La strada dell’inganno




Recensione di Katia Fortunato


Autore: Brian Freeman

Traduzione: Gioia Sartori

Editore: Piemme

Genere: Thriller

Pagine: 390

Anno di Pubblicazione: 2021

Sinossi. Nella fredda oscurità delle strade di San Francisco, un uomo si sente braccato. Sa di avere i minuti contati: tutti quelli intorno a lui sono già morti. Corre, in cerca di un posto sicuro. Ma quando capisce come salvarsi, è troppo tardi. Di lì a poco, il detective della Omicidi Frost Easton sente suonare il campanello. Aprendo la porta, non può nemmeno immaginare ciò che lo aspetta dall’altra parte. Non vedeva il suo vecchio amico Denny da dieci lunghi anni, e ora è lì, proprio davanti a lui. Ma sta morendo. Con tutto quello che ci sarebbe da dire, Easton può solo stringerlo tra le braccia, e sentirlo sussurrare una parola, l’ultima: Lombard. Al detective è chiaro fin da subito che quella non sarà un’indagine come le altre. Lombard è la strada che attraversa San Francisco, definita la più tortuosa al mondo. La sua forma ricorda quella di un serpente. E, in giro per la città, hanno iniziato a comparire strani simboli, serpenti rossi, proprio nei punti in cui diverse persone sono morte. Tutto fa pensare all’opera di un serial killer. Se è così, bisogna fare in fretta. Perché i serpenti sembrano aumentare, giorno dopo giorno. Per scoprire la verità, Eastondovrà riuscire a districare una fitta rete di conoscenze e segreti, che si estende dai quartieri più malfamati fino all’alta società di una San Francisco corrotta e pericolosa, dove quella parola, Lombard, passa di bocca in bocca, tra timore e reverenza. Un nome? Un messaggio? Quel che è sicuro è che c’è qualcuno, appostato negli angoli più oscuri della città, pronto a colpire di nuovo. Letale, come il veleno di un serpente.

Recensione

Ho amato Frost da “La donna che cancellava i ricordi”, un boy scout (come viene definito spesso anche dagli altri personaggi) che però non risulta essere troppo “buono”!

Un uomo con un bagaglio e un vissuto che inevitabilmente lo portano ad essere quello che è: un poliziotto con un forte senso della giustizia.

In questa avventura si ritroverà a dover scoprire l’assassino del suo caro amico Danny, un amico che non vede da 10 anni, con la quale ha vissuto “il periodo più bello della sua vita” finito con una litigata che ha lasciato il segno.

In questo libro entra in scena un personaggio particolare che, col senno di poi immaginiamo possa essere entrato nella vita di Frost già da “La verità sbagliata”.

Come al solito, Freeman costruisce una storia che ti tiene incollata al libro, giocando sul mistero di un personaggio che, esiste? Non esiste?

Instilla dubbi, ti dà certezze, ti destabilizza, ti fa appassionare alle vicende famigliari di Frost e ti dà una mazzata sul finale che ti fa capire la, ancora una volta, la genialità di questo autore e che, per citare “Il giovane Holden”, vorresti che Freeman fosse un tuo amico così da chiamarlo, prendere un appuntamento per fare due chiacchiere, legarlo a una sedia e farti dire, anche sotto tortura, che accidenti succederà nel prossimo libro!

Ok, magari mi sono lasciata un po’ andare, lo ammetto, ma solo se leggerete il libro potete capire, e se non avete letto i primi due, urge rimediare immediatamente, vi assicuro che non ve ne pentirete!

 

Brian Freeman


Brian Freeman, nato a Chicago nel 1963, è un autore amatissimo anche in Italia, dove ha avuto Giorgio Faletti fra i suoi principali ammiratori. È uno dei maggiori autori americani di thriller, in Italia ha publlicato Immoral (Piemme, 2006), che ha vinto il Macavity Award come miglior opera prima, Il veleno del sangue (Piemme, 2013), vincitore degli International Thriller Awards, La ragazza di pietra (2014), Ai morti non dire addio (2016) e La donna che cancellava i ricordi (Piemme, 2017), che inaugura una nuova serie, con un nuovo protagonista, il tormentato detective Easton. Ha scritto anche: Il giorno più buio (Piemme, 2018), La verità sbagliata (Piemme, 2019) e Doppia identità (Piemme, 2020).

 

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