Lezioni di morte




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Tess Gerritsen

Editore: Longanesi

Traduzione: Adria Tissoni

Genere: thriller

Pagine: 346

Anno di pubblicazione: 2004

 

 

 

 

 

Sinossi. Jane Rizzoli, detective della polizia di Boston, pensa di aver vinto la sua battaglia più difficile: il serial killer soprannominato “il Chirurgo” è in prigione e non potrà più nuocere. Ma si sbaglia. Viene, infatti, convocata per investigare su una nuova serie di orribili delitti. Le vittime sono sempre due, di solito una giovane coppia, massacrata seguendo un unico, macabro rituale. Gli indizi avvicinerebbero la tecnica del nuovo maniaco a quella del Chirurgo. Ma come è possibile se questi è in prigione? Forse un mitomane che imita le gesta del suo folle modello? Forse dietro tutto c’è un segreto ancora più orribile, una verità che l’FBI vuol nascondere a tutti i costi…

 

Recensione

Ci sono romanzi a cui non si è mai preparati del tutto, anche se crediamo esattamente il contrario.

Quando si leggono thriller praticamente da sempre, ci si crede in grado di sopportare l’odore del sangue, di gestire l’ansia e soprattutto di sapersi confrontare con ciò che di orrendo e indescrivibile è capace l’uomo. Ma suppongo ci sia sempre un limite da poter superare nella nostra vita di lettori, è questo limite io l’ho travalicato con i romanzi di Tess Gerritsen.

Tess Gerritsen ha una penna speciale, che riconoscerei tra mille. Dal suo inchiostro escono storie incredibili che poggiano la loro fortuna e il loro appeal su una fantasia e una capacità di immedesimazione enormi.

Le trame scivolano tra le dita del lettore e penetrano nei suoi occhi invadendo tutta la sua persona. Sono trame affilate, fatte di luoghi freddi e spietati, che prendono le mosse da vicende realistiche e tremendamente crude e che sono animate da personaggi incredibili, veri, messi a nudo nei loro sentimenti e nelle loro paure più profonde, per i quali l’autrice riesce a tessere un quadro completo e fedele della loro vita e del loro modo di essere.

La serie con protagonista la detective Jane Rizzoli e il Coroner Maura Isles, di cui “Lezioni di morte” costituisce il secondo capitolo, è senza dubbio un’avventura che ogni lettore di genere dovrebbe intraprendere. Non solo per le due protagoniste, delle quali parlerò più avanti, ma soprattutto perché il lettore ha la possibilità di immergersi a tutto tondo dentro ad una vera indagine di polizia. Scandagliare la scena di un crimine, raccogliere le prove, assistere ad una autopsia (e sarà proprio lì, sul tavolo autoptico, che la Gerritsen darà sfoggio alle sue competenze mediche, non dispensandoci da descrizioni accurate e in molti casi assai crude!).

Ma soprattutto entrare nella mente del Killer, studiare le sue mosse, cercare di anticiparle, entrare in una sorte di simbiosi con le sue paranoie e i suoi deliri di morte. La sovrapposizione con il corpo investigativo è totale come lo è l’empatia che si prova nei confronti dei protagonisti.

Inoltre l’autrice riesce alla perfezione nell’intento di dare voce al Killer, i cui pensieri si inseriscono ad arte con lunghi monologhi all’interno del romanzo. L’espediente ha il vantaggio di spezzare la narrazione (e di farci tirare un sospiro, allentando la tensione accumulata capitolo dopo capitolo) e di dare un focus perfetto della mente dell’assassino, dei suoi pensieri, delle sue mosse e dei suoi più intimi e perversi desideri.

Ma veniamo ai personaggi.

In “Lezione di morte” dovremo fare a meno del Detective Thomas Moore che si trova in luna di miele con l’amata ed affascinante dottoressa Cordell, ma approfondiremo la conoscenza di Jane Rizzoli, che nel primo romanzo della serie rimane a mio avviso un po’ in secondo piano rispetto ai due personaggi prima menzionati.

In questo romanzo Jane Rizzoli esce allo scoperto, facendoci ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, il suo carattere ribelle, il suo essere tremendamente indomita e terribilmente volubile e dura.

Jane, con la sua testa di riccioli neri, indisciplinati quanto la loro irascibile proprietaria e con la sua figura smilza e nervosa. Jane, che ha una corazza dura sulla pelle, necessaria a sopravvivere in un ambiente profondamente maschilista. Jane, che ha sempre avuto l’onere di dover dimostrare il suo valore, in un mondo di uomini che la guardano dall’alto in basso. Jane, che anche in famiglia ha dovuto lottare per emergere, contendendosi la scena con due fratelli imponenti e decisamente inclini a bistrattarla. Jane, troppo caparbia per cedere per prima e per ammettere di aver raggiunto un limite.

Jane dalla mente sveglia. Jane solitaria, Jane il brutto anatroccolo, sola perché crede di non meritare l’amore e le attenzioni di un uomo. Jane che non esita a mettere in gioco la sua vita per neutralizzare il nemico.

Come non amare un personaggio così?

In “lezioni di morte” fa capolino il medico legale Maura Isles, ma sarà nel terzo capitolo che uscirà allo scoperto e che potremo conoscerla bene. Qui fa solo delle apparizioni e lascia comunque al lettore un’impressione forte, sia per le sue sconfinate competenze mediche, sia per il suo aspetto esteriore, nero e lugubre, un aspetto che si addice, appunto, alla “Regina dei morti”, nomignolo che si è meritata per la sua abnegazione al lavoro.

La storia si conferma ad altissima tensione. Rispetto al capitolo precedente sarà anche costruita meglio, poiché la soluzione del caso si appoggerà per intero sull’intuizione investigativa, mentre nel primo capitolo appare piuttosto frutto di un caso fortuito. Nel romanzo assisteremo alla lotta tra la moralità e l’istinto, incarnati rispettivamente da Jane, fredda e controllata, e dall’assassino, il cui animo è del tutto avulso dai freni inibitori della morale e completamente in balia dei suoi desideri indecenti e indegni. Una dicotomia che si rivela assolutamente non banale e meritevole di una riflessione. E un assassino che accetterà di mettersi a nudo, alla ricerca, forse, di una improbabile condivisione dei suoi stati d’animo, se non addirittura di una remissione dei suoi peccati.

Inutile dire che come si conclude la lettura di un romanzo della serie, si è costretti a correre a leggere il successivo. Fortuna che io ne ho fatto incetta, approfittando di alcune offerte dell’Editore!

Insomma, vi esorto a fare la conoscenza di Jane Rizzoli e di Maura Isles. Io corro a terminare il terzo romanzo della serie, che si sta preannunciando decisamente all’altezza dei precedenti e che non vedo l’ora di finire!

 

 

 

 

Tess Gerritsen


Tess Gerritsen (1953) è una scrittrice statunitense di thriller: i suoi libri sono stati tradotti in 31 lingue con oltre 15 milioni di copie vendute. Ha abbandonato la carriera di medico per dedicarsi completamente alla scrittura. Ha vinto il Nero Wolfe Award con Vanish e il Rita Award per il Chirurgo. Attualmente vive nel Maine.

 

 

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