La sconosciuta




Recensione di Kate Ducci


Autore:
 Mary Kubica

Editore: HarperCollins Italia

Genere: thriller

Pagine: 437

Anno Pubblicazione: 2016

Sono le sette di una mattinata freddissima e piovosa. Heidi Wood sta aspettando il suo treno, ferma al binario, quando si accorge della presenza di una ragazza molto giovane, che porta tra le braccia una bambina di pochi mesi, avvolta in una coperta sudicia.

Heidi è sempre stata una donna dal cuore d’oro, il cui lavoro consiste proprio nell’occuparsi di persone in difficoltà e si preoccupa immediatamente per le sorti di quella giovanissima madre e la sua creatura, costrette a vivere in una stazione, senza soldi né cibo.

L’incontro si ripete anche nei due giorni successivi, così Heidi trova il coraggio di avvicinare la ragazza, che si presenterà come Willow, e superare la sua diffidenza offrendole ospitalità a casa sua.
Chris, il marito di Heidi, e la loro figlia dodicenne, Zoe, non accoglieranno di buon grado l’iniziativa, ma cercheranno di adattarsi a una misura che nelle intenzioni di Heidi dovrebbe essere limitata a qualche giorno.

A mano a mano che Willow si riprende e la neonata Ruby torna in forze, l’affetto di Heidi per la creatura cresce divenendo quasi morboso e iniziano a emergere inquietanti dettagli sul misterioso passato di quelle due bambine, da cui Heidi non riesce a separarsi.
Il romanzo ha una struttura originale, che assegna a ogni capitolo il nome di chi ne farà da protagonista, raccontandoci la storia in prima persona.

Heidi, Chris e Willow si alterneranno descrivendoci la situazione dal loro punto di vista e questa scelta stilistica regala un valore aggiunto alla storia, una visione a trecentosessanta gradi che arricchisce il romanzo e la capace analisi psicologica che l’autrice fa dei personaggi.
Impossibile non essere diffidenti nei confronti di Willow, la cui reticenza spinge il lettore a considerarla pericolosa, probabilmente cattiva, senza conoscere cosa l’abbia portata a vivere in mezzo a una strada, con una figlia piccolissima, in un’età in cui nessuna dovrebbe divenire madre.

Mary Kubica lascia che questa idea prenda campo in chi legge, divenga una convinzione basata per lo più su luoghi comuni e preconcetti. E poi, con abilità, lascia che sia Willow a smentirci, a parlarci del proprio passato di bambina orfana di padre e madre a soli otto anni; di bambina tanto amata dai genitori che hanno lasciato lei e sua sorella sole al mondo; di bambina che da quella sorella che tanto amava, unico affetto che le restava, è stata separata, per finire in affidamento presso una famiglia terribile e violenta; di bambina che cerca di ricordare il volto della madre ogni notte perché non ha più neppure una foto che gliela faccia sentire vicina.

Così, a mano a mano che la lettura va avanti, ci sentiamo in colpa nei confronti di quella ragazzina coraggiosa che sta lottando per un po’ di serenità, che ha perso tutto ciò che aveva, compreso il diritto a essere una bambina.

Le domande senza risposta resteranno comunque tante fino all’ultima pagina. Chi è il padre della piccola Ruby e perché Willow, il cui vero nome è Claire, è così scostante quando qualcuno le chiede una spiegazione in proposito? Come ha fatto Willow ad andarsene di casa e che fine hanno fatto i suoi genitori affidatari?

Un libro che tiene con il fiato sospeso a ogni capitolo, che riesce a conciliare alla perfezione la natura di thriller con quella di romanzo psicologico, riuscendo a portare avanti entrambe senza mai smorzare la suspense e annoiare.

Consigliatissimo.

Mary Kubica


Mary Kubica, vive a Chicago con il marito ed i figli. Si è laureata in storia e letteratura americana. Il suo romanzo d’esordio, Una brava ragazza (2015) edito da Newton  Compton, è stato tradotto in sette paesi.  Altri suoi romanzi sono La sconosciuta (2015) pubblicato da Harlequin Mondadori, Non piangere (2017) edito da Harper Collins.


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