La perfezione del tiro




Recensione di Sara Pisaneschi


Autore: Mathias Enard

Casa editrice: Edizioni e/o

Traduzione: Yasmina Mélaouah

Genere: Narrativa straniera

Pagine: 183

Anno di pubblicazione: 2018

Un’altra impresa narrativa riuscita dall’autore di Bussola, il racconto perfetto di un amore torbido, dove si mescolano morte, follia, volontà di potenza, crudeltà estrema e tenerezza disarmante.

Scritto prima dei due affascinanti romanzi-viaggio – Bussola e L’alcol e la nostalgia – nei quali il premio Goncourt Mathias Enard trasporta i lettori in due universi complessi e ammalianti come l’Oriente e la Russia, La perfezione del tiro racconta la psiche contorta e crudele di un cecchino in una delle tante guerre mediorientali.

Sinossi. 

Il segreto di questo giovane assassino sta nella concentrazione. Nella pazienza, nella calma, nel controllo della respirazione. Basta un solo tiro andato a segno per dargli la gioia di un lavoro ben fatto. Solo allora scende dal tetto del palazzo dove si è nascosto per uccidere e ritorna a casa dalla madre, che la guerra civile ha condotto alla follia. Poi però arriva Myrna, un’adolescente che lui ha assunto per badare alla madre malata. La sua sessualità nascente turba il protagonista. La loro convivenza, in cui si limitano a un paradossale amore platonico, va avanti tra i ritorni del guerriero dalle sue cacce all’uomo (e anche a donne e bambini), le passeggiate in cui si tengono per mano e arrossiscono a ogni turbamento, la paura che però cresce nella ragazza man mano che intuisce l’oscura indole del giovane.

Mathias Enard descrive con empatia la psiche complessa e malata del protagonista. Il realismo e la poesia paradossale del suo stile riflettono la crudeltà di un mondo abbandonato al male, senza alcuna gioia se non l’eccellenza nell’arte spietata d’imporre la forza.

Recensione

La guerra, la maledetta guerra che tutto distrugge. Case, edifici, strade e ponti… l’anima di chi combatte. Giorni e giorni di scontri, di colpi di mortaio, di bombe e raffiche di mitra, fino a non ricordarsi più per cosa si sta combattendo. L’autore non specifica dove si svolge, è una delle tante guerre mediorientali.

Ci parla di un giovane guerrigliero che ha dovuto imbracciare il fucile forse troppo presto, dicendo addio alla sua giovinezza anzitempo e per sempre. Non conosce l’amore, non conosce la dolcezza o il conforto della famiglia, conosce solo la guerra. È pronto a sparare, sta tutto nella concentrazione, nel trattenere il respiro, nella pazienza. Click. Il cecchino ha colpito ancora. Freddo.

Incorruttibile e impassibile. È fiero di sé, della sua tecnica, del timore e del rispetto che incute negli altri, della paura che legge negli occhi della sua vittima, uomo, donna o bambino che sia. Fino a quando non entra Myrna nella sua vita, ad accudire la madre malata, la madre che gli scontri hanno fatto impazzire.

Cerca di contrastare questa nuova passione perché sa che è pericoloso. Sa che certi pensieri “sono quelli che rendono romantico e ti fanno fare una cazzata”. Tuttavia si lascia andare, solo vicino a lei ritrova la serenità e riesce a scordare per un po’ gli orrori che vede, e provoca, ogni singolo giorno della sua vita.

Ma non sa amare, non sa tornare a essere un normale ragazzo della sua età, la rabbia prende spesso il sopravvento, una rabbia cieca e spesso immotivata. Ormai conosce solo la violenza, a quella è abituato, e tutto il bello può trasformarsi in tragedia. È la guerra che genera mostri, non il contrario.

Enard è una grande autore, secondo me. In poche parole riesce a tratteggiare i profondi contrasti interiori di un uomo unendo brutalità e poesia in modo magistrale.

Mathias Enard


Mathias Enard è nato nel 1972. Dopo essersi formato in storia dell’arte all’École du Louvre, ha studiato arabo e persiano. Dopo lunghi soggiorni in Medio Oriente, nel 2000 si stabilisce a Barcellona, dove collabora a diverse riviste culturali. All’attività di professore di arabo all’università autonoma di Barcellona affianca quella di traduttore. Fra le sue opere ricordiamo Breviario per Aspiranti terroristi (Nutrimenti), Zona (Rizzoli), Parlami di battaglie, di re e di elefanti (Rizzoli), Via dei ladri (Rizzoli), L’alcol e la nostalgia e La perfezione del tiro (Edizioni E/O). Con Bussola (Edizioni E/O 2016) ha vinto il premio Goncourt e il Von Rezzori ed è stato finalista al Man Booker International prize e al Premio Strega Europeo.

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