L’isola di Lark




Recensione di Valentina Cavo


Autore: Julie Mayhew

Traduzione: Rita Giaccari

Editore: Corbaccio

Genere: Thriller

Pagine: 374

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Per sette mesi allanno la remota isola di Lark è sommersa dalla nebbia, completamente tagliata fuori dalla terraferma: il rifugio ideale per Viola e sua madre che vogliono dimenticare la tragedia che da poco le ha colpite. Contemporaneamente al loro arrivo, approda sullisola un altro «straniero»: il professor Ben Hailey, un carismatico insegnante che aspira a lasciare la sua impronta sullunico liceo dellisola. Con linverno, però, la presenza dei nuovi abitanti appare ingombrante in questa comunità così ristretta e affiatata. I genitori si preoccupano dellinfluenza che Hailey esercita sugli studenti, e ritengono che Viola, subito entrata a far parte del circolo delle «Ragazze più grandi», sia in qualche modo la causa dei comportamenti ribelli delle loro figlie. Pare che di notte si vedano di nascosto e che compiano rituali del tutto estranei alla profonda religiosità degli abitanti. Ma quando viene trovato un cadavere proprio nel luogo di incontro delle ragazze, sulle sacre pietre di Lark, di colpo la fede si tramuta in sospetto, superstizione e terrore. Perché lisola deve fare i conti con i segreti oscuri che nasconde e che inevitabilmente devono venire alla luce. Minaccioso e avvolgente, L’isola di Lark è un romanzo che analizza le conseguenze del silenzio mantenuto a ogni costo e a spese di chi viene considerato indifeso, cioè delle donne, e delle più giovani in particolare.

Recensione

In questo libro ci troviamo immersi in un’ambientazione che sembra fuori dal tempo. Malgrado i fatti narrati siano collocati nella nostra epoca, sembra quasi di respirare i profumi di un tempo passato che non c’è più.

Gran parte del lavoro lo fa il fatto di trovarci su un’isola britannica che però per circa sette mesi all’anno rimane tagliata fuori dal resto del mondo, a causa di una nebbia impenetrabile che l’avvolge completamente.

Qui non esistono i cellulari perché, senza ripetitori che coprano la zona, non avrebbe senso averne uno: su tutta l’isola c’è un solo computer e un unico telefono satellitare, non si usano soldi contanti né tanto meno carte di credito.

Ogni cosa sembra anni luce distante dalla nostra vita quotidiana, o che noi diamo comunemente per scontata. Nella scena c’è un unico ritrovo e alle donne è permesso entrarci solo nei fine settimana o durante particolari festività. Per di più, tutti hanno l’obbligo di seguire la messa. Sull’isola scopriamo che gli abitanti seguono particolari credenze, prima fra tutte quella che vuole che le donne con i capelli neri siano considerate di buon auspicio: toccare i capelli corvini di una ragazza porta fortuna.

A fare da padrone in questa storia sono senza dubbio Leah Cedars, insegnante alla scuola Santa Rita, e Viola una ragazza che si è trasferita sull’isola con la madre dopo aver avuto alcuni drammatici problemi familiari.

Il punto di vista di questi due personaggi si incrocia di continuo e vanno a formare un intreccio di domande che avranno risposta solo alla fine del libro. Sebbene la signorina Cedars e Viola rappresentino il fulcro della vicenda, tuttavia compaiono moltissimi personaggi che si rendono fondamentali per la storia, come ad esempio Le ragazze più grandi” (che si incontrano in un cerchio di pietre la notte) oppure Ben, l’insegnante che viene dal continente e che porterà con sé novità ed ulteriore mistero.

Per quanto sia un libro con una trama sicuramente ben strutturata, lo stile narrativo dell’autrice resta un po’ lento e non permette al lettore di entrare immediatamente nelle trame della vicenda.

Anche se a livello stilistico non ha nulla di sbagliato, dalle prime pagine si fa un po’ fatica ad entrare in sintonia con il ritmo e la proposizione della trama: malgrado ci siano punti di vista ben comprensibili e distinti, salti nel tempo ben architettati e descrizioni accurate, non è facile immergersi dentro alla fitta rete di mistero e colpi di scena.

Insomma, Julie Mayhew non delude e, sebbene non convinca pienamente con L’isola di Lark, non elimina la possibilità di dare miglior prova di sé con altri scritti, che non mi precludo di leggere in futuro.

 

 

Julie Mayhew


dopo un passato da attrice, ha deciso di dedicarsi alle sceneggiature radiofoniche e alla narrativa. Autrice di romanzi YA, è stata candidata più volte come sceneggiatrice ai BBC Audio Drama Awards. Vive nell’Hertfordshire, in Gran Bretagna, insieme alla famiglia. L’isola di Lark è il suo primo romanzo per adulti.

 

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