Le colpe della notte




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Antonio Lanzetta

Editore: La Corte Editore

Collana: Underground

Genere: thriller

Pagine: 272

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Il nuovo thriller mozzafiato dell’autore acclamato anche dal Sunday Times, come una delle rivelazioni degli ultimi anni a livello internazionale.

La sera in cui i suoi genitori sono morti, Cristian è uscito di casa sbattendo la porta, arrabbiato con il mondo. Non avrebbe mai immaginato cosa lo aspettava al suo ritorno: un lago di sangue sul pavimento della cucina e la pistola d’ordinanza stretta tra le dita di suo padre. Un omicidio suicidio, avevano detto. E poi era stato spedito al sud, a Castellaccio, nella casa famiglia di Flavio, che continua a salvare ragazzini dal buio in cui a volte vengono risucchiati. Davvero il padre di Cristian ha ucciso la madre e poi si è tolto la vita? Qualcosa di oscuro sembra nascondersi dietro quello che apparentemente è un inspiegabile delitto e Damiano, lo Sciacallo, inizia la sua indagine personale, trovandosi come sempre a scavare fino alle radici del male. Mentre prova a rimettere insieme i pezzi della sua vita, Cristian conoscerà il dolore, l’amicizia, la paura, e comprenderà che alcune ferite non si rimarginano mai. Come quelle di Girolamo, un maresciallo dei carabinieri in pensione, ossessionato dall’Uomo del Salice e dalla scomparsa di una bambina avvenuta negli anni ottanta.

Recensione

“Come si ferma un mostro?”

Damiano riuscì a sollevare un braccio per asciugarsi la guancia e la sua mente tornò a Castellaccio, ai rami del salice. Era stanco, così esausto da sentirsi morire. Dentro, forse, era già morto.”

Come si ferma un mostro?

“ Con un altro mostro…”

 Torna Antonio Lanzetta e con lui tornano ne “Le colpe della notte”, Damiano lo Sciacallo, Flavio e Stefano.

Un libro, questo, al quale sarebbe fare un torto grande il raccontarne troppo, che non solo si caratterizza nell’essere un punto di non ritorno, uno spartiacque, nelle vicende dei protagonisti, ma si fa anello di congiunzione tra thriller e narrativa, dando corpo nelle pagine ad entrambe queste forme   a pieno ed altissimo livello e affermando Lanzetta come uno dei più completi e talentuosi Autori, voce autonoma forte e chiara, del panorama letterario non solo italiano.

Firma, infatti, Antonio Lanzetta, un romanzo che ha tutti i crismi per rendersi indimenticabile; a partire da una scrittura sciolta ed agile, formalmente ed esteticamente purissima ma al contempo immediata e priva di ogni autocompiacimento, lirica quando il registro è quello emotivo e spietatamente dark quando la storia lo richiede; uno stile che serve la trama senza esserne asservito e offre all’immaginario dei lettori momenti di raffinato ed elegante sapore grandguignolesco

Il sangue gocciola sul pavimento in un lento ticchettio. E’ il tempo che passa. Il tempo delle cose che non esistono più.

ed altri di toccante poesia

Incrociò gli occhi morti della madre ed ebbe un brivido. Nelle iridi verdi sembravano intrappolate migliaia di domande. Cose non dette che il tempo non avrebbe più potuto aggiustare. Poteva coglierle tutte, Cristian. Afferrarle come granelli di polvere in un fascio di luce.

Il plot, magistralmente orchestrato dall’Autore, con perfetta padronanza dei meccanismi della suspense, della tensione senza cali, della gestione dell’ansia e dell’inquietudine, ha il passo del thriller e il respiro del thrilling anche nelle pennellate venate di horror, ed è al contempo solido e sorprendente ad ogni svolta. Un plot talmente forte da non andare in sofferenza, da non traballare, anche se ogni personaggio ne cannibalizza una parte e la fa sua, ne fa la propria nemesi per arrivare al centro di se stesso e dei propri demoni, per scardinare e superare le zone d’ombra, quelle che avverte come colpe.

Si realizza, dunque, che il filo che unisce tutti i personaggi sia sì quello della ricerca di un colpevole, di più colpevoli forse, ma anche quello di una ricerca più intimistica

Cristian, di una famiglia

“Credi che capire cosa spinge un uomo a uccidere, a compiere atti orribili, possa restituirti quello che hai perso?”

Damiano, della verità e di perdonarsi

“Torni al suo paese, Sciacallo, dai suoi amici. Quello della casa famiglia è uno splendido progetto, continui a crederci …”

“Io cerco la verità.”

“No, cerca redenzione, ma questo non è il posto giusto per lei. Io non posso assolverla dai suoi peccati. Nessuno può.”

Flavio, di svelare se stesso, a se stesso

Tutto è divisibile per uno. L’amore, la paura, la forza, la voglia di vivere e il dottore si portava dentro tutti questi sentimenti, nascosti sotto la pelle indurita dalle cicatrici, solo che non l’aveva ancora capito.

Il maresciallo Girolamo Romano, di svegliarsi

Il gelo che sentiva non era causato dal cattivo tempo ma dalla paura di precipitare in un incubo.

Nessuna di queste ricerche sarà vana, nessuna delle risposte che arriveranno sarà quella che ci si sarebbe aspettati.

Eppure, arrivati alla fine del libro, nitida sarà la percezione che le risposte non avrebbero potuto essere altre.

E che “Le colpe della notte” sia assolutamente un romanzo imperdibile.

Antonio Lanzetta


È uno scrittore salernitano che, dopo aver iniziato la sua carriera come autore di romanzi fantasy/young adult, vira verso il thriller, prima con il racconto breve Nella Pioggia, finalista del premio Gran Giallo di Cattolica, e poi con Il Buio Dentro, romanzo che gli permette di valicare i confini nazionali, venendo tradotto da Bragelonne, una delle più prestigiose case editrici d’oltralpe, in Francia, Canada e Belgio. Il Buio Dentro viene anche citato dal Sunday Times come uno dei cinque thriller non inglesi migliori del 2017. Da quest’autunno, Lanzetta è anche opinionista di cronaca nera per la Vita in diretta.

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