La mossa dell’impiccato




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Daria Lucca

Editore: Amazon Publishing

Genere: Thriller

Pagine: 302

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Il morto è famoso e il luogo altrettanto. Un noto dirigente della nobile banca cittadina ormai decaduta viene trovato impiccato al memoriale della celebre battaglia di Montaperti. Approdata a Siena da un anno insieme al compagno Carlo, professore di storia moderna, la vicequestrice Amanda Garrone, incaricata del caso, è una investigatrice esperta, una donna forte e integra che nella questura della città toscana ha subito creato un gruppo affiatato di bravi poliziotti. Nel caldo soffocante di inizio agosto, in attesa del Palio dell’Assunta, Amanda e la sua squadra si devono confrontare con i misteri che il banchiere si è portato nella fossa, con l’enigma di una doppia esecuzione di stampo mafioso e con i condizionatori rotti che il Viminale non aggiusta. Le indagini non tardano a scoperchiare un vorticoso giro di tradimenti, che coinvolge famiglie di antico lignaggio, vecchie e nuove massonerie in competizione fra loro e cosche mafiose ormai insediate in terra toscana. Sullo sfondo, traffici illegali di statuette etrusche e quadri barocchi. La soluzione arriva alla vigilia della “mossa”, la rocambolesca partenza del Palio, e in perfetta armonia con l’atmosfera della sfida cavalleresca, avrà a che fare con il passato.

Recensione

Amanda Garrone, una “sbirra” testarda, aggressiva, a volte antipatica ma umanissima. “La mossa dell’impiccato” di Daria Lucca è la seconda avventura della vicequestrice Amanda Garrone, sorella ideale di valenti e toste investigatrici come Grazia Nigro, creata da Carlo Lucarelli e Teresa Battaglia, eroina di Ilaria Tuti.

Nel primo libro della serie, “Distanza di sicurezza”, Amanda era comandata, per punizione, alla Stradale di Aprilia, nei dolci Castelli romani e si sentiva come un tigre in gabbia. Dopo aver risolto un complesso caso riguardante trafci illeciti tra l’est europeo e l’Italia e riconquistata la sua dignità professionale, Amanda viene trasferita a Siena dove si trova ad indagare su uno strano suicidio. Il “suicidio” viene in breve considerato un omicidio ma le piste da seguire sono tante e divergenti a causa della multiforme personalità della vittima, e certi indizi portano anche a lambire ambiti politici e massonici molto delicati contigui ad inquietanti interessi mafiosi.

L’inchiesta si preannuncia subito scottante, in quanto riguarda un funzionario della banca locale che aveva particolari interessi per opere arte rubate e rapidamente si prospetta anche una pista storica che risale addirittura all’epoca napoleonica e ai Viva Maria, gruppo di Sanfedisti attivi a Siena e in Toscana a cavallo tra Settecento e Ottocento e le tutte ipotesi investigative vengono vagliate e seguite sino in fondo anche grazie all’ausilio di una squadra omogenea, giovane e determinata ben lontana della ciurma indisciplinata e al limite del ridicolo di qualche altro vicequestore molto noto.

Garrone da vera sbirra, pur ruvida e talvolta abrasiva, non si fa demotivare dal muro di gomma che le costruiscono davanti e quando le impediscono di indagare, con una vera e propria mossa del cavallo e con l’aiuto di alcuni vecchi colleghi, riesce in modo poco ortodosso ma estremamente efficace a trovare il bandolo dell’intricata matassa sfuggendo anche al ruolo di mera pedina che le era stato destinato da qualche alto papavero.

La “mossa” del titolo si riferisce a quello scartamento che il cavallo compie nel gioco degli scacchi e che gli consente di sparigliare i giochi, come nel romanzo di Camilleri “La mossa del cavallo”, ed è anche un chiaro riferimento al contemporaneo Palio di Siena, presenza discreta ma sensibile, dove la partenza viene proprio chiamata mossa.

Daria Lucca, anche grazie alla grande esperienza di giornalista, gestisce con maestria le diverse tematiche afrontate nel libro, inserendo anche suggestioni artistiche e storiche molto intriganti e strettamente funzionali alla trama. Siena, “Medioevo impietrito in una cinta muraria con i suoi palazzi, le sue vie strette e buie, gli archi, le chiese e le famiglie” e i suoi segreti, sono il perimetro d’azione di un’indagine serrata e penetrante che rivela un “Medioevo perfetto degenerato in una contemporaneità piena di smagliature”.

Sono proprio queste smagliature sociali e morali, come nei migliori gialli di Fruttero & Lucentini a partire da “La donna della domenica” o da “A che punto è la notte”, il campo d’indagine di Daria l’autrice e di Amanda la vicequestrice e unite in un binomio vincente di cui sentiremo ancora parlare.

Daria Lucca


Daria Lucca ha fatto cronaca nera e giudiziaria da quando il 2 agosto 1980 arrivò alla stazione di Bologna, inviata per il Manifesto, quatto ore dopo che era scoppiata la bomba, mentre i pompieri ancora raccoglievano i corpi delle vittime. Ha scritto di processi e di imputati eccellenti, fino alle più recenti inchieste sulle grandi banche. E’ coautrice di “A un passo dalla guerra – Ustica, storia di un segreto inconfessabile”, di “Giustizia all’italiana” e di “Distanza di sicurezza”, il suo primo romanzo poliziesco. Si rilassa con l’archeologia e i suoi simpaticissimi cani. Da poco ha cominciato a studiare la finanza, una disciplina al cui confronto l’astrologia è una scienza esatta. Vive tra la Liguria e la Toscana.

 

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