L’antipatica




Recensione di Ilaria Bagnati


Autore: Emiliano Dominici

Editore: Valigie Rosse

Genere: Narrativa

Pagine: 184

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. E poi c’è la vita, con il suo carico di motivi irrisolti e forse irrisolvibili che ti ronzano nel cervello come un’autoclave; la vita con la sua matassa di attimi, sofferenze e speranze difficile da districare, con il suo corso che interseca o sovrasta il nostro cammino, spesso nei momenti in cui non ce lo aspetteremmo, troppo spesso nei modi in cui non vorremmo. E allora l’antipatia può diventare una forma di resistenza, di salvaguardia contro ciò che non può essere accettato o che abbiamo già sopportato troppo a lungo; essere antipatici per non cedere. A qualsiasi prezzo. Come indica Alberto «Bebo» Guidetti, l’antipatica protagonista di questo romanzo «non si pone troppe domande, ma ne fa sorgere in chi legge».

Recensione

Avete mai sentito la frase: chi non si ama non sa amare?

Ecco, questo è ciò che accade alla protagonista di questa storia che viene considerata da tutti “Antipatica”, lo è per i suoi studenti, per la sua famiglia, i suoi colleghi e per i pochi amici. Non riesce a perdonarsi per un errore commesso in gioventù, quell’errore le è costato caro e da allora allontana tutto e tutti perché sente di non meritarsi l’affetto altrui.

Lo so, sono odiosa, ma anche questa fase l’ho superata da tanto, quella di farmi apprezzare dalla gente. Più ti sforzi e peggio è, allora meglio essere così come si è.

Ti daranno della stronza, ti daranno dell’antipatica, ti daranno della snob, ma perlomeno penseranno che sei di una sincerità disarmante. Che ingenui. Come se dire le cose come stanno corrispondesse a essere sinceri. Non si è mai sinceri fino in fondo.

Lei sa di essere antipatica e che per questo viene additata e allontanata, apparentemente sembra non interessarsene, ma questa non può che essere una richiesta d’aiuto, un meccanismo di difesa. Rispondere in maniera cinica, indifferente e scortese alle richieste altrui, non può che essere uno scudo e allo stesso tempo un modo per attirare l’attenzione, un grido d’aiuto: sono qui e sto soffrendo, aiutatemi!

Ovviamente questo scudo di male parole non viene compreso, viene visto come indifferenza e cattiveria. E’ anche capace di mostrare affetto, soprattutto nei confronti della sua famiglia, ma poi sembra dover compensare questi momenti con parole e gesti negativi come se non volesse illudere gli altri del suo buon cuore.

Lei sa essere antipatica anche con il nipotino, lo chiama moccioso, non si spiega come lui possa esserle affezionato, ma si sa, i bambini sanno vedere oltre e sanno amare in modo incondizionato.

La protagonista non si sa amare in vari modi, si chiude in sè stessa, non mangia, non riesce a dormire, fa uso di cannabis e non fa nulla per cambiare la situazione, continua a crogiolarsi nel dolore, nel senso di colpa, nell’autocommiserazione. Ma lei è una donna colta, è una professoressa di lettere e storia, legge tanto, ama vedere film di nicchia.

Potrebbe avere attorno a sè numerosi amici, persone interessate a ciò che dice e pensa, invece c’è solo Castità a farle compagnia, donna dal nome particolare che non le si addice proprio!

Dominici ha scritto un libro profondo, che sa arrivare al cuore del problema attraverso le parole e le azioni della sua protagonista. La sua scrittura è scorrevole e sa arrivare al nocciolo del problema: dietro all’essere antipatici può esserci un mondo non compreso che andrebbe sondato, scoperto e compreso.

Consiglio la lettura di L’antipatica a chi ama i romanzi non convenzionali e che fanno riflettere.

A cura di Ilaria Bagnati

ilariaticonsigliaunlibro.blogspot.com

 

Emiliano Dominici


Emiliano Dominici ha pubblicato le raccolte di racconti La fine soltanto (2009), Anche meno (2015) e il romanzo Impara l’arte (2012). All’attività di scrittore accompagna quella di drammaturgo e regista (suoi gli spettacoli Idea d’amor, Dracmatica e Cumuli) e di cantautore, prima con il gruppo di teatro-canzone Loungerie e poi con il progetto Milioni. Insegna inglese per vivere e scrive per non dimenticare.