La leggenda del Malombra




Recensione di Barbara Aversa Pacifico


Autore: Vincenzo Sacco

Illustratore: Alessio Furfaro

Editore: Edizioni Spartaco

Genere: Narrativa gotica

Collana: dissensi

Pagine: 144

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Nel 1848 Messina è sconvolta da tumulti insurrezionali contro il governo borbonico. Gli echi giungono al villaggio di San Sallier sui Nebrodi, dove si combatte un altro tipo di battaglia. Il Partito, come un fiume sotterraneo, avvelena le radici del potere istituzionale, straripando con atti di violenza e soprusi. A opporsi è un demone, uno spirito che s’insinua nel corpo delle vittime rianimandole per punire gli oppressori. All’affilata spada francese e alla lunga catena avvolta a un braccio, affianca un’arma più potente, la paura. I superstiziosi picciotti al comando del vampiresco avvocato Ginestra ne sono terrorizzati. La leggenda si diffonde di bocca in bocca. Lo chiamano Malombra. Il fantasma compare di notte e negli inferi svanisce dopo le sue incursioni, in sella a un cavallo dal muso scheletrico, seguito da un feroce cane di mannara. Gli occhi scintillano al buio. Sono di un tormentato verde cinabro, ricordano forse quelli del principe Leonardo Valentini, appena rientrato da Parigi al compimento degli studi alla Sorbona. Il giovane era stato mandato oltralpe dieci anni prima, quando i genitori scomparvero in circostanze sulle quali nessuno ha saputo fare chiarezza. Il nobile si ricongiunge alla sorella minore Patti, al tutore Savino Melìa, all’eccentrico e geniale cugino Federico. Ritrova inoltre il suo amore fanciullesco, Doriana, ora splendida donna in fiore irresistibilmente sfrontata. E Diavolo, il suo fedele amico a quattro zampe. Oscuro, beffardo, inquieto, il Malombra è una figura dell’immaginario popolare del Meridione italiano, antesignano dei supereroi moderni più amati, che tutti ricomprende sotto il suo cilindro vermiglio.

Recensione

Un fruscio alle spalle. Si voltano. Sopra le loro teste svetta una figura scura. La avvolge un mantello color porpora: le casca dalle spalle come una fontana di sangue.

Una figura scura avvolta da un mantello color porpora riluce nel buio. Sulla testa un cilindro vermiglio. Ma chi è il Malombra?

Un personaggio solitario ed avventuroso che lotta contro le forze del male, la cui identità resta però ignota. 

Le ipotesi sono molteplici, magari è solo un bandito piuttosto astuto? Oppure è realmente un personaggio immaginario, o ancora meglio un eroe?

Siamo nel 1848. Esplodono i tumulti a Messina, imprerversano eventi drammatici. I personaggi si susseguono velocemente. Tra principi, cavalieri soldati e dame le pagine scorrono veloci raccontando questa favola che unisce la storia il fantasy ed il gotico, nel cuore della Sicilia. 

Il dialetto si affaccia nei dialoghi arricchendoli, incalzandoli ed amalgamandosi con la lingua più tradizionale. Le ambientazioni sono ricostruite con molta minuzia ed i dialoghi sono ben curati.

Le scene che scorrono pagina dopo pagina sono suggestive ed avvincenti, per una lettura snella ma particolareggiata e che ci narra storie di giustizia ma anche di credenze e vendetta. Un racconto adatto anche a chi non apprezza particolarmente il genere e consigliato anche ad un pubblico young.

Ho ammirato la capacità dell’autore di inserire diverse tematiche originali ed importanti senza trascurare minimamente la storia che avvolge e coinvolge.

Tra mito folklore e leggenda un racconto che si divora velocemente. 

Assolutamente consigliato. 

A cura di Barbara Aversa Pacifico

instagram.com/missparklingbooks

 

Vincenzo Sacco


è nato a Palermo nel 1987, il 28 dicembre, cento anni dopo la prima proiezione pubblica del cinematografo dei fratelli Lumière nel seminterrato di un locale parigino. Ha lavorato alla distribuzione cinematografica di oltre sessanta lungometraggi, sia italiani che internazionali, e di numerosi eventi di successo legati al mondo della celluloide. Oggi è il direttore della divisione distribuzione di Altre Storie e, nella stessa società, partecipa allo sviluppo e alla realizzazione produttiva di film per il grande schermo e la televisione. Dal 2019 è direttore artistico del Sicilia Film Fest. È fondatore del blog pop nerd Librisenzagloria.com dedicato alla trasposizione della letteratura nel cinema e nelle serie tv. Finalista con il saggio Gli appunti di Pier Paolo Pasolini: dal film da farsi al farsi del film al Premio Adelio Ferrero, Festival della Critica cinematografica, ha pubblicato nel 2012 Pornozeus. Quando il dio padre fulminò la Sicilia (Novantacento), nel 2018 Screens wide shut. Cinema e massoneria (Rogas), nel 2019 Il ragazzo che non voleva morire (Spazio Cultura) e Sigonella files (Bibliotheka).

 

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