Le famose patate




Recensione di Loredana Gasparri


Autore: Joe Cottonwood

Editore: Mattioli 1885

Traduzione: Francesco Franconeri

Genere: Narrativa straniera

Pagine: 304

Anno di pubblicazione: 2009

Sinossi. Reduce del Vietnam ed esperto di computer, Willy Middlebrook, alias Willy Crusoe, si ritrova coinvolto in un regolamento di conti e ingiustamente braccato dalla polizia: inizia così la sua corsa sfrenata sulle strade della grande America, dalle verdi montagne del West Virginia agli squallori di Philadelphia alla violenza di St. Louis, fino alle cime rocciose dell’Idaho. Incontrerà gente assurda e vera, persone che si nascondono come patate negli anfratti di una terra immensa, “sepolte lì dove i giornali e la televisione non le troveranno mai”. E cercando la via di casa, finirà per trovare se stesso.

Recensione

Questo libro vi farà girare la testa. Letteralmente. E non solo perché il protagonista, Willy Middlebrook trasfomato in Willy Crusoe per causa di forza maggiore, gira mezza America con tutti i mezzi a disposizione, da quelli pubblici all’autostop e spesso azionando le gambe.

Ogni cosa, in questo libro, cambia nello spazio di una parola, di una frase, di un gesto. E mentre vi soffermate su uno di questi, cercando di catturarne il significato, o la relativa importanza per la struttura della storia, Willy è già scappato in un altro posto, si sta già ficcando in un altro guaio, sta già conoscendo qualcun altro, sta già cambiando idea.

Voi cercate di tenere a mente le persone che ha incontrato, state cercando di risolvere il mistero in cui si è trovato invischiato nelle prime pagine del libro (un’accusa ingiusta per incastrarlo alla grande), state tenendo conto dei posti dai nomi stranissimi in cui piomba nei suoi spostamenti, pensando che avranno tutti un ruolo nella grande macchina della storia e… il ragazzo si è già sposato con una diciassettenne spostata, piena di vita furiosa come i disadattati e gli speciali sanno essere, l’ha già abbandonata, ritrovata, abbandonata di nuovo, si è fatto abbandonare, ha incontrato un’altra donna, si è fatto fregare un’altra decina di volte dal suo orrendo fidanzato, ha mendicato, si è trovato un lavoro, ha cambiato quattro città in due settimane, si è trovato al freddo tra le montagne, e alle prese con un incubo proveniente da un’altra epoca, con una mezza tinta soprannaturale.

No, non ho fatto spoiler. Non ho iniziato a raccontare nemmeno un decimo di quello che Willy sperimenta in questo libro, e non lo farò. Non lo faccio perché ciascun lettore, davanti a questo romanzo, deve mettersi comodo e ascoltare. Lasciar stare qualunque preoccupazione mnemonica, di ricordare fatti e nomi, perché Joe Cottonwood è bravo a iniziare la storia come un giallo da risolvere per farsi leggere, e concentrarsi invece, sul messaggio che Willy sta cercando.

È un giovane uomo nel pieno delle sue forze e della sua vita, che si butta a capofitto nelle sue scelte, e spesso non sembra che sia particolarmente brillante… qualche volta uno scrollone o due gli ci vorrebbero, per evitare di piombare nel baratro. Ma è quello di cui questo personaggio ha bisogno. Occupato com’è a cercare un senso qualunque nella sua vita e a cercare di fare le cose giuste, non si accorge di viverla appieno.

E anche se lo fa nei modi più assurdi, grotteschi e meno accettabili socialmente… lui vive. Noi lo guardiamo da fuori e magari lo giudichiamo pure, mentre lui si arrabatta, lotta con tutte le sue forze per restare fuori dai guai, per arrivare all’ora dopo, al giorno dopo, mentre è privo di tutto, e alla mercè dell’universo.

Ma è davvero così?

L’autore non si sbilancia, e Willy cambia bruscamente discorso, com’è il suo solito. Oppure parla per metafore, come quando ricorre alle patate per descrivere la sua visione personale della vita, e mentre ci chiediamo se sia andato completamente fuori di testa una volta per tutte, lui continua a fare la cosa che gli riesce meglio, suo malgrado. Vivere. Vivere come davvero desidera. E pazienza se il suo vivere non assomiglia per niente a quello cosiddetto… “normale”.

A cura di Loredana Gasparri

https://www.delfurorediaverlibri.it

 

Joe Cottonwood


ha studiato alla Washington University di St. Louis. Con un passato da hippy e attivista contro la guerra in Vietnam, si è stabilito a La Honda, una piccola cittadina sulle Santa Cruz Mountains, dove scrive romanzi, poesie e libri per bambini. Erede della grande tradizione on the road americana, Joe Cottonwood è una delle voci più interessanti della nuova narrativa statunitense. Famous Potatoes è stato tradotto in sette lingue.

 

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