L’appuntamento




 Venezia, 19 marzo 1914

di Anna Sandri, Silvia Zanardi

Linea edizioni, 2022

Narrativa, pag.144

Sinossi. ”Se le nuvole che sarebbero arrivate a squassare la notte avessero portato la loro pioggia alla luce del giorno, non ci sarebbe stato un cielo da guardare e tutto questo, forse, non sarebbe mai accaduto. A Venezia, invece, giovedì 19 marzo 1914 c’era il sole.”

 Recensione di Sara Zanferrari

Eccolo, esiste, il destino che “mescola le carte” e “tornare indietro è impossibile”.

Esistono i ‘se’ che cambiano il corso della storia nella vita delle persone.

Se lui non avesse perso il vaporetto, se lei invece lo avesse perso, se loro non si fossero attardati, se quel giorno non ci fosse stato il sole, se la manica non si fosse impigliata, se l’idrovolante non avesse sorvolato il bacino San Marco in quel momento, se lui non si fosse buttato in acqua per salvare quella donna, se non fossero stati in viaggio di nozze, se non avessero fatto quel viaggio in Italia, se la torpediniera non fosse stata dove non doveva essere, se non fosse stata armata, e così via…

Quante vite si sono salvate e quante sono state spezzate (14 per l’esattezza, ma forse qualcuna in più).

C’erano i lavoratori, quelli degli alberghi, delle stirerie, delle botteghe, c’erano le famiglie locali, quelle che andavano al Lido per vedere il mare, c’erano le giovani coppie, c’erano i turisti dall’estero.

Tutti tornavano a Venezia dal Lido, quel 19 marzo 1914. Alcuni di loro sono saliti sul vaporetto numero 7 delle 17.10, altri no. 

“Donne e uomini che erano qui, quel giorno, e che il caso ha unito nell’appuntamento finale”.

Una storia vera, una storia di cronaca a Venezia, una storia raccontata per giorni e giorni sulla stampa nazionale e persino internazionale, che muove (e ferma) un’intera città, che potrebbe e dovrebbe rimanere per sempre nella memoria collettiva, e invece si perde, inesorabilmente sotto il giogo di una Storia ancora più grande, ancora più collettiva: la Grande Guerra che di lì a poco scoppierà, travolgendo tutto e tutti. 

E allora chi può traghettare queste vite spezzate nelle pieghe del tempo fino ai nostri giorni? E chi ha deciso di raccogliere quest’eredità e donarla, a noi lettori e alle famiglie delle persone scomparse?

Sono le giornaliste Anna Sandri e Silvia Zanardi, chiamate da una lapide prima d’allora mai notata nel cimitero di San Michele a Venezia, coloro che pennelleranno a colori per noi abitanti del 21esimo secolo ciò che tanti altri giornalisti prima di loro, nel secolo precedente, hanno disegnato in bianco e nero sulle cronache di quel tempo.

Cronache che Sandri e Zanardi hanno caparbiamente scovato e consultato, articoli e testimonianze, atti del processo, parenti, discendenti lontani, e tutta una serie di documenti che le autrici hanno collegato fra loro in un perfetto arazzo come tanti fili, un mosaico dove tutte (o quasi) le tessere hanno trovato la propria collocazione, restituendoci le persone vive, la quotidianità, il coraggio, l’umanità, la pietà, le relazioni. Restituendoci, in morte, tantissima vita.

Sono partite da quella lapide di due donne inglesi in un cimitero italiano, Sarah McLean Drake e Janet Drake, madre e figlia, perite nel disastro del vaporetto. Quale vaporetto? Quale disastro? Si sono chieste. Nessuno sembrava saperlo, la memoria si era completamente persa.

Ma le cronache per fortuna no. Le cronache, un tempo, erano cosa seria, precise, vere, dettagliate, scritte da uomini che andavano sul campo e scavavano fino a che tutta la verità e la vita non erano finemente ricostruite e raccontate per i lettori del tempo. 

Ed ora, grazie alle due autrici, anche noi lettori di questo tempo possiamo conoscere questa storia incredibile, tragica e bellissima allo stesso tempo, che ha trovato in un solo libro la sua eterna collocazione.

Tutto un mondo descritto in poche pagine, tutta un’epoca, tutta un’umanità ricca, appassionata, forse perduta. Ma se l’umanità, in epoche turbolente come quella che ha seguito il disastro del vaporetto, o come quella in cui ci troviamo ora fra pandemia, crisi economica e guerra a pochi passi da noi, se l’umanità a volte si perde, colei che può ridestarci, illuminarci e strapparci dal buio che cerca di offuscare le nostre menti, ma soprattutto i cuori, è la MEMORIA. La memoria che ci restituisce piena e rotonda tutta la nostra povera, eppure grande, umanità.

“Crediamo nel valore della memoria e nel senso profondo della connessione tra le persone. Questa storia ci ha chiamate in una gelida giornata di dicembre mentre stavamo visitando il cimitero di San Michele in Isola. Qualcosa nella lapide di Sarah e Janet ci ha attratte: due nomi, la scritta.”

“L’immagine di quella lapide non ci ha più lasciate fino a quando non abbiamo completato la ricostruzione e il racconto di quando accadde in laguna il 19 Marzo 1914. Sarah e Janet ci hanno chiesto di essere ricordate, e noi abbiamo dato loro ascolto: le pietre, nel silenzio, hanno voce.”

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Anna Sandri & Silvia Zanardi


Anna Sandri, trevigiana, vive e lavora a Padova. Laureata in lettere all’università Ca’ Foscari di Venezia, è giornalista e lavora nella redazione centrale dei quotidiani veneti del Gruppo Gedi (Il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, la Nuova di Venezia e Mestre, Corriere delle Alpi), dove è responsabile delle pagine culturali. Si è occupata di alcuni tra i più importanti casi di cronaca accaduti in Veneto tra gli anni Ottanta e Novanta e ha collaborato a lungo con La Stampa. 

Silvia Zanardi nata a Legnago (Verona), vive e lavora a Venezia. Laureata in lingue e letterature straniere all’università Ca’ Foscari di Venezia, è giornalista professionista dal 2013. Ha collaborato con le testate nordestini del gruppo GEDI, fra cui La Nuova di Venezia e Mestre e Il Piccolo di Trieste; con Il Sole 24 ore e La Stampa. Nel 2014 ha fondato il magazine online storiedichi.com dedicato a storie di eccellenze silenziose e nel 2019 ha aperto la sua agenzia di comunicazione (sdcomunicazione.it).

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress