La rete a maglie larghe




Recensione di Valeria Martellotti

Autore: Håkan Nesser

Traduzione: Carmen Giorgetti Cima

Editore: Guanda

Pagine: 252

Genere: Thriller

Anno Pubblicazione: 2001

Una grigia mattina di ottobre Janek Mattias Mitter si sveglia con un mal di testa lancinante per i postumi di una sbornia colossale. In cucina bottiglie vuote ovunque, in bagno il cadavere della giovane moglie Eva che galleggia nella vasca. Mitter non ha ricordi della notte appena trascorsa, tranne la certezza di non essere stato lui ad ucciderla. L’uomo chiama la polizia che, giunta sul luogo del delitto, lo arresta.
I poliziotti di Maasdam avviano le indagini ed approdano, ben presto, ad un verdetto fin troppo scontato.
Colpevole.
Il commissario Van Veeteren non è convinto della colpevolezza dell’uomo.
Spinto dal suo infallibile istinto intraprende una strada non battuta dalla polizia e comincia a scavare nei molti segreti che compongono il passato della vittima. A complicare le indagini arriva un nuovo inspiegabile omicidio. Van Veeteren ha un’intuizione.
Per svilupparla ha bisogno di calma e silenzio. Deve lasciare la sua mente libera di riflettere, deve far cadere l’assassino nella sua stessa rete a maglie larghe.

Ambientato nella cittadina immaginaria di Maasdam, situata nel nord Europa, presumibilmente in Svezia, “La rete a maglie larghe” è il primo romanzo dello scrittore svedese Hakan Nesser ad avere come protagonista il commissario Van Veeteren.

Uomo intuitivo ma dal carattere schivo, il commissario è nato intorno al 1945.
Ha una moglie che continua ad abbandonarlo e a tornare a casa a intervalli regolari senza che lui riesca ad opporsi, un cane di nome Bismark tra il malato e il moribondo di cui si prende cura, una figlia ventiquattrenne che vive lontano e non si fa mai viva e un figlio, Eric, che è in prigione per traffico di stupefacenti.

Il commissario si intende di arte ed è appassionato di musica classica.
Nonostante tutto ciò, se glielo chiedessimo, ci direbbe che l’aspetto peggiore della sua vita è che il sovrintendente Munster continua a batterlo a badminton.
I casi della vita lo hanno reso cupo e malinconico, incline a cadere in depressione, soprattutto quando piove, ma anche profondamente umano.
Per questo di lui ci si innamora al primo istante.
Dopo tanti anni vissuti a contatto con il lato oscuro della società non c’è più molto che ritenga improbabile.

“Se c’è una cosa che ho imparato in questo mestiere è che ci sono più connessioni nel mondo di quante particelle ci siano nell’universo, il difficile è trovare quelle giuste.”

Detective non sempre metodico, talvolta critico nei confronti delle gerarchie, Van Veeteren ha un dono. Nove volte su dieci è in grado di stabilire se la persona che ha davanti è colpevole oppure no. Grazie a questa sua capacità innata ha conquistato il grado di commissario al quale rinuncerebbe volentieri pur di infliggere a Munster una secca sconfitta a badminton. Un’unica volta nella vita, almeno.

Alla prossima avventura commissario.

Håkan Nesser


Håkan Nesser – (Kumla, 21 febbraio 1950) è uno scrittore svedese di romanzi polizieschi. Ha insegnato lettere in un liceo, ma dopo il successo ottenuto dai suoi primi romanzi si è dedicato interamente alla letteratura. Molti dei suoi gialli hanno come protagonista il commissario Van Veeteren che vive nell’immaginaria città di Maardam, ubicata in un paese del nord Europa, verosimilmente la Svezia anche se il gulden, la valuta locale, e alcuni nomi potrebbero far pensare ai Paesi Bassi. L’altra sua serie di successo vede come protagonista l’ispettore svedese di origini italiane Gunnar Barbarotti che lavora nell’immaginaria cittadina di Kymlinge, in Svezia. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue, tra cui l’italiano, e da alcuni di essi sono stati tratti film o serie televisive.

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