La stanza dei canarini




Recensione di Francesca Marchesani


Autore: Giulia Contini

Editore: Bompiani

Genere: Narrativa

Pagine: 256

Pubblicazione: Marzo 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Incredibile come un’infanzia tutta promesse possa sfumare in un’adolescenza tormentosa e tormentata, un’afflizione per sé e per gli altri. Ma Giulia è stata una bambina facile e contenta solo in apparenza: la sua identità mutevole era già viva allora, dolorosamente viva. E gli anni di mezzo, quando il corpo sfugge al controllo e la mente lo segue, acuiscono la sua fatica nel farsi posto nel mondo per quello che è. Poi l’incontro con Adele, vicepreside e professoressa al liceo, una donna indipendente, matura, che “abita gli spazi come la luce del mattino”. Per Giulia è da subito l’unica, la forma dell’amore atteso e sognato, da far vero ad ogni costo. Ci vorrà tempo, tempo e pazienza prima che Adele ceda all’assedio irresistibile di Giulia; e bisognerà rispettare le convenienze, essere caute, astute, delicate, per poter diventare sé stesse insieme nonostante le famiglie, la scuola, la cornice opprimente di una piccola città. Dopo, a Roma, tutto è un po’ più facile. Ma il tempo separa, si fa nemico, incalza.

 

Recensione

All’inizio non capivo dove Giulia Contini volesse andare a parare. Ero titubante, dare questo titolo a un romanzo che parla di tutt’altro, ma poi ci sono arrivata, poi sono riuscita a leggere fra tutte quelle righe.

La stanza dei canarini è quella al terzo piano, ci si arriva dopo aver salito una traballante scala a chiocciola. Nonno davvero ci teneva gli uccellini ma da quando lui non c’è più è diventata un’altra stanza abitabile. Dalla prima volta che Giulia ci ha dormito non è più stata la stessa.

Un periodo strano l’adolescenza. Ci sentiamo sempre al centro dell’attenzione quando in realtà nessuno ci sta guardando, a volte nemmeno i nostri genitori. Ci sentiamo sempre troppo o niente. Mai una via di mezzo, mai un compromesso. E poi, quando meno te lo aspetti, quando sei girata dall’altra parte eccolo, l’amore.

Quella di Adele e Giulia è una storia non convenzionale. Lei la prende quasi per sfinimento, l’ha obbligata a farsi amare. E ci è riuscita benissimo. La loro storia va avanti e mentre una cresce, l’altra invecchia.

Quello che prima sembrava la forza motrice della loro vita diventa un ostacolo.

Non si capisce più chi sia la diga, chi il fiume e chi siano i castori che rosicchiano il legno facendo cedere il tutto. Durante tutte queste pagine mi sono sentita come in compagnia di un’amica.

Mi ha sussurrato i suoi segreti all’orecchio facendo di me la custode. Ho finito l’ultima pagina poco fa, mi sono asciugata gli occhi e ho come la sensazione di essere riuscita a far parte di qualcosa di unico, di speciale.
 

 

 

Giulia Contini


Giulia Contini ha trentasette anni e ha vissuto la prima metà della sua vita tra il mare e la montagna, senza appartenere veramente né all’uno né all’altra. A diciannove anni si è trasferita a Roma ed è lì che, ancora oggi, vive, lavora, ama e cerca parcheggio. Per lei la scrittura è un mezzo per andare da A a B, come un autobus. Ha scritto La stanza dei canarini (Bompiani, 2020) quando ha capito che non c’erano più autobus per andare dove voleva andare.

 

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