsch


Oliver Pötzsch è nato nel 1970 a Monaco di Baviera ed è un discendente dei Kuisl, la dinastia di boia a cui appartiene anche il protagonista della sua opera. La figlia del boia e il diavolo di Bamberga è l’ultimo libro di una serie che comprende finora La figlia del boia (Neri Pozza, 2012; BEAT, 2013), La figlia del boia e il monaco nero (Neri Pozza, 2013; BEAT, 2015), La figlia del boia e il re dei mendicanti (Neri Pozza, 2015; BEAT, 2017), Il mago e la figlia del boia (Neri Pozza, 2017).

 

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