La paura nell’anima




Recensione di Alberto Minnella


Autore: Valerio Varesi

Editore: Frassinelli

Genere: Giallo

Pagine: 324

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi.  Il commissario Soneri non vedeva l’ora di lasciare l’afa agostana di Parma, e fuggire insieme ad Angela a Montepiano, sul suo amato Appennino. Troppo bello per essere vero. Infatti non è vero: pochi giorni dopo il loro arrivo, la quiete notturna del paesino viene squarciata da un grido proveniente dal bosco. Sarà il primo di una lunga serie. È stato un uomo del paese, a gridare, dopo aver ricevuto un colpo di pistola a una gamba. Ma non ricorda nulla. Né chi gli ha sparato, né per quale motivo. Soneri cerca di tenersi fuori, di salvare la sua vacanza, ma in cuor suo sa che è inutile. Anche perché nei giorni seguenti il paese viene invaso dai carabinieri. È proprio in quei boschi, infatti, che si è nascosto il criminale più ricercato d’Italia, il serbo Vladimir, macchiatosi di rapine e omicidi e poi datosi alla macchia. Ma i carabinieri, questa volta, sono convinti di averlo in pugno. L’unica cosa che lo spiegamento di forze dedicato alla caccia all’uomo riesce a ottenere è tuttavia il diffondersi della paura nel paese, tra gli abitanti, nell’animo dello stesso Soneri, stravolgendo la vita di Montepiano, le abitudini, i rapporti umani. Il serbo comincia ad apparire agli occhi della popolazione come una figura quasi leggendaria: tanto spietato, quanto apparentemente inafferrabile, capace addirittura di prendersi gioco di polizia e carabinieri con beffardi messaggi sui social network. Insomma, un criminale perfetto. Un po’ troppo perfetto, comincia a pensare Soneri. Anche ne La paura nell’anima, il commissario Soneri, come ha scritto «La Repubblica», “non si accontenta di scoprire il colpevole, interroga se stesso e una comunità, scava nelle contraddizioni di un’epoca”, e Valerio Varesi tratteggia un affresco profondo e acuto della nostra società, delle ombre che si nascondono nel nostro quotidiano, dei cambiamenti della nostra psicologia sociale.

Recensione

Valerio Varesi l’ho conosciuto due anni fa, in un’umidissima domenica di soffocante maggio milanese.

Eravamo entrambi ospiti di “Maggio in giallo”, ognuno con il suo romanzo. In quell’occasione stava presentando “Il commissario Soneri e la legge del corano” e, come spesso succede agli scrittori di razza, quelli che sanno guardare chilometri e chilometri in avanti, raccontava la paura di una comunità, di una città (Parma) in continua lotta tra centro e periferia, tra italiani e stranieri.

E l’essere “straniero” è da intendersi diversamente dalla comune accezione, quella che circoscrive la condizione di chi non è nato qui come noi; infatti il suo straniero sembra seguire le temporanee orme lasciate sulla spiaggia da Meursault, l’uomo camusiano, l’uomo che è straniero, o meglio, colui che ci ha fatto capire che siamo noi lo straniero, siamo noi la paura che proviamo.

Ma perché racconto tutto questo?

È presto detto: l’ultimo romanzo firmato da Valerio Varesi “La paura nell’anima” non è che la continuazione del discorso fatto quella domenica di maggio a Milano. Ancora una volta è uno straniero a disturbare la tranquillità di Soneri e della sua Angela. Nelle campagne di un paesino nell’Appenino, un urlo apre il sipario, dando il via alla tragedia. Il serbo Vladimir semina il panico e attorno a lui cresce la reputazione di killer disumano, e ben presto diventerà il nemico pubblico numero uno di tutta la nazione.

L’indagine che condurrà Soneri andrà al di là della mera ricerca poliziesca della verità dei fatti, ma sarà piuttosto un’analisi molto più profonda sul pessimismo e sulle paure di un’intera comunità, essa stessa metafora di tutto il paese.

Vladimir è uno spettro. Uno straniero che c’è e non c’è, una minaccia fortissima che sembra essersi trasformata in entità impalpabile, ma nascosta nel più pericoloso dei non luoghi: l’anima.

“La paura nell’anima”, la paura per Vladimir, è elemento sgretolante, che separa, frantuma e in certi casi distrugge la fiducia fra compaesani, chiusi nelle loro case, terrorizzati dalla possibilità che sia il vicino, il caro vecchio amico della porta accanto, a essere l’assassino, il nemico numero uno.

“La paura nell’anima” è qualcosa di più di un giallo, di un noir. È un invito a una seria introspezione, è una domanda carica di riverbero: e se fossimo noi, e non l’altro, il prossimo assassino?

Valerio Varesi


Valerio Varesi, nato a Torino nel 1959, vive a Parma e lavora nella redazione de la Repubblica di Bologna. Romanziere eclettico, è il crea- tore del commissario Soneri, protagonista dei polizieschi che hanno ispirato le tre serie televisive Nebbie e delitti con Luca Barbareschi. I romanzi con Soneri sono stati tradotti in tutto il mondo e nel 2011 l’autore è stato finalista al CWA International Dagger, il prestigioso premio per la narrativa gialla. Nel 2017 ha vinto il premio Violeta Negra per il miglior romanzo noir.

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